Sviluppo fattoriale, domande.

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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Ziorossh
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Ziorossh »

Ieri sera ho provato seguendo lo schema che avevo scritto:

Ho mantenuto apertura del diaframma, filtro contrasto e fattore di sviluppo x10 costanti durante queste mie 3 prove:

1. Prima stampa esposta per 9 sec (e1) (considerata approssimativamente corretta), tempo di comparsa (tc1) di 12 sec, 12x10=120, bagno nel rivelatore per 120 sec (2 min);
2. Seconda stampa esposta per 5 sec (e2) (sottoesposta), tempo di comparsa (tc2) di 14 sec, 14x10=140, bagno nel rivelatore per 140 sec (2 min e 20 sec);
3. Terza stampa esposta per 5 sec (e3=e2), tempo di comparsa (tc3=tc2) di 14 sec ma decido di sviluppare col tempo della prima stampa, quindi bagno nel rivelatore per 120 sec (2 min)

Analizzando le stampe la 2 e la 3 sono chiaramente sottoesposte rispetto alla numero 1; non ho notato una differenza sostanziale tra 2 e 3 nonostante i 20 sec di scarto, questo potrebbe essere dovuto: all'enorme inesperienza del mio occhio, al fatto che ho utilizzato una carta "gnucca" (Ilford MGIV) che reagisce in minima parte alle variazioni di tempo di bagno (riporto quello che ho letto sul forum, ma potrei aver capito male il concetto) o al fatto che effettivamente non c'è differenza.

Dal momento che 20 sec in più sono quasi un 17% in più rispetto al tempo di bagno iniziale tenderei a scartare il fatto che non c'è differenza effettiva tra stampa 2 e 3 (anche perché se così fosse non penso che staremmo così attenti a rilevare tempo di comparsa e fattore di sviluppo). Rimangono la mia inesperienza (che domina comunque la scena anche nella fase sperimentale) e la bassa reattività della carta ai cambi di tempo di bagno.

Fermo restando che una stampa sottoesposta non verrà mai compensata dallo sviluppo fattoriale per via dell'aumento del tempo di comparsa (le stampe 2 e 3 sono sottoesposte rispetto a 1) rimane la differenza, o meglio NON differenza, tra le stampe 2 e 3. Se ho capito bene lo sviluppo fattoriale serve per eliminare dalle variabili la temperatura e l'esaurimento del rivelatore; mettiamo che invece di usare lo sviluppo fattoriale mi attenga alle istruzioni del produttore utilizzando un tempo standard per qualsiasi stampa a qualsiasi esposizione con ambiente controllato (quindi temperatura giusta, prodotto fresco, diluizione etc.), la stampa sottoesposta rimane nel rivelatore per lo stesso tempo di quella sovraesposta, anche se con un divario molto ampio. In questo caso tra le variabili prese in considerazione dalla tecnica dello sviluppo fattoriale entra anche il tempo di esposizione, o sbaglio?

Vi ringrazio fin da adesso per la pazienza!



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Federico Pari
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Federico Pari »

Provo ad abbozzare una risposta/domanda, piu' basata sull'intuito che sulla conoscenza perche' con le carte devo ancora approfondire la faccenda (per ora mi limito a sviluppare la MGIV con un fattore 10x diciamo di "sicurezza" ): perche' dovrebbe cambiare il tempo di comparsa su una stampa sottoesposta? Mi immagino che una parte in ombra, anche se sottoesposta in stampa, debba comparire nello stesso istante in cui comparirebbe se fosse esposta in maniera corretta; magari non ce ne accorgiamo subito perche' troppo chiara (e in CO si sa che si vede pochino...) e forse da quello dipende il leggero scarto del tempo di comparsa che hai notato nella stampa 2 e 3. Da quello che ho capito anche io, il fattoriale serve solo a compensare le differenze chimico/fisiche del rivelatore proprio per avere sviluppi "coerenti/costanti" e quindi...far venire sottoesposta una stampa sottoesposta sia a rivelatore fresco che parzialmente esaurito :D

Aiuto!

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Ziorossh
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Ziorossh »

Provo ad abbozzare una risposta/domanda, piu' basata sull'intuito che sulla conoscenza perche' con le carte devo ancora approfondire la faccenda (per ora mi limito a sviluppare la MGIV con un fattore 10x diciamo di "sicurezza" ): perche' dovrebbe cambiare il tempo di comparsa su una stampa sottoesposta? Mi immagino che una parte in ombra, anche se sottoesposta in stampa, debba comparire nello stesso istante in cui comparirebbe se fosse esposta in maniera corretta; magari non ce ne accorgiamo subito perche' troppo chiara (e in CO si sa che si vede pochino...) e forse da quello dipende il leggero scarto del tempo di comparsa che hai notato nella stampa 2 e 3. Da quello che ho capito anche io, il fattoriale serve solo a compensare le differenze chimico/fisiche del rivelatore proprio per avere sviluppi "coerenti/costanti" e quindi...far venire sottoesposta una stampa sottoesposta sia a rivelatore fresco che parzialmente esaurito :D

Aiuto!
Il tuo discorso mi torna, d'altra parte però avevo ragionato in questi termini: il componente del rivelatore dovrà reagire con quelli presenti sulla carta, solamente con quelli "attivati" dall'esposizione per rendere l'immagine visibile all'occhio umano, una sorta di minimo annerimento rilevabile. Ciò che differenzia un punto chiaro da uno più scuro è la diversa quantità di energia luminosa che vi incide, se nella stampa 2 io ho fornito meno energia luminosa mi aspetto che il minimo annerimento rilevabile sia riscontrabile con un tempo maggiore perché per raggiungere quel min livello di annerimento la reazione chimica rivelatore-carta necessita di più tempo. Così ritorniamo al fatto che il tempo di comparsa dipende dall'esposizione e via dicendo come sopra...

ps. ovviamente tutti i miei ragionamenti di cui sopra non hanno nessun fondamento scientifico o di esperienza quindi potrei BENISSIMO aver detto cavolate

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Carlo-exCiauz
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Carlo-exCiauz »

Ciao,
@Ziorossh se ho capito il tuo dubbio: nello sviluppo della carta appaiono prima i toni scuri e alla fine i quelli chiari; in mezzo i toni medi, sui quali ti base per il fattoriale. Se il neg è sottoesposto, il tono ad es. chiaro del soggetto ripreso, potrebbe essere come densità pari ad un "giusto" tono medio. E quindi ti apparirà prima (temporalmente parlando), rispetto allo stesso soggetto ripreso correttamente (densità maggiore = alta luce). Il fattoriale non c'entra nulla: lo usi sui toni medi e non sul fatto che quel tono corrisponda veramente ad un tono medio del soggetto ripreso.

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Ziorossh
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Ziorossh »

[mention]Carlo-exCiauz[/mention] grazie, quindi per lo sviluppo fattoriale io devo calcolare il tempo di comparsa dei toni medi e non del primo annerimento (qualsiasi) rilevabile? Ho capito bene?

Pensavo che il tempo di comparsa fosse riferito al primo annerimento rilevabile, se è come penso di aver capito da te mi torna tutto!

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Carlo-exCiauz
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Carlo-exCiauz »

Si, direi che sui toni medi il metodo è affidabile.
Ciao

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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Ri.Co. »

Io metterei un primo punto a posto senza muoverlo più...: il tempo di comparsa è il tempo che intercorre tra l’immissione della carta nel rivelatore e la “comparsa” del primo annerimento visibile. Si tratterà sicuramente delle ombre o ad esempio dei bordi neri del fotogramma se inclusi nella stampa. Non dei toni medi.
A mettere troppe variabili tutte insieme non si sa più quale e quanto intervenga.
C’era un bel 3d sulla carta e il rivelatore per fare i test...

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dispe
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da dispe »

Direi che questo è definitivo ...

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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Ri.Co. »

Eccolo infatti

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Carlo-exCiauz
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Re: Sviluppo fattoriale, domande.

Messaggio da Carlo-exCiauz »

Per amor di precisione il tono da scegliere sarebbe tra un tono medio e uno più scuro. Almeno così faccio io. Il valore così non è troppo grande affinché lo sviluppo sia completo. Non l'ho inventato ma letto sia nel "The Print" di A. A (pag 98 della 17a ed 2013) che in Way Beyond Monochrome 2nd ed" di Lambrecht (pag 340 verso. Second printing).

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