Sto cercando di stampare delle lastre in vetro 13x18 a contatto in quanto mi piace l'idea della stampa piccola.
Il problema che si pone è che i negativi hanno spesso un contrasto generale normale ma con alcuni punti di luce. Ad esempio, un interno industriale con contrasto medio con piccoli punti di luce fortissima proveniente da lucernari o simili.
Stampare con un contrasto talmente basso da far uscire dettaglio, ma poi solo parzialmente, da questi piccoli punti di luce non funziona per l'immagine in generale. Neanche la prevelatura è stata sufficiente. C'è comunque da dire che questi punti luce non sono completamente fuori scale in quanto, sovraesponendo molto una stampa per prova, il dettaglio viene fuori bene.
Potrei provare con una maschera stampando un positivo e poi accoppiarlo al negativo? Anche se tenerli a registro non mi pare semplicissimo e dovrei un po' attrezzarmi.
Potrei in qualche modo ritoccare il negativo in modo da poterlo stampare più agilmente? Sono lastre in vetro quindi sul dorso potrei spennarellare, dipingere, quello che vi pare
Mentre scrivo mi è venuta in mente una cosa: potrei usare una piccola torcia spot per bruciare le aree interessate? magari con attaccato un filtro 0.
Il mio problema principale è ovviamente che per fare bruciature mirate in piccole ( o piccolissime ) aree non ci vedo, sotto l'ingranditore non sarebbe stato un problema, o comunque minore.
Vi ringrazio per qualsiasi aiuto sappiate darmi!
Stampa contatto 13x18
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Re: Stampa contatto 13x18
Infatti il problema principale della stampa a contatto è che non ci si vede nulla o quasi..... (se poi fai ombra nulla).
Se fai una maschera poi si vede..... come tutte le maschere..... a meno che tu non la muova.... ma poi fai l'alone.
Forse l'unica è una bella prevelatura locale
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Re: Stampa contatto 13x18
Un'alternativa può essere, se già non lo fa, di metterla sotto l'ingranditore, senza obbiettivo (tanto ha il Chromega che già del suo monta una 250W) ed operare con una filtratura piuttosto bassa.
Oppure come faceva Weston ( https://www.youtube.com/watch?feature=s ... jSWgoRTn2Q )
Oppure provare con qualche tecnica antica (non dico proprio il platino visti i costi ma anche si) qualche cianotipia @ affini, sopratutto affini che a me la ciano sta un po antipatica perchè è troppo blu, che gradiscono comunque negativi contrastati.
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Re: Stampa contatto 13x18
È che la prevelatura non gli fa granché e farla locale non è facile ( ma non impossibile ).Pierpaolo B ha scritto:Infatti il problema principale della stampa a contatto è che non ci si vede nulla o quasi..... (se poi fai ombra nulla).
Se fai una maschera poi si vede..... come tutte le maschere..... a meno che tu non la muova.... ma poi fai l'alone.
Forse l'unica è una bella prevelatura locale
So che alcuni sul forum utilizzano maschere di contrasto, ma dovrò trovarmi un modo per tenere il tutto a registro, se dovessi provare.
Mi sa che è meglio schiaffarle nell’ingranditore
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Re: Stampa contatto 13x18
Si, ci avevo pensato ma il risultato generale con filtratura molto bassa non è gradevole.zone-seven ha scritto:Un'alternativa può essere, se già non lo fa, di metterla sotto l'ingranditore, senza obbiettivo (tanto ha il Chromega che già del suo monta una 250W) ed operare con una filtratura piuttosto bassa.
Oppure come faceva Weston ( https://www.youtube.com/watch?feature=s ... jSWgoRTn2Q )
Oppure provare con qualche tecnica antica (non dico proprio il platino visti i costi ma anche si) qualche cianotipia @ affini, sopratutto affini che a me la ciano sta un po antipatica perchè è troppo blu, che gradiscono comunque negativi contrastati.
Sicuramente per qualche tecnica tipo il platino potrebbero andare bene.
Comunque chi le ha scattate le ha fatte per ingrandirle quindi c’ha ragione lui
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Re: Stampa contatto 13x18
Allora ingrandiscile ;)
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Re: Stampa contatto 13x18
Per curiosità ho misurato le densità più elevate, che sono intorno a 2.15….dense sono dense
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Re: Stampa contatto 13x18
Puoi provare con la sbianca dell'immagine latente ma devi tararti bene il sistema, anche se non ci vuole molto. In pratica si tratta di fare un bagno di sbianca super diluito subito dopo l'esposizione e prima dello sviluppo, questa sbianca agisce sui pochi atomi d'argento metallico generati dall'espsizione alla luce. La sbianca è quella solita ferricianuro+bromuro ma diluita intorno a 1:1000 o anche più (dipende molto dalla carta), per un tempo variabile da un minimo di 60", giusto per avere un minimo di certezza di uniformità di assorbimento, a quello che si vuole ma se si esagera non rimane niente da sviluppare. La sbianca è talmente diluita che non è necessario fare un lavaggio prima dello sviluppo e questo bagno va cambiato ad ogni stampa (vabbè due o tre provini li può pure reggere, ma poi per la stampa dell'intero foglio va cambiata). Regolando la diluizione e il tempo di trattamento è possibile ottenere una granda variazione di contrasto che sarà però sempre inferiore a quello del trattamento standard.
Un altro sistema che funziona bene, ma è "sporco" e non si addice alla stampa a contatto, a meno di non usare un separatore in mylar, è quello di immergere il foglio di carta vergine nello sviluppo per 2-3 minuti in modo che si impregni per bene quindi si racletta e si asciuga pe rbene tutto lo sviluppo in eccesso in modo da avere un foglio in cui la gelatina è impregnata di sviluppo ma senza che questo crei gocce quindi si stampa normalmente e si aspetta che lo sviluppo faccia effetto; quando l'immagine sul foglio di stampa è ben visibile e sviluppata si dà una seconda esposizione, la cui durata va trovata con delle prove, quindi si sposta la stampa nello sviluppo e si tratta normalmente. Le parti sviluppate con la prima esposizione, che saranno quelle più scure, fungeranno da automascheratura per cui la seconda esposizione avrà poco effetto su di esse, mentre la seconda seconda esposizione sarà molto più attiva proprio sulle alteluci, riportandole in zona di dettaglio.
Giusto per completezza ho provato entrambe le tecniche, anche se parecchi anni fa, (anche se esistevano già le carte VC faceva molto più figo stampare con le carte a gradazione fissa) e funzionano, se poi sono "funzionali" al tuo problema è tutto da verificare sul campo... buon lavoro
Un altro sistema che funziona bene, ma è "sporco" e non si addice alla stampa a contatto, a meno di non usare un separatore in mylar, è quello di immergere il foglio di carta vergine nello sviluppo per 2-3 minuti in modo che si impregni per bene quindi si racletta e si asciuga pe rbene tutto lo sviluppo in eccesso in modo da avere un foglio in cui la gelatina è impregnata di sviluppo ma senza che questo crei gocce quindi si stampa normalmente e si aspetta che lo sviluppo faccia effetto; quando l'immagine sul foglio di stampa è ben visibile e sviluppata si dà una seconda esposizione, la cui durata va trovata con delle prove, quindi si sposta la stampa nello sviluppo e si tratta normalmente. Le parti sviluppate con la prima esposizione, che saranno quelle più scure, fungeranno da automascheratura per cui la seconda esposizione avrà poco effetto su di esse, mentre la seconda seconda esposizione sarà molto più attiva proprio sulle alteluci, riportandole in zona di dettaglio.
Giusto per completezza ho provato entrambe le tecniche, anche se parecchi anni fa, (anche se esistevano già le carte VC faceva molto più figo stampare con le carte a gradazione fissa) e funzionano, se poi sono "funzionali" al tuo problema è tutto da verificare sul campo... buon lavoro
Re: Stampa contatto 13x18
Ma te mi vuoi male, guarda che ti vengo a cercare ehchromemax ha scritto:Puoi provare con la sbianca dell'immagine latente ma devi tararti bene il sistema, anche se non ci vuole molto. In pratica si tratta di fare un bagno di sbianca super diluito subito dopo l'esposizione e prima dello sviluppo, questa sbianca agisce sui pochi atomi d'argento metallico generati dall'espsizione alla luce. La sbianca è quella solita ferricianuro+bromuro ma diluita intorno a 1:1000 o anche più (dipende molto dalla carta), per un tempo variabile da un minimo di 60", giusto per avere un minimo di certezza di uniformità di assorbimento, a quello che si vuole ma se si esagera non rimane niente da sviluppare. La sbianca è talmente diluita che non è necessario fare un lavaggio prima dello sviluppo e questo bagno va cambiato ad ogni stampa (vabbè due o tre provini li può pure reggere, ma poi per la stampa dell'intero foglio va cambiata). Regolando la diluizione e il tempo di trattamento è possibile ottenere una granda variazione di contrasto che sarà però sempre inferiore a quello del trattamento standard.
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Scherzi a parte, alla sbianca dell’immagine latente c’avevo anche pensato ( l’ho provata con buoni risultati sulla pellicola ) e forse in questi casi potrebbe essere una prova da fare. Nel caso della stampa la sbianca va ad agire più sui toni scuri, giusto? Quindi servirebbe una compensazione nell’esposizione?
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Re: Stampa contatto 13x18
voi siete pericolosi
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