sviluppo fino ad esaurimento: carta versus pellicola b/n

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

Moderatori: chromemax, Silverprint

user20190605

sviluppo fino ad esaurimento: carta versus pellicola b/n

Messaggio da user20190605 »

Salve colleghi,

mi rimanevano impresse alcune costatazioni dei cari @silverprint e @chromemax, cito a memoria:

- Silverprint: quelli (stampatori) a Roma, che espongono la carta con il minimo di luce dispensabile, e la lasciano in rivelatore di bagnarsi finché non li passi la noia o pausa caffè, portando lo sviluppo dei neri al massimo possibile, mentre i bianchi rimanevano come muri di pittura di calce. (metafore sono mie)

- Cromemax: la carta debba essere sviluppata fino al fine o quasi, nel senso che lo sviluppo debba rivelare tutto e il processo lo si ferma quando i neri hanno raggiunto il massimo. (interpretazioni mie).

Okay, a me sono chiare sia la prassi di lasciare carta in zuppa bagnarsi a volontà, sia la necessità che con lo sviluppo della carta si debbano produrre i neri succosi. Bello questo, "succosi", ha? Mi sono chiare, perché quando sviluppo i formati cartolina, assicuro che l'esposizione delle carte sia la minima indispensabile o quasi, per far sì che non mi si brucino mai nel rivelatore. Diversamente non potrei sviluppare 8 cartoncini. Questo metodo era ben noto e molto usato nell'epoca delle foto giornalistiche prodotte dalle agenzie e mandate per il mondo: negativo piatto grazie alla cura della scena con un bel e forte flash fill-in, ingrandimento comodo di 3-4x. Perché come diversamente avrebbero potuto sviluppare 80-150 stampe dell'incontro Hruschev-Nixon? Va bene, probabilmente anche mediante qualche tipo di foto-lab con carta in rotolo, esposta a scatti tac-tac-tac, e mandata nella vaschetta per l'abluzione viaggiante. Bella questa "abluzione" come del C.P. nel Po a Torino.

Torno allo sviluppo della carta fino ad esaurimento - questo mi ricorda dello sviluppo -stand- delle pellicole. Erro?
A me piace sviluppare belle stampe con un filino di secondi in meno, dopo averle esposte per pochissimi secondi in più. E confesso che non sempre riesco a catturare quel giusto livello cremoso delle gradazioni. Probabilmente dovrei sempre utilizzare carte "special" - morbide, voglio dire, non -normal-. Perché io uso ancora le carte monograde. Il che non cambia il quesito delle problematiche, credo.

Perché - sviluppare le carte per 90 sec, mi sembra troppo. In verità, direi che se un produttore consiglia lo sviluppo nel suo rivelatore sui 60 o 90 sec, che tutti noi sviluppiamo nostre stampe PER 100 e 120 secondi - QUESTO mi risulta molto simile al "Metodo di Roma", quello predetto.

Mi è chiaro che lo strato sulle carte è sottilissimo, di bassa sensibilità, che debba essere ben incitato con la luce, ecc. ecc.
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Re: sviluppo fino ad esaurimento: carta versus pellicola b/n

Messaggio da Silverprint »

Il metodo "pizza e fichi" alla "romana" è diverso.

Si espone la stampa per le luci, anche con contrasti altini, e si sviluppa a occhiometro finché il nero non abbasta. Se abbasta si vede col quantabbastometro, un tipo particolare di densitometro che hanno solo a Roma.

Scherzi a parte, qual che propongo, come eventuale strumento di rifinitura delle gamma tonale delle stampe è l'uso della variazione del fattore di sviluppo, tra un minimo ed un massimo comunque sufficienti a produrre Dmax o quasi.

Chromemax, se ho capito a cosa ti riferisci, parlava invece della sostanziale differenza tra sviluppo dei negativi, sempre lontano dall'essere completo e lo sviluppo dei positivi sempre molto più vicino allo sviluppo completo, proprio perché sui positivi serve Dmax che invece sui negativi non serve e se c'è fa danno.

Lo sviluppo "Stand" ha un presupposto diverso, ovvero il graduale esaurirsi di un rivelatore estremamente diluito con effetto compensatore molto elevato. Un processo siffatto genera problemi, evidenziati in altri post specifici.
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
http://www.corsifotoanalogica.it
[email protected]

user20190605

Re: sviluppo fino ad esaurimento: carta versus pellicola b/n

Messaggio da user20190605 »

Silverprint ha scritto: Chromemax, se ho capito a cosa ti riferisci, parlava invece della sostanziale differenza tra sviluppo dei negativi, sempre lontano dall'essere completo e lo sviluppo dei positivi sempre molto più vicino allo sviluppo completo, proprio perché sui positivi serve Dmax che invece sui negativi non serve e se c'è fa danno.
Grazie, @Silverprint, mi piace la definizione dei processi su negativi e carta. In questi giorni sto facendo esperimenti con sovraesposizione della carta e suo sottosviluppo di pochi secondi in meno, ma si tratta di instanti. Le circostanze non mi permettono di miscelare mie formule dei rivelatori per la carta. Mi ricordo, ma anche vagamente, che un mio collega dal foto-circolo, arricchiva con il metolo il classico rivelatore per le carte. Se non mi ricordo male, era il metolo, forse in quantità abbondante. Questo ora lo dico, per provare a realizzare delle morbidezze dei toni, usando sempre e solo una sola mono-gradazione della carta -normal-. Sono convinto che non possiamo soltanto far enorme attenzione su come e in che cosa sviluppiamo il negativo, e in seguito, massacrare tutto con un rivelatore generico per le carte.

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