Sviluppo fp4 notturna
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Sviluppo fp4 notturna
Ieri notte ho esposto un rullo di fp4 seguendo i dati di correzione d'esposizione di questa tabella gentilmente messa a disposizione da Luca dega.
E adesso come la sviluppo? Un N-2 puo andare?
La seconda domanda: ho a disposizione D76 e rodinal. Volevo farla in rodinal 1+25 per 5 minuti. Il tempo abbastanza ridotto puo dare problemi di sviluppo non uniforme? o meglio fare uno sviluppo meno energetico tipo 1+50?
E adesso come la sviluppo? Un N-2 puo andare?
La seconda domanda: ho a disposizione D76 e rodinal. Volevo farla in rodinal 1+25 per 5 minuti. Il tempo abbastanza ridotto puo dare problemi di sviluppo non uniforme? o meglio fare uno sviluppo meno energetico tipo 1+50?
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Re: Sviluppo fp4 notturna
Ciao Andrea!
Di notte in città? Cioè con luci artificiali?
Di notte in città? Cioè con luci artificiali?
Re: Sviluppo fp4 notturna
Ciao Andrea
Si con luci artificiali. In quel di Firminy 


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Re: Sviluppo fp4 notturna
ok...
Serve qualcosa più di N-2... non tanto per le zone alte di riferimento (la X che va in VIII), quanto per tenere su densità controllabili in stampa quelle più alte; densità che ci saranno comunque e, se hai esposto bene, saranno tendenzialmente molto alte.
Quindi escludi subito la diluizione 1+25 che anche facendo uno sviluppo N-2 produce densità consistenti nelle zone superiori alla VIII (ex X). Tieni anche conto che in difetto di reciprocità il contrasto aumenta. Quindi se proprio deve essere Rodinal che almeno sia 1+50.
È anche utile ridurre un po' l'agitazione, sempre al fine di comprimere le luci più alte.
Ho invece delle perplessità riguardo l'uso di quella pellicola che ricordo con la tendenza ad avere una curva un po' impennata (cioè densità elevate in alte luci a paragone delle densità sui toni medi), tanto più considerando che è una tendenza che il Rodinal potrebbe accentuare.
Una curva caratteristica di quel genere mal si sposa con soggetti che hanno la stessa caratteristica... cioè contrasto locale che diminuisce al diminuire della luminosità.
Quindi in conclusione... boh? Prova.
Serve qualcosa più di N-2... non tanto per le zone alte di riferimento (la X che va in VIII), quanto per tenere su densità controllabili in stampa quelle più alte; densità che ci saranno comunque e, se hai esposto bene, saranno tendenzialmente molto alte.
Quindi escludi subito la diluizione 1+25 che anche facendo uno sviluppo N-2 produce densità consistenti nelle zone superiori alla VIII (ex X). Tieni anche conto che in difetto di reciprocità il contrasto aumenta. Quindi se proprio deve essere Rodinal che almeno sia 1+50.
È anche utile ridurre un po' l'agitazione, sempre al fine di comprimere le luci più alte.
Ho invece delle perplessità riguardo l'uso di quella pellicola che ricordo con la tendenza ad avere una curva un po' impennata (cioè densità elevate in alte luci a paragone delle densità sui toni medi), tanto più considerando che è una tendenza che il Rodinal potrebbe accentuare.
Una curva caratteristica di quel genere mal si sposa con soggetti che hanno la stessa caratteristica... cioè contrasto locale che diminuisce al diminuire della luminosità.
Quindi in conclusione... boh? Prova.
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Re: Sviluppo fp4 notturna
Io proverei il D-76 1+3 con agitazione blanda, continua il primo minuto e 2 rovesciamenti ogni 60". Lo sviluppo più diluito aiuta un po' le ombre senza far sparare le alteluci. Lo scotto da pagare è una compressione dei toni sui chiari.
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Re: Sviluppo fp4 notturna
ricevuto capoSilverprint ha scritto:ok...
Serve qualcosa più di N-2...

mi sa che che quindi provo con il d76 a 1+3 come dice chrome. Stasera o domani sviluppo e poi quando stampo vi faccio sapere come è andata. (se vi interessa)
Vediamo che porcherie riesco a tirar fuori.

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Re: Sviluppo fp4 notturna
A me interessa ;)
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Re: Sviluppo fp4 notturna
Ho capito eh, pero me lo puoi spiegare con altre parole?Silverprint ha scritto: Ho invece delle perplessità riguardo l'uso di quella pellicola che ricordo con la tendenza ad avere una curva un po' impennata (cioè densità elevate in alte luci a paragone delle densità sui toni medi), tanto più considerando che è una tendenza che il Rodinal potrebbe accentuare.
Una curva caratteristica di quel genere mal si sposa con soggetti che hanno la stessa caratteristica... cioè contrasto locale che diminuisce al diminuire della luminosità.

Vuol dire che una scena sarà meglio rappresentata se la pellicola usata ha una curva caratteristica... contro curva

Cioè di maggiore sensibilità?
O la stessa pellicola trattata con altro rivelatore puo avere una curva piu lineare?
Comunque sta asciugando, e sembra.. bella

Le esposizioni vanno dai 9 secondi ai 7 minuti. Due fotogrammi sottoesposti sulla stessa scena, sicuramente errore mio. La tabella del Dega funziona bene, ci si puo fidare, non ha messo cifre a caso.

L'ho sviluppata per 11 minuti in D76 1+3, agitato come suggerito da chromemax
Non vedo l'ora di stamparla.

- roby02091987
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Re: Sviluppo fp4 notturna
Manda pure immagini che interessa anche a me 

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Re: Sviluppo fp4 notturna
No... non esattamente. La resa tonale dipende da come si incrociano la gamma di luminosità del soggetto e la curva caratteristica della pellicola (e anche dalla sensibilità spettrale).Pacher ha scritto:Ho capito eh, pero me lo puoi spiegare con altre parole?Silverprint ha scritto: Ho invece delle perplessità riguardo l'uso di quella pellicola che ricordo con la tendenza ad avere una curva un po' impennata (cioè densità elevate in alte luci a paragone delle densità sui toni medi), tanto più considerando che è una tendenza che il Rodinal potrebbe accentuare.
Una curva caratteristica di quel genere mal si sposa con soggetti che hanno la stessa caratteristica... cioè contrasto locale che diminuisce al diminuire della luminosità.![]()
Vuol dire che una scena sarà meglio rappresentata se la pellicola usata ha una curva caratteristica... contro curva![]()
Il notturno urbano ha però le sue caratteristiche particolari, che si possono riassumere in: contrasto generale molto elevato e contrasto locale calante al calare della luminosità. Sono caratteristiche legate alla illuminazione tramite luci (quasi) puntiformi la cui luminosità decade in proporzione al quadrato della distanza ed alla luminosità diffusa di base che rispetto alle sorgenti di luce è molto ridotta (a meno che non ci sia una bella cappa di smog/foschia, etc)...
NB. al tutto va aggiunta l'impossibilità di misurare l'esposizione sui toni scuri e quindi l'impossibilità di misurare esattamente il contrasto.
Per ovviare al contrasto generale molto elevato si ricorre a una riduzione del tempo di sviluppo, ma questa normale precauzione di solito non basta; non basta perché se si prende come riferimento per le alte luci (zona VIII) un area vicina ad una sorgente di luce e si vuole che vi sia un certo dettaglio nelle aree meno illuminate la riduzione di sviluppo che sarebbe necessaria è (quasi sempre) ben oltre le possibilità di contrazione della pellicola, cioè occorrerebbe qualcosa ben oltre N-3 (ma a quel punto si impasta tutto...). Vale a dire che dovremmo sin dall'inizio mettere in conto interventi in stampa come bruciature locali con contrasto ridotto, pre-velatura, mascherature delle aree scure (se l'esposizione è abbondante e lo consente), etc.
Per evitare che questi interventi diventino troppo laboriosi e pesanti (quindi visibili) occorre fare in modo che la curva caratteristica della pellicola abbia una pendenza ridotta (ovvero poco contrasto) a livelli di esposizione superiori a quelli normalmente usati come riferimento.
Per chiarire è possibile avere la Zona VIII con una certa densità e la zona XII con densità più o meno elevata. Se la densità della Zona XII è elevata avremo difficoltà nel bruciarla, se non è tanto elevata sarà più facile.
Da questa considerazione nasce la necessità di usare rivelatori non troppo energici e di ridurre l'agitazione, perché sia l'agitazione che un rivelatore energico tenderanno a produrre densità più elevate agli elevati livelli di esposizione anche a parità di densità del tono chiaro di riferimento (zona VIII).
Venendo alla scelta della pellicola più adatta questa dovrà poter produrre (in unione al rivelatore scelto ed alla tecnica di sviluppo) una curva caratteristica che abbia una buona pendenza sui valori bassi che nella scena hanno meno contrasto (per evitare un grigiume impastato nelle parti scure) e via, via una riduzione della pendenza mano a mano che si sale con l'esposizione (e il contrasto della scena) per evitare che poi siano difficilmente stampabili e più vicine ad una resa plausibile.
Ah... considerazione a monte: l'occhio/cervello compensa il contrasto alla bisogna entro limiti più elevati di quando non riesca a fare la pellicola.
No, no, la sensibilità non c'entra nulla, e per altro coi tempi lunghi la più sensibile diventa quella che soffre meno di difetto di reciprocità. Una Acros 100 con 30" è sicuramente più sensibile di una Tri-x, per esempio.Pacher ha scritto:Cioè di maggiore sensibilità?
O la stessa pellicola trattata con altro rivelatore può avere una curva più lineare?
Il rivelatore e come viene usato (tempo, diluizione, agitazione) cambia la curva caratteristica e i cambiamenti saranno tanto più evidenti tanto più sarà elevato il livello di esposizione, ma almeno fino a toni medio chiari l'andamento tipico di una certa pellicola rimane riconoscibile, insomma lascia il segno.
Se quindi scelgo una pellicola che tendenzialmente produce densità molto elevate al salire dell'esposizione per avere un negativo adatto al notturno urbano sarò costretto ad interventi più pesanti in fase di sviluppo, interventi pesanti che produrranno una più marcata riduzione di contrasto anche sulle zone più scure; zone scure dove invece il contrasto mi serve...
La scelta della pellicola dovrebbe quindi privilegiare quelle pellicole che hanno una buona pendenza sui toni medi e bassi ed una ridotta tendenza a produrre densità molto elevate... e magari anche che non saturino tanto presto.

