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Sviluppo stand

Inviato: 15/01/2018, 18:27
da chromemax
Tutti ne parlano come la panacea di ogni fotografo; qualsiasi pellicola, qualsiasi temperatura, qualsiasi contrasto del soggetto, ottimo risultato sempre garantito. Lo provai anni fa e non mi piacque, a parte l'effetto bordo brutto, anche la scala tonale era distorta, dando alle stampe un aspetto... "strano".
Per curiosità l'ho provato questo fine settimana, con una FP-4. Ho usato la ricetta "classica": R09 one shot (Rodinal) 1+100 per 1 ora con agitazione continua il primo minuto e poi due ribaltamenti della tank allo scadere della mezz'ora e basta.
Il mio giudizio rimane confermato; la cosa più fastidiosa è proprio l'andamento distorto della scala tonale, facilmente verificabile anche dalla curva caratteristica (quella tratteggiata è la FP-4 in D-76):
stand.jpg
Inoltre il contrasto è altino (gradiente 0.65), segno che lo sviluppo andrebbe ridotto nel tempo o la diluizione aumentata.
Il grafico presenta anche dei salti, forse dovuti a delle disuniformità di trattamento a causa della scarsa agitazione.
Ho stampato anche dei negativi di ritratti (femminili), forse la situazione peggiore per quanto riguarda la riproduzione tonale, che deve essere perfetta per questo tipo di immagini data l'elevata sensibilità dell'occhio per i volti, ma il risultato è stato deludente, ombre scure e piatte e luci sparate, oltre ad una grana visibile e bruttina.
Forse nel procedimento ibrido, "smucinando" con curve e livelli, si tira fuori qualcosa, ma nella stampa ottica un buon classico sviluppo di una volta, magari un bel "polverone" o anche lo stesso Rodinal, hanno molto di meglio da offrire.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 15/01/2018, 19:26
da Lollipop
Premetto che ibridizzo (si può dire? Boh) tramite duplicazione.
Tempo fa ho fa ho eseguito un test comparativo sullo sviluppo proprio della FP4+: hasselblad su cavalletto, tre magazzini, stessi parametri di scatto, stessi parametri di duplicazione.
Il primo rullo è stato sviluppato in stand con Paranol S 1+100, 60', 10 agitazioni iniziali.
Il secondo con Paranol S 1+50, 21', agitazioni: 10 iniziali e 5 ogni minuto
Il terzo Paranol S 1+25, 7'45", agitazioni: 10 iniziali e 5 ogni minuto

Per quanto concerne i parametri di esposizione: 64 iso per entrambe le scene ed esposizione sulle ombre: -2 stop per la prima scena, -3 per la seconda.

Ovviamente mi piacerebbe molto avere l'attrezzatura e le competenze che sfornato i tuoi grafici. Io ho impiegato Lightroom, che poi è parte integrante della catena.

Le immagini che seguono sono state duplicate dal negativo, con parametri invariati e senza alcun intervento in post processing.

Scena 1- Sviluppo stand.
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Scena 1- Sviluppo 1+50
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Scena 1 - Sviluppo 1+25
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Scena 2- Sviluppo stand.
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Scena 2- Sviluppo 1+50
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Scena 2 - Sviluppo 1+25
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Questo test mi è stato utile per capire che per la duplicazione nessuno dei tre sviluppi è ottimale (in genere, non solo per la FP4+): gli sviluppi 1+25 e 1+50 descrivono la scena con più livelli rgb ma comprimono le alte luci, rendendo più compicato un loo eventuale recupero di dettagli. Lo stand comprime le ombre ma rende più gestibili le alte luci e la scena è compressa in meno livelli rgb. Mi serviva qualcosa ad hoc.

Da allora non ho più usato la FP4, perchè il costo la rendeva proibitiva per farsi le ossa con lo sviluppo e i test associati. Ho lavorato pertanto con le Fomapan 100 e 400 e sono arrivato ai seguenti parametri di sviluppo, che ricordano degli semi-stand:

Fomapan 400:
- esposizione a 200 iso
- 1+100 (6+600 sia col 135 che col 120)
- 45 minuti totali
- per i primi 6 minuti: 10 ribaltamenti x 10 secondi (ovvero uno al secondo, quindi piuttosto energici) per minuto
- al minuto 22':30" 3 ribaltamenti da 2 secondi cadauno.

Fomapan 100 (sviluppo a maggior contrasto):
- esposizione a 50 iso
- 1+100 (6+600 sia col 135 che col 120)
- 33 minuti totali
- per i primi 5 minuti: 10 ribaltamenti x 10 secondi (ovvero uno al secondo, quindi piuttosto energici) per minuto
- al minuto 16':30" 3 ribaltamenti da 2 secondi cadauno.

Fomapan 100 (sviluppo a minor contrasto):
- esposizione a 50 iso
- 1+100 (6+600 sia col 135 che col 120)
- 30 minuti totali
- per i primi 4 minuti: 10 ribaltamenti x 10 secondi (ovvero uno al secondo, quindi piuttosto energici) per minuto
- al minuto 15':00" 2 ribaltamenti da 2 secondi cadauno.

Con questi parametri riesco ad ottenere una gamma piuttosto estesa e riducendo molto l'intervento in PP, per preservare la qualità del negativo digitalizzato.

Fomapan 100 - scena a contrasto bassissimo.
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Fomapan 100 - scena a contrasto medio alto.
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Fomapan 400 - scena a basso contrasto
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Anche queste immagini così come uscite dalla duplicazione e senza PP


Mi spiace non poter fornire report strumentali più rigorosi.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 16/01/2018, 16:53
da user20190605
[quote="Lollipop"]
Da allora non ho più usato la FP4, perchè il costo la rendeva proibitiva per farsi le ossa con lo sviluppo e i test associati. Ho lavorato pertanto con le Fomapan 100 e 400 e sono arrivato ai seguenti parametri di sviluppo, che ricordano degli semi-stand:

Sui margini di questo tema, direi, commentando anche l'esperienza di Chromemax, e la tua:

- E' vero che le pellicole FOMA costano qualcosa in meno, ma nelle mani di uno esperto e di uno meticoloso, sono ottime. E voi due, lo siete.

- Vero è che per le pellicole del tipo classico, come le FOMA, i rivelatori come Rodinal, sono ben adatti.

- Il dilemma se sia soltanto Rodinal che non agisce con energia, o siano anche le pellicole FOMA che non abbiano l'effettiva sensibilità come quella nominale dichiarata, io personalmente ho risolto come i rabbini :) Rodinal sviluppa con meno energia, e le pellicole FOMA sono ideali se esposte sui 0,5 stop in meno. Tutto sommato, cosa faccio io: tenendo in conto R09 OneShot 1+50, considero pellicole FOMA con 2/3 dello stop in meno. Perché trovo infine che queste sensibilità e energia inferiori, si sommino, sono cumulative

- Detto questo, anche con lo stand di 1 ora, meglio detto di 35-45 minuti con R09 OneShot sui 1-100, bisogna esporle con 2/3 in meno.

- Bisogna usare questa tecnica, non per i ritratti, - vabbe' Chromemax ha fatto dei ritratti come test, non per ottenere le foto nello stile "Avedon"...Perché se avesse voluto realizzare uno sviluppo stand, avrebbe usato ID-11 a 1+7, con effetto di grana cremosa, ma a lui non piace quest'ultima, ha scritto una volta...dico con amicizia e simpatia... Perché Rodinal nelle zone fuori focus, prive dell'effetto "acutanza"-effetto bordi nitidi, da le zone sporche e antipatiche, al di là del VUOTO nelle ombre SOVRA-SVILUPPATE, che rovina fino allo strato di poliestere, o come-si-chiama...Meglio sarebbe stato uno dolce D-76 a 1+3/1+7 come semi-stand o stand (quest'ultimo).

- Tornando sulle FOMA, uso Fomapan 200 come 125 ISO nominali, con R09 OneShot 1+50, sui 10 minuti e ottengo i negativi perfetti. Devo dire che i 9 minuti sono sufficienti. E adoro le FOMA, perchè sono di Hradec Kralove in Repubblica Ceca, dove producono o producevano degli ottimi pianini(pianoforti) di marca Petrof.

- Ragazzi, fatte le belle foto! Non dei test! (Che faccio anch'io)!

Re: Sviluppo stand

Inviato: 16/01/2018, 18:02
da Lollipop
No non sono un'esperto :). Provo solo a capire come funzionano le cose e adoro i test, specialmente quando sono eseguiti con metodo e criterio come quelli postati da Chromemax.
Ne ho fatti anche io in passato ma ho sempre avuto il dubbio sulla correttezza metodologica del mio layout. Oggi, usando il mio duplicatore autocostruito, che mi permette di mantenere costanti i parametri di illuminazione e, di conseguenza, di esposizione, ne ho fatto uno propiro con la Fomapan 400 e il protocollo di sviluppo sopra esposto e di seguito riportato:

Fomapan 400:
- 1+100 (6+600 sia col 135 che col 120)
- 45 minuti totali
- per i primi 6 minuti: 10 ribaltamenti x 10 secondi (ovvero uno al secondo, quindi piuttosto energici) per minuto
- al minuto 22':30" 3 ribaltamenti da 2 secondi cadauno.

Ho esposto un rullo 135 in tre parti: una a 400 (lnea verde), la seconda a 200 (linea gialla) e l'ultima a 100 iso (linea rossa), 11 fotogrammi da zona 0 a X. Tutte sono poi messe a confronto con la risposta lineare RGB base. Sviluppo ovviamente unico.
Il risultato, riferito a valori RGB inevitabilmente, mostra che la sensibilità che ho sempre usato (200 iso) è ancora un poco sotto la linea di riferimento mentre la 100 iso la cavalca, con una leggera esaltazione dei toni medi (che secondo me danno più "corpo" all'immagine).
Ovviamente la risposta generale comprende anche la curva di contrasto impostata dal produttore della fotocamera digitale usata per la duplicazone (Ricoh GXR M-Module).

Detto questo, una prova a 100 iso la Foma 400 la merita. :)

Re: Sviluppo stand

Inviato: 16/01/2018, 18:12
da chromemax
Complimenti.
Trovo strane le ondulazioni sulle curve 100 e 200 (rossa e gialla), e il fatto che si copino ma con la fluttuazione più marcata su 100; come hai letto le densità?

Re: Sviluppo stand

Inviato: 16/01/2018, 18:49
da user20190605
Lollipop ha scritto: Detto questo, una prova a 100 iso la Foma 400 la merita. :)
Le darei 14 minuti, R09 1+50, vado a memoria. Con 2/3 stop in meno, cioè come 250 ISO. E con una regolare esposizione sulle ombre, come sempre, si capisce.

Così come, le darei 400 ISO con R09 1+100, con 45 minuti, e 250 ISO con 35 minuti.
Foto allegata con lo sviluppo 60 minuti ed era sovra-sviluppata:

Re: Sviluppo stand

Inviato: 16/01/2018, 19:16
da Lollipop
chromemax ha scritto:Complimenti.
Beh, detto da te è un onore :)
Trovo strane le ondulazioni sulle curve 100 e 200 (rossa e gialla), e il fatto che si copino ma con la fluttuazione più marcata su 100; come hai letto le densità?
Ho prima duplicato tutti i frame del negativo con parametri di dupicazione (scatto) costanti. I valori tempo/diaframma li ho ricavati nel tempo e li mantengo costanti per ogni duplicazione (i valori ovviamente, cambiando il rapporto di ingrandimento, sono diversi da 135,120 6x6 e 120 645). Per trovarli avevo preso l'abitudine di sacrificare un fotogramma di ogni rullino con un grigio medio (il cielo o un muro bianco, con valori da esposimetro alla sensibilità in uso). In settimane ho collezionato un numero di grigi medi da far invidia :). Alla fine ho dovuto fare una scelta media arbitraria, con una coppia tempo/difaramma di duplicazione forse non precisa alla frazione di stop ma l'importante era rendere costante qulle che se lasciato variabile avrebbe invalidato ogni risultato (oltre a consentire di valutare se l'esposizione del negativo era buona o faceva schifo..). Successivamente li ho importandoli in Lightroom,croppando leggermente la sezione centrale per eliminare una qualsiasi influenza dovuta alla caduta di luce ai bordi da parte dell'obiettivo (è un obiettivo macro Sekor 80/4 per 645, su aps-c poi non dovrebbe comunque averne ma a scanso di equivoci...). Poi ho importato in PS per un blur average di ciascun frame per avere una lettura precisa all'unità RGB.
Con lo strumento Digital Color Meter del MAc ho infine letto ciascun valore.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 16/01/2018, 19:21
da Lollipop
Scordisk ha scritto:
Lollipop ha scritto: Detto questo, una prova a 100 iso la Foma 400 la merita. :)
Le darei 14 minuti, R09 1+50, vado a memoria. Con 2/3 stop in meno, cioè come 250 ISO. E con una regolare esposizione sulle ombre, come sempre, si capisce.

Così come, le darei 400 ISO con R09 1+100, con 45 minuti, e 250 ISO con 35 minuti.
Foto allegata con lo sviluppo 60 minuti ed era sovra-sviluppata:
Ci ho perso tropo tempo dietro al Foma 400 e 100 per cambiare i parametri di sviluppo. Con la 200 ci ho rinunciato: mi esce sempre moscia..
Ora ho ordinato una bella scorta di Rollei Retro 400 e 80S. Ho provato la prima e mi è piaciuta, più della Foma, e vorrei trovarci un feeling.

Devo lavorare con una pellicola alla volta altrimenti faccio casino. :)

Re: Sviluppo stand

Inviato: 16/01/2018, 19:28
da Lollipop
chromemax ha scritto: Trovo strane le ondulazioni sulle curve 100 e 200 (rossa e gialla), e il fatto che si copino ma con la fluttuazione più marcata su 100
Me lo sono chiesto anch'io ma non riesco a trovarne risposta. Forse dipende dal processo di sviluppo o da imperfezioni nel layout del test. Oppure, più probabilmente, sono le influenze dovute alla curva di contrasto impostata di fabbrica al sensore della Ricoh e sulla quale non posso fare nulla.
Certo, potrei compensarla in PP ma prima dovrei identificarla alla perfezione per mezzo di un grayscale e di un processo calibrati. Troppo complicato per me, per un risultato poi, col "maneggiamento" del file digitale, tutto da verificare. Ho decico di non preoccuparmene e di considerarla parte integrante della catena pellicola-sviluppo-sensore.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 17/01/2018, 17:48
da user20190605
Lollipop ha scritto:
chromemax ha scritto: Trovo strane le ondulazioni sulle curve 100 e 200 (rossa e gialla), e il fatto che si copino ma con la fluttuazione più marcata su 100
Me lo sono chiesto anch'io ma non riesco a trovarne risposta. Forse dipende dal processo di sviluppo o da imperfezioni nel layout del test. Oppure, più probabilmente, sono le influenze dovute alla curva di contrasto impostata di fabbrica al sensore della Ricoh e sulla quale non posso fare nulla.
Certo, potrei compensarla in PP ma prima dovrei identificarla alla perfezione per mezzo di un grayscale e di un processo calibrati. Troppo complicato per me, per un risultato poi, col "maneggiamento" del file digitale, tutto da verificare. Ho decico di non preoccuparmene e di considerarla parte integrante della catena pellicola-sviluppo-sensore.
Ragazzi, diamoci una controllatina alle 3 charts ufficiali di FOMA, e capiremo. Sono 3 curve praticamente identiche. Qui nel Forum prima si leggeva che FOMA avesse grossolanamente pubblicato queste charts come con un pennello.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 17/01/2018, 18:00
da Lollipop
Scordisk ha scritto:
Lollipop ha scritto: Ragazzi, diamoci una controllatina alle 3 charts ufficiali di FOMA, e capiremo. Sono 3 curve praticamente identiche. Qui nel Forum prima si leggeva che FOMA avesse grossolanamente pubblicato queste charts come con un pennello.
Sai che non ho capito?

Re: Sviluppo stand

Inviato: 17/01/2018, 19:03
da user20190605
Lollipop ha scritto:
Scordisk ha scritto:
Lollipop ha scritto: Ragazzi, diamoci una controllatina alle 3 charts ufficiali di FOMA, e capiremo. Sono 3 curve praticamente identiche. Qui nel Forum prima si leggeva che FOMA avesse grossolanamente pubblicato queste charts come con un pennello.
Sai che non ho capito?
Ebe', ti spiego:
- i tre grafici FOMA per loro tre pellicole sono praticamente identici.
- Qui nel forum nel 2017 si poteva leggere che non erano molto veritieri. Chissa.
- Io personalmente, usando tutte le tre pellicole 100-200-400 ISO, ho trovato che sono molto simili nell'annerimento, e nel "panchromatismo". Quasi identiche. Perciò, credo agli ingegneri della FOMA e mi fido di loro lavoro e analisi, così come mi fido dei pianoforti Petrof di Hradec Kralove.

Tutto ciò senza alcuna critica, o simile. Ma mi permetto di usare mia memoria (analogica, non digitale) :D

Re: Sviluppo stand

Inviato: 17/01/2018, 19:18
da Lollipop
Scordisk ha scritto:]
Ebe', ti spiego:
- i tre grafici FOMA per loro tre pellicole sono praticamente identici.
- Qui nel forum nel 2017 si poteva leggere che non erano molto veritieri. Chissa.
- Io personalmente, usando tutte le tre pellicole 100-200-400 ISO, ho trovato che sono molto simili nell'annerimento, e nel "panchromatismo". Quasi identiche. Perciò, credo agli ingegneri della FOMA e mi fido di loro lavoro e analisi, così come mi fido dei pianoforti Petrof di Hradec Kralove.

Tutto ciò senza alcuna critica, o simile. Ma mi permetto di usare mia memoria (analogica, non digitale) :D
No so. Io le ho usate, testate e quello che vedi nel grafico per la 400 è quello che ho riscontrato.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 17/01/2018, 19:57
da chromemax
Scordisk ha scritto:Ebe', ti spiego:
- i tre grafici FOMA per loro tre pellicole sono praticamente identici.
- Qui nel forum nel 2017 si poteva leggere che non erano molto veritieri. Chissa.
- Io personalmente, usando tutte le tre pellicole 100-200-400 ISO, ho trovato che sono molto simili nell'annerimento, e nel "panchromatismo". Quasi identiche. Perciò, credo agli ingegneri della FOMA e mi fido di loro lavoro e analisi, così come mi fido dei pianoforti Petrof di Hradec Kralove.

Tutto ciò senza alcuna critica, o simile. Ma mi permetto di usare mia memoria (analogica, non digitale)
E' scritto a pagina 63 de "Sensitometria in 10 capitoli"
grafici_foma_identici.jpg
Anche se hanno annerimenti molto simili, una condizione sperimentale come questa equivale al raggiungimento dello zero assoluto... non po' esse' anche se i pianoforti Petrof fossero i migliori del mondo :D

Re: Sviluppo stand

Inviato: 18/01/2018, 10:17
da Lollipop
chromemax ha scritto:
Scordisk ha scritto:Ebe', ti spiego:
- i tre grafici FOMA per loro tre pellicole sono praticamente identici.
- Qui nel forum nel 2017 si poteva leggere che non erano molto veritieri. Chissa.
- Io personalmente, usando tutte le tre pellicole 100-200-400 ISO, ho trovato che sono molto simili nell'annerimento, e nel "panchromatismo". Quasi identiche. Perciò, credo agli ingegneri della FOMA e mi fido di loro lavoro e analisi, così come mi fido dei pianoforti Petrof di Hradec Kralove.

Tutto ciò senza alcuna critica, o simile. Ma mi permetto di usare mia memoria (analogica, non digitale)
E' scritto a pagina 63 de "Sensitometria in 10 capitoli"
grafici_foma_identici.jpg
Anche se hanno annerimenti molto simili, una condizione sperimentale come questa equivale al raggiungimento dello zero assoluto... non po' esse' anche se i pianoforti Petrof fossero i migliori del mondo :D
Vedo che quelle curve di contrasto sono state ottenute col Microphen, che non ho mai usato, e non riscontrando un piede ne una spalla non so neanche se siano credibili così fatte. Detto questo, quelle pendenze li sarebbe da favola per le mie esigenze (mi sono ripromesso di non usare più qualla parola li :D ).
In tutta onestà con Paranol S e le istruzioni da bugiardino non ho mai ottenuto niente che solo di avvicinasse, forse a causa mia.
Con la 400, sopra reportata, e con la 100 sono riuscito a raggiungere un risultato soddisfacente solo coi progessi descritti, frutto di diverse prove. Ovvio è che quando si arriva a destinazione si è già contenti di questo e poco importa se la strada è stata la più breve possibile.
Nel pomeriggio sarò in Val Seriana, dove ci sono un paio di siti industriali a mio avviso molto fotogenici. Mi porterò la rollei con la Foma 400 da esporre a 100 e trattare come sopra. Vediamo se il test "in vivo" porterà i riscontri attesi.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 18/01/2018, 10:18
da Lollipop
Lollipop ha scritto:
chromemax ha scritto:
Scordisk ha scritto:Ebe', ti spiego:
- i tre grafici FOMA per loro tre pellicole sono praticamente identici.
- Qui nel forum nel 2017 si poteva leggere che non erano molto veritieri. Chissa.
- Io personalmente, usando tutte le tre pellicole 100-200-400 ISO, ho trovato che sono molto simili nell'annerimento, e nel "panchromatismo". Quasi identiche. Perciò, credo agli ingegneri della FOMA e mi fido di loro lavoro e analisi, così come mi fido dei pianoforti Petrof di Hradec Kralove.

Tutto ciò senza alcuna critica, o simile. Ma mi permetto di usare mia memoria (analogica, non digitale)
E' scritto a pagina 63 de "Sensitometria in 10 capitoli"

grafici_foma_identici.jpg

Anche se hanno annerimenti molto simili, una condizione sperimentale come questa equivale al raggiungimento dello zero assoluto... non po' esse' anche se i pianoforti Petrof fossero i migliori del mondo :D
Vedo che quelle curve di contrasto sono state ottenute col Microphen, che non ho mai usato, e non riscontrando un piede ne una spalla non so neanche se siano credibili così fatte. Detto questo, quelle pendenze sarebbero da favola per le mie esigenze (mi sono ripromesso di non usare più qualla parola li :D ).
In tutta onestà con Paranol S e le istruzioni da bugiardino non ho mai ottenuto niente che solo di avvicinasse, forse a causa mia.
Con la 400, sopra reportata, e con la 100 sono riuscito a raggiungere un risultato soddisfacente solo coi progessi descritti, frutto di diverse prove. Ovvio è che quando si arriva a destinazione si è già contenti di questo e poco importa se la strada è stata la più breve possibile.
Nel pomeriggio sarò in Val Seriana, dove ci sono un paio di siti industriali a mio avviso molto fotogenici. Mi porterò la rollei con la Foma 400 da esporre a 100 e trattare come sopra. Vediamo se il test "in vivo" porterà i riscontri attesi.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 18/01/2018, 20:13
da user20190605
Lollipop ha scritto:Nel pomeriggio sarò in Val Seriana, dove ci sono un paio di siti industriali a mio avviso molto fotogenici. Mi porterò la rollei con la Foma 400 da esporre a 100 e trattare come sopra. Vediamo se il test "in vivo" porterà i riscontri attesi.
Siccome nelle righe antecedenti a questa, scrivevi che vorresti provare con Microphen sulle FOMA, qui si legge che "100 ISO per FOMA 400" corrisponda al Paranol S(Rodinal di Tetenal). Nel senso che di nuovo rimani con le tecniche precedenti. Scusami, sei libero di farle. Siccome Paranol S e Rodinal sono adatti per le pellicole di bassa e media sensibilità (che pochi ormai usano), la perdita di sensibilità forse non è alta, ma l'effetto grana è pronunciato.

Volevo soprattutto dire che ISO 100 con FOMA 400 sono assurdamente troppo pochi, con Rodinal R09 almeno, Paranol S non lo conosco. Ed in più, i test con diluizioni 1+100 tali non lo sono, sono fuori limiti di funzionamento del rivelatore. Con tale diluizione, dopo 25-30 minuti nulla più succede. Se lo faresti di nuovo con 1+100, fallo per 30 minuti con agitazione ogni minuto, con previo ammollo di 1.5 minuto e con previa agitazione continua per 2 minuti. Ma, non più di una trentina di minuti con 1+100.

Sono ideali 14 minuti per FOMA 400 con diluizione 1+50 con R09 almeno, che conosco io, con questo predetto ammollo e agitazione, come ti ho scritto.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 8:36
da Lollipop
Scordisk ha scritto: Volevo soprattutto dire che ISO 100 con FOMA 400 sono assurdamente troppo pochi, con Rodinal R09 almeno, Paranol S non lo conosco. Ed in più, i test con diluizioni 1+100 tali non lo sono, sono fuori limiti di funzionamento del rivelatore. Con tale diluizione, dopo 25-30 minuti nulla più succede. Se lo faresti di nuovo con 1+100, fallo per 30 minuti con agitazione ogni minuto, con previo ammollo di 1.5 minuto e con previa agitazione continua per 2 minuti. Ma, non più di una trentina di minuti con 1+100.

Sono ideali 14 minuti per FOMA 400 con diluizione 1+50 con R09 almeno, che conosco io, con questo predetto ammollo e agitazione, come ti ho scritto.
Le ultime sono le indicazioni anche per il Paranol S, che non è altro che uno dei tanti Rodinal in giro.
La discussione è interessante ma prima dobbiamo capirci su quelle che sono le aspettative di sviluppo. Allo scopo ti chiedo, come chiedo a chiunque volesse darla, la tua opinione sui tre negativi da Foma 400 qui sotto postati (considerali pari agli originali). In particolare se li ritieni usabili e se si con quali limiti.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 11:39
da user20190605
Lollipop ha scritto:
Scordisk ha scritto:Allo scopo ti chiedo, come chiedo a chiunque volesse darla, la tua opinione sui tre negativi da Foma 400 qui sotto postati (considerali pari agli originali). In particolare se li ritieni usabili e se si con quali limiti.
Ne avrei dato 1/3 dello stop in più - nel senso che avrei dato 1/3 di stop in più alle ombre, misurando sul posto più scuro sotto le sedie del ristorantino o cosa fosse, o sulle parti scure delle porte, e sulle parti più buie del paesaggio. Tutto questo, lo so, è spesso impossibile applicare sul posto.

Voglio dire, i negativi sono moolto operativi, ma, dico ma, dato il basso contrasto sempre ottenibile dai vari Rodinal, o almeno dai Rodinal applicati sulle pellicole di sensibilità alta che di regola non produce contrasti forti, si può benissimo esporre sulle ombre, senza paura che le luci alte si brucino da rivelatore. Vuol dire che quei 1/3 di stop predetti, avrebbero potuto essere anche 1/2 stop incirca.

P.S. Per una valutazione ancora più precisa, sarebbe stato necessario visionare i bordi della pellicola, per compararli con le zone più buie, esposte.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 12:00
da Lollipop
Ok, grazie della risposta.
La prima e la terza sono state esposte a 100 iso mentre la seconda a 200. Il trattamento di sviluppo è quello descritto sopra.
Anche io non ne sono insoddisfatto (queste sono le duplicazioni dei negativi e sono veramente pari, o molto prossimi ad esserlo, agli originali). Per sfruttare la piena dinamica del sensore ed avere duplicazioni con il più ampio range di informazioni RGB a descrivere le scene, dovrei invece ottenere questo con lo sviluppo:

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 12:05
da Lollipop
PS sono sempre più convinto che i percorsi per l'analogico puro e l'ibrido (cavolo, I did it again :D ) non si separino dal negativo sviluppato ma ben prima: dallo sviluppo, anzi probabilmente già dalla scelta della pellicola.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 12:37
da user20190605
Lollipop ha scritto:PS sono sempre più convinto che i percorsi per l'analogico puro e l'ibrido (cavolo, I did it again :D ) non si separino dal negativo sviluppato ma ben prima: dallo sviluppo, anzi probabilmente già dalla scelta della pellicola.
Partono forse:
1. dalla considerazione sulla sensibilità nominale "assoluta" - con due sotto-varianti: la prima prova con la pellicola sviluppata nel rivelatore del produttore. FOMA ne ha entrambi. Dico "foma", ma potrebbe essere una copia diversa. E delle seconda prova per raggiungimento degli identici risultati con quella stessa pellicola nel rivelatore di un'altro produttore.
2. una volta stabilito il comportamento e l'aspetto della pellicola dal punto 1 sulla carta (carta) di gradazione "normal", si va oltre e si dichiarano altri parametri alla pellicola: sensibilità nominale inferiore, per esempio.

Qualche osservazione:
- non rimane chiaro se avessi lavorato con diluizione 1+50 o con 1+100. Se avessi o no, fatto un ammollo con risciacqui per rimuovere la vernice antihalo,
- se avessi o no nel caso dello sviluppo 1+100, dato 2 minuti iniziali con continua agitazione.
- nello scanner bisogna disabilitare la rimozione polveri e grafi, così come sharpness. Sono artificiali e creano soluzioni storte. Questo se uno proprio non usa SilverFast come software, o come si chiami.
- non mi è chiaro il fattore RGB, bisogna scannerizzarne come scale of grey, e se lo scanner comunque producesse il file RGB (colore), come primo intervento di ritocco, sarebbe di passare sul grey tones.
- gli interventi di dare contrasto alle scene, nel foto-ritocco, secondo me, sono errattissime, bisogna lavorare solo con aumento DI ANNERIMENTO, CIOE' abbassare il gamma, (correzzione che faccio ora), del foto grey-scale. E dopo, se proprio diversamente non va, dare un po' di contrasto.
Mi scuso, ma questi ultimi temi sono per un'altra sezione.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 12:54
da isos1977
Lollipop ha scritto:PS sono sempre più convinto che i percorsi per l'analogico puro e l'ibrido (cavolo, I did it again :D ) non si separino dal negativo sviluppato ma ben prima: dallo sviluppo, anzi probabilmente già dalla scelta della pellicola.
Una domanda. Questa tua convinzione nasce dai tuoi test, oppure è un approccio consolidato nella letteratura sul tema?

Ammetto di aver abbandonato molto presto l'ibrido, perchè l'ho trovavo più complicato e meno appagante della stampa tradizionale... ma del tuo approccio non mi convince molto questo passaggio....
Lollipop ha scritto: Anche queste immagini così come uscite dalla duplicazione e senza PP
La PP è parte integrante nella stampa tradizionale quanto nel processo ibrido... e a naso (ma sono curioso di altri pareri!) escludere la PP è concettualmente sbagliato.

Io proverei ad applicare all'ibrido un approccio simile a quello che viene spiegato nel famoso thread di Silverprint sulla catena di sviluppo e stampa. Lo sviluppo dovrebbe essere funzione del contrasto della scena e poi la PP "interpreta" il negativo, come si fa in stampa analogica.

Aggiungo un'altra considerazione. lo sviluppo Stand, per essere sintetici, rovina alla fonte il negativo inutilmente... nello sviluppo darei priorità all'ottenimento di un negativo di qualità. Poi la scansione viene in seguito. Forse, l'unica accortezza per lo scanner è di non avere un negativo troppo denso. Ma ripeto, i miei sono più spunti di discussione che affermazioni!

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 12:59
da lamanorbu
Lollipop ha scritto:Ok, grazie della risposta.
La prima e la terza sono state esposte a 100 iso mentre la seconda a 200. Il trattamento di sviluppo è quello descritto sopra.
Anche io non ne sono insoddisfatto (queste sono le duplicazioni dei negativi e sono veramente pari, o molto prossimi ad esserlo, agli originali). Per sfruttare la piena dinamica del sensore ed avere duplicazioni con il più ampio range di informazioni RGB a descrivere le scene, dovrei invece ottenere questo con lo sviluppo:
Fammi capire, per ottenere queste "simulazioni" praticamente hai preso le scansioni dei negativi e hai tirato i livelli di modo che il negativo contenesse tutta la scala di grigi dal bianco al nero assoluti, giusto?
Premesso che il mio occhio è assai inesperto, i tuoi negativi (quelli veri) mi sembrano parecchio buoni, forse eccezion fatta per il secondo che a parer mio è visibilmente sottoesposto (e infatti hai detto di averlo esposto a 200 ASA al posto di 100 come gli altri, se ho ben capito). Concordo con @Scordisk nel dire che un pochino più di luce non avrebbe fatto male alle ombre, questo Rodinal se la mangia proprio la sensibilità; io con le pellicole a media sensibilità non ho ancora avuto modo di fare test esaustivi, tuttavia ho sviluppato di recente una Kentmere 400 esposta a 200 nel buon vecchio Rodinal e le ombre erano poco dense (c'è da dire che io non sono proprio un mago con l'esposizione, dunque mi prendo metà della colpa :D ).

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 14:07
da Lollipop
Scordisk ha scritto:Mi scuso, ma questi ultimi temi sono per un'altra sezione.
Sezione che purtroppo oggi non c'è: la fotografia ibrida. Speriamo che arrivi presto :).
Partono forse:
[...]una volta stabilito il comportamento e l'aspetto della pellicola dal punto 1 sulla carta (carta) di gradazione "normal"[...]
Capisco il tuo punto di vista ma il punto è proprio questo: l'ibrido non è subordinato alla stampa analogica, dalla quale si sgancia, non è necessariamente finalizzato alla stampa digitale, ma per la quale deve essere pronto, è sicuramente ottimizzato alla visualizzazione a monitor pertanto allo spazio sRGB.
Qualche osservazione:
- non rimane chiaro se avessi lavorato con diluizione 1+50 o con 1+100. Se avessi o no, fatto un ammollo con risciacqui per rimuovere la vernice antihalo,
Sono andato, per sintesi, agli ultimi protocolli. Quello 1+50 è stato provato all'inizio ma non ha avuto alcun appeal per i motivi che trovi ad inizio thread.
Il mio protocollo attuale, quello usato per i negativi cui sopra, prevedono il prebagno. Non sono ancora sicuro di una sua utilità, beneficio o danno.
- se avessi o no nel caso dello sviluppo 1+100, dato 2 minuti iniziali con continua agitazione.
Perché proprio 2 minuti? Io invece ho pensato ai 10 secondi di energici ribaltamenti al minuto (un secondo cadauno), per i primi sei minuti, proprio per rinnovare la soluzione di rivelatore sulla superfice e spingere subito sulle alte luci.
- nello scanner bisogna disabilitare la rimozione polveri e grafi, così come sharpness. Sono artificiali e creano soluzioni storte. Questo se uno proprio non usa SilverFast come software, o come si chiami.
Non scansiono, duplico con fotocamera digitale in condizioni controllate (non esiste mica solo lo scanner :) ). Nessuno sharpness, ne durante ne dopo. Solo raw dal sensore.
- non mi è chiaro il fattore RGB, bisogna scannerizzarne come scale of grey, e se lo scanner comunque producesse il file RGB (colore), come primo intervento di ritocco, sarebbe di passare sul grey tones.
Cio che vedi a monitor oggi è secondo standard sRGB 8 bit. E' questo a cui arrivi appena esci dall'analogico e in qualche misura, pur minima, porti l'immagine al digitale (fosse anche solo per Facebook). Pertanto l'sRGB è lo standard per la condivisione.
La scala di grigi dello scanner, ma come di LR o ogni altra cosa, è sempre descritta in valori RGB. Nel tuo output da scanner in jpeg (certamente non il miglior formato per il PP) tutto è ancora descritto in sRGB. Sempre è descritto in sRGB. Io duplico per mezzo di sensore aps-c in raw 12 bit, poi su LR porto in b/n. Ma sempre di livelli rgb stiamo parlando perchè così verranno proposti.
- gli interventi di dare contrasto alle scene, nel foto-ritocco, secondo me, sono errattissime, bisogna lavorare solo con aumento DI ANNERIMENTO, CIOE' abbassare il gamma, (correzzione che faccio ora), del foto grey-scale. E dopo, se proprio diversamente non va, dare un po' di contrasto.
Giusto e sbagliato. Quello che ti ho proposto in seconda battuta è quanto vorrei ottenere da negativo-sviluppo, via sw è giusto lo sforzo del dito indice :). Non esiste un "manifesto" dell'ibrido ma se esiste penso che punterebbe alla conservazone delle informazioni contenute nel negativo per mezzo dello sfruttamento della massima dinamica del sensore. Tradotto: quello che voglio ottenere lo devo ottenere dall'esposizione, dalla pellicola, dallo sviluppo. il passaggio al digitale deve essere più neutro possibile, con la sola duplicazione inversione dei toni.
Scansionare affidandosi agli automatismi sarebbe come fotografare in modalità P e lordarsi del controllo della profondità di campo...

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 14:39
da Lollipop
isos1977 ha scritto: Una domanda. Questa tua convinzione nasce dai tuoi test, oppure è un approccio consolidato nella letteratura sul tema?

Ammetto di aver abbandonato molto presto l'ibrido, perchè l'ho trovavo più complicato e meno appagante della stampa tradizionale... ma del tuo approccio non mi convince molto questo passaggio....
Oggettivamente è una bella domanda. Innanzittuto non so a quale letteratura tu ti rifersica (sono nel campo della sanità e conosco un solo tipo di letteratura, quella scientifica) e a meno di una evidenza sfuggo agli approcci dogmatici.
PErò la domanda prima la pongo a te (poi giuro che ti rispondo): perchè la scansione e non la duplicazione? Eppure con la seconda si ha il pieno controllo dei parametri. Esattamente quelli che si hanno in fase di ripresa originale.
La PP è parte integrante nella stampa tradizionale quanto nel processo ibrido... e a naso (ma sono curioso di altri pareri!) escludere la PP è concettualmente sbagliato.
Dipende, non è sempre completamente così. C'è chi nel digitale fa le foglei aranconi e i cieli rosso/azzurri e chi più rispettoso di una coerenza. non c'è una rispsota gusta o sbagliata, ognuno fa quello che gli pare. Il mio ibrido ideale è la pura e sola inversione dei toni dopo la duplicazione, pertanto l'immagine si costruisce in ripresa e nello sviluppo. Poi,se c'è chi se la vuole maneggiare in PS, ma per lo più basta LR, faccia pure quello che vuole.
Io proverei ad applicare all'ibrido un approccio simile a quello che viene spiegato nel famoso thread di Silverprint sulla catena di sviluppo e stampa. Lo sviluppo dovrebbe essere funzione del contrasto della scena e poi la PP "interpreta" il negativo, come si fa in stampa analogica.
Esatto! E' proprio quello che mi sono posto come obiettivo: la catena negativo-sviluppo-sensore (quest'ultimo posto a carta fotografica con una unica curva di contrasto) con la parte nformativa posta alla sola inversone e "traduzione" ai protocolli informatici. Ora, speriamo solo che me la cavo :).
Aggiungo un'altra considerazione. lo sviluppo Stand, per essere sintetici, rovina alla fonte il negativo inutilmente... nello sviluppo darei priorità all'ottenimento di un negativo di qualità. Poi la scansione viene in seguito. Forse, l'unica accortezza per lo scanner è di non avere un negativo troppo denso. Ma ripeto, i miei sono più spunti di discussione che affermazioni!
Personalmente ho provato lo sviluppo stand solo perché veniva dato buono per la scansione... Non è assolutamente così, anzi.
Io nella scansone/duplicazione devo tenere cnto che il mio mezzo vede il mondo perimetrato da due valori RGB 0,0,0 (nero assoluto) e 255,255,255 (bianco assoluto) con 256 gradazioni finite in mezzo. Guarda caso la pellicola, in ogni condizione possibile di esposizione/sviluppo, non potra mai assumere ne il valore 0,0,0 ne il 255,255,255. Eppure quello che apparentemte è il contenuto (pellicola) di un contenitore più grande (sensore), in realtà contiene più informazioni del contenitore stesso. Forte questa cosa, no?
Pertanto la scelta è: privilegio la componete numerica o quella analogia? Ovvero, passo la scansione e dei bit faccio quel che mi pare oppure copio, il puo fedelmente possibile, l'immagine analogica limitandomi alla sola inversione? Questa non è più fotografia ma etica.

Grazie del contributo.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 14:58
da user20190605
Lollipop ha scritto:
Scordisk ha scritto: - non rimane chiaro se avessi lavorato con diluizione 1+50 o con 1+100. Se avessi o no, fatto un ammollo con risciacqui per rimuovere la vernice antihalo,
Secondo me, avresti ottenuto, ovvero, otterresti dalle FOMA e dalle altre, sempre con rivelatore troppo tranquillo come lo è R, l'aumento dell'effettiva sensibilità. Foma400 con 1+50 sarebbe uscita con 250 ISO nominali, giuro e metto la mano sul cartoncino del rullino.

Continuo.., per non citare troppo...

Il prebagno per lo sviluppo con R, serve per tutte le pellicole. Tutte.
Per le FOMA e altre con vernice antihalo o come si chiama, serve un bel risciacquo. Quando dura pochi secondi con molta agitazione, potrebbe spostare gli strati della pellicola, specialmente i tuoi 120, dalle spire, il resto ti è chiaro, come conseguenza. E questa vernice, ebbene, non va via dopo un risciacquo, ma dopo incirca 4.

In seguito, bisogna dare l'avvio con incirca 2 minuti di agitazione continua, non violenta. Lo sai già.

Volendo, uno può, ed è libero di lavorare come vuole o gli piace, secondo me, lasciarle là per 1 ora è inutile. Mia personale teoria è tutti i tempi oltre ai 15 minuti, per tutte le pellicole e tutti i rivelatori, sono inutili, ammorbidiscono tutto, creano velo, permettono al sodio quando è presente, di "pastosare" troppo la pellicola (Graic, manda pf. una foto per illustrazione, come per "lanoso", mi piaceva tanto).

Il migliore "stand" nello sviluppo, sarebbe di lasciare i mini-tank ai bimbi, come faceva mia figlia, rotolando il mini-tank sul tappeto. I cagnetti e gatti lo farebbero anche meglio e volentieri. :))

E aggiungo: mi piace molto tuo approccio etico e puro, fa ricordare a Spinosa.
Esisteva una specie di duplicatore marca Sony, incirca 15-ina di anni fa, dentro molto digitale, però munito del telaietto per i fotogrammi, solo non mi ricordo più se producesse i file, o i slides. L'approccio che mi interessava, avevo inoculato uno per un centinaio di euro, una volta...

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 15:18
da Silverprint
Ciao Lorenzo

Secondo me nel tuo procedere c'è un errore di fondo:
Lollipop ha scritto:... oppure copio, il più fedelmente possibile, l'immagine analogica limitandomi alla sola inversione? Questa non è più fotografia ma etica.
Il sensore in sé non è fedele e non lo è neanche la pellicola. Limitarsi alla sola inversione, per quanto tecnicamente possibile, come tecnicamente possibile e fare negativi apposta per un certo sensore dentro una certa macchina, non ha nulla di più etico o diverso dal lavorare il file, o lavorare la stampa per farli diventare come lo si desidera. La questione etica, casomai è nel come li si lavora, non nel lasciar fare il lavoro a delle macchine, che lo fanno per rendere l'immagine piacevole su base statistica.

Riprendendo il discorso strettamente tecnico io non vedo ragione alcuna nel tentare di fare il negativo in modo che con la semplice inversione, col file ottenuto da un certo sensore in una certa macchina o col certo scanner, fornisca un risultato ottimale con la semplice inversione. Casomai vedrei come condizione ottimale quella di fare negativi che siano anche adatti alla stampa, perché non vedo motivo nel farne di utilizzabili solo in un set-up specifico, tanto più se questo è digitale (vista anche la sue rapida evoluzione tecnica). Un negativo adatto alla stampa è sicuramente ben scansionabile o riproducibile digitalmente, mentre il contrario non è necessariamente vero.
In proposito è da notare un fatto, rilevante: la carta da stampa è un materiale ad alto contrasto, sul grado 2 l'IsoR vale circa 100, ovvero un range di poco più di 3 stop per produrre una gamma tonale dal quasi nero al quasi bianco. In digitale (jpg 8bit 255 livelli) l'IsoR paragonabile è circa doppio. Se volessi riempire tutta la gamma dinamica del sensore sarei costretto ad un notevole sovra-sviluppo, non privo di altre conseguenze, quali appiattimento della curva agli alti livelli di esposizione (che lo stand aggrava), aumento della grana etc. E questo "danno" lo andrei a fare solo per lo sfizio "etico" di volermi limitare alla sola inversione. Trovo che non abbia senso.

Insomma, ricomincerei proprio da altri presupposti.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 15:25
da Lollipop
lamanorbu ha scritto:
Lollipop ha scritto:Ok, grazie della risposta.
La prima e la terza sono state esposte a 100 iso mentre la seconda a 200. Il trattamento di sviluppo è quello descritto sopra.
Anche io non ne sono insoddisfatto (queste sono le duplicazioni dei negativi e sono veramente pari, o molto prossimi ad esserlo, agli originali). Per sfruttare la piena dinamica del sensore ed avere duplicazioni con il più ampio range di informazioni RGB a descrivere le scene, dovrei invece ottenere questo con lo sviluppo:
Fammi capire, per ottenere queste "simulazioni" praticamente hai preso le scansioni dei negativi e hai tirato i livelli di modo che il negativo contenesse tutta la scala di grigi dal bianco al nero assoluti, giusto?
Premesso che il mio occhio è assai inesperto, i tuoi negativi (quelli veri) mi sembrano parecchio buoni, forse eccezion fatta per il secondo che a parer mio è visibilmente sottoesposto (e infatti hai detto di averlo esposto a 200 ASA al posto di 100 come gli altri, se ho ben capito). Concordo con @Scordisk nel dire che un pochino più di luce non avrebbe fatto male alle ombre, questo Rodinal se la mangia proprio la sensibilità; io con le pellicole a media sensibilità non ho ancora avuto modo di fare test esaustivi, tuttavia ho sviluppato di recente una Kentmere 400 esposta a 200 nel buon vecchio Rodinal e le ombre erano poco dense (c'è da dire che io non sono proprio un mago con l'esposizione, dunque mi prendo metà della colpa :D ).
Ho solo aumentato il contrasto. Il punto è proprio questo: il negativo per digitalizzazione DEVE passare per un processo suo, diverso (da quello che leggo) da quelo per la stampa analogica. Seguono i fotogrammi in positivo: come usciti da duplicatore e a seguire col contrasto aumento in PP. Il goal sarebbe ottenere il contrasto desiderato per mezzo dell'esposizione/sviluppo. Ci sto provando.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 16:04
da lamanorbu
Capito, beh... buona fortuna allora! Secondo me tanto vale avere negativi buoni per la stampa, tanto (in stampa analogica come nella digitalizzazione) aumentare il contrasto è un problema ben meno laborioso di diminuirlo. Io il tuo problema lo interpreterei così: ammettiamo di voler sfruttare appieno la gamma tonale del dispositivo di digitalizzazione; se supponiamo di acquisire a grigio 16 bit abbiamo ben 65.000 tonalità di grigio disponibili. L'idea sarebbe quella di ottenere un negativo con una gamma tonale quanto più vasta possibile, il ché (nella mia ingenuità e inesperienza) significherebbe avere la zona meno esposta che cada sulla D-min della pellicola, viceversa la zona più esposta sulla D-max. A mio avviso un negativo del genere non solo è difficile da ottenere (le curve di sviluppo sono ben altro che lineari, ci troveremmo a comprimere ombre e alte luci) ma risulterebbe anche abbastanza ingestibile a livello applicativo.
Invece per quanto riguarda il contrasto: aumentare il contrasto, in parole spicce, vuol dire perdere informazioni; a livello di dettaglio conviene avere un negativo poco contrastato (tanta informazione tonale) dal quale togliere quanto dettaglio basta aumentando il contrasto in fase di stampa o post-produzione digitale.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 17:11
da Lollipop
Silverprint ha scritto:Ciao Lorenzo

Secondo me nel tuo procedere c'è un errore di fondo:

Il sensore in sé non è fedele e non lo è neanche la pellicola. Limitarsi alla sola inversione, per quanto tecnicamente possibile, come tecnicamente possibile e fare negativi apposta per un certo sensore dentro una certa macchina, non ha nulla di più etico o diverso dal lavorare il file, o lavorare la stampa per farli diventare come lo si desidera. La questione etica, casomai è nel come li si lavora, non nel lasciar fare il lavoro a delle macchine, che lo fanno per rendere l'immagine piacevole su base statistica.

Riprendendo il discorso strettamente tecnico io non vedo ragione alcuna nel tentare di fare il negativo in modo che con la semplice inversione, col file ottenuto da un certo sensore in una certa macchina o col certo scanner, fornisca un risultato ottimale con la semplice inversione. Casomai vedrei come condizione ottimale quella di fare negativi che siano anche adatti alla stampa, perché non vedo motivo nel farne di utilizzabili solo in un set-up specifico, tanto più se questo è digitale (vista anche la sue rapida evoluzione tecnica). Un negativo adatto alla stampa è sicuramente ben scansionabile o riproducibile digitalmente, mentre il contrario non è necessariamente vero.
In proposito è da notare un fatto, rilevante: la carta da stampa è un materiale ad alto contrasto, sul grado 2 l'IsoR vale circa 100, ovvero un range di poco più di 3 stop per produrre una gamma tonale dal quasi nero al quasi bianco. In digitale (jpg 8bit 255 livelli) l'IsoR paragonabile è circa doppio. Se volessi riempire tutta la gamma dinamica del sensore sarei costretto ad un notevole sovra-sviluppo, non privo di altre conseguenze, quali appiattimento della curva agli alti livelli di esposizione (che lo stand aggrava), aumento della grana etc. E questo "danno" lo andrei a fare solo per lo sfizio "etico" di volermi limitare alla sola inversione. Trovo che non abbia senso.

Insomma, ricomincerei proprio da altri presupposti.
Buongiorno Andrea, grazie del passaggio e del commento molto puntuale.
È verissimo: il sensore non è fedele. Volendo potrebbe anche esserlo ma, inserito in un prodotto per immagini che deve incontrare il gusto di un target di clienti, non può per forza esserlo. Nei mesi scorsi mi sono posto il problema se neutralizzare la curva di contrasto “di fabbrica” o se inglobarla nel processo, per semplicità ho scelto la seconda via. Vuoi per pigrizia (poi mica tanto, perché identificarla richiederebbe metodo e strumenti che non posseggo), vuoi per l’accettazione dell’imperfezione del mondo.
Ma la questione a mio avviso è un’altra: da quando ho scelto di abbandonare il digitale per tornare all’analogico, anche se in forma ibrida, sto cercando di preservare la componente “nobile” (so che è un giudizio arbitrario questo, persino ingiusto nei confronti della fotografia digitale dalla quale provengo) da processi tipici di quelli digitali, come è il PP.
Il mio goal è proprio l’immagine formata sul negativo, che è fotografia, riducendo o annullando il post processing che è invece grafica.

Tradotto, ognuno il cilicio se lo fa come vuole e io mio me lo sono fatto bello spinoso :).

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 17:20
da Lollipop
lamanorbu ha scritto: se supponiamo di acquisire a grigio 16 bit abbiamo ben 65.000 tonalità di grigio disponibili.
Il “mio sensore lavora nominalmente a 12 bit, poi chi lo sa quanti ne usa veramente (il test a riguardo supera le mie competenze e l’attrezzature in possesso). Per mia esperienza, tendo a diffidare delle prestazioni mirabolanti dei sensori digitali. Il mio zenit bulemico digitale è stato il sensore cmos Sony senza filtro AA della Pentax k3: in una parola isterico. Da lì ho poi eseguito un downgrade fino al ccd della Leica m8 (che peraltro fornisce il miglio b/n nativo digitale mai provato prima, secondo molto dietro solo a quello della monochrom).
Usare il raw della gxr a 12 nominali bit contro un qualsiasi jpeg della stessa o di uno scanner, garantisce solo di lavorare ancora con una immagine, non con un algoritmo.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 17:26
da isos1977
Lollipop ha scritto: Ma la questione a mio avviso è un’altra: da quando ho scelto di abbandonare il digitale per tornare all’analogico, anche se in forma ibrida, sto cercando di preservare la componente “nobile” (so che è un giudizio arbitrario questo, persino ingiusto nei confronti della fotografia digitale dalla quale provengo) da processi tipici di quelli digitali, come è il PP.
Il mio goal è proprio l’immagine formata sul negativo, che è fotografia, riducendo o annullando il post processing che è invece grafica.
continuo a vedere un vizio di fondo nel tuo approccio... la PP non è per forza manipolazione o che altro, ma solo il processo che dalla ripresa porta alla stampa (sia che si parli di ibrido, che di analogico).
In questo processo è necessario fare delle azioni/scelte. Più le fai tu queste scelte, meno le lasci fare allo strumento. Ora tu stai lasciando delle scelte allo strumento e vuoi adattare l'input alle scelte dello strumento... non è un po' strano?

in ogni caso, se il processo ibrido è per te un male necessario, passerei all'ingranditore. Te lo dice uno che ha 2 figli (5 anni e 5 mesi) e stampa di notte con l'ingranditore sopra la lavatrice e le bacinelle sull'asse del cesso ;-)

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 17:37
da Lollipop
isos1977 ha scritto:
Lollipop ha scritto: Ma la questione a mio avviso è un’altra: da quando ho scelto di abbandonare il digitale per tornare all’analogico, anche se in forma ibrida, sto cercando di preservare la componente “nobile” (so che è un giudizio arbitrario questo, persino ingiusto nei confronti della fotografia digitale dalla quale provengo) da processi tipici di quelli digitali, come è il PP.
Il mio goal è proprio l’immagine formata sul negativo, che è fotografia, riducendo o annullando il post processing che è invece grafica.
continuo a vedere un vizio di fondo nel tuo approccio... la PP non è per forza manipolazione o che altro, ma solo il processo che dalla ripresa porta alla stampa (sia che si parli di ibrido, che di analogico).
In questo processo è necessario fare delle azioni/scelte. Più le fai tu queste scelte, meno le lasci fare allo strumento. Ora tu stai lasciando delle scelte allo strumento e vuoi adattare l'input alle scelte dello strumento... non è un po' strano?

in ogni caso, se il processo ibrido è per te un male necessario, passerei all'ingranditore. Te lo dice uno che ha 2 figli (5 anni e 5 mesi) e stampa di notte con l'ingranditore sopra la lavatrice e le bacinelle sull'asse del cesso ;-)
Le bacinelle sull’asse del cesso? Sei il mio mito :)
Purtroppo, nel mio caso, mia moglie me le spaccherebbe sulla schiena, assieme all’ingranditore e all’asse del cesso. :D
Tornando al mio approccio in realtà cerco di fare il contrario: ridurre al minimo, alla sola inversione di toni, la parte digitale, cercando di ottenere l’immagine definitiva da negativo scansionato (cioè negativo, sviluppo e curva di contrasto del sensore).
Sento di non essere lontano. :)
Il recente test di chromemax sulla P30, con il d76 Kodak ad elevato contrasto, è quello che mi serve.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 19/01/2018, 17:45
da Lollipop
PS mi ci fionderei subito su un ingranditore, al di là della funzione trovo che siano degli oggetti bellissimi.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 03/03/2018, 21:17
da gibielleci
Salve a tutti e ben ritrovati.
Ho letto molto di recente sullo stand ed ho apprezzato questo bel topics molto tecnico. Quindi perdonerete se il mio intervento banalizza un po' la discussione.

Dopo anni di break nell'attività di sviluppo analogico, oggi ho sviluppato due pellicole (ilford pan50F e HP5) 6x6 con procedura stand. Separatamente. Dosaggio 2,5ml per 500cc.
60' di sviluppo immobile, agitazione solo il primo minuto. Poi arresto e fissaggio tradizionali.

Un disastro! Entrambe.
Grigie scurette, piatte, poco contrastate.

HP5 esposta regolarmente.
PANF50 sovraesposta perché usata in ambiente innevato.

Non avendo trovato il classico Rodinal, ho usato il R09 spezial dell AGFA .....
Qualcuno ha esperienza in merito?
Grazie.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 03/03/2018, 22:10
da Lollipop
gibielleci ha scritto:Salve a tutti e ben ritrovati.
Ho letto molto di recente sullo stand ed ho apprezzato questo bel topics molto tecnico. Quindi perdonerete se il mio intervento banalizza un po' la discussione.

Dopo anni di break nell'attività di sviluppo analogico, oggi ho sviluppato due pellicole (ilford pan50F e HP5) 6x6 con procedura stand. Separatamente. Dosaggio 2,5ml per 500cc.
60' di sviluppo immobile, agitazione solo il primo minuto. Poi arresto e fissaggio tradizionali.

Un disastro! Entrambe.
Grigie scurette, piatte, poco contrastate.

HP5 esposta regolarmente.
PANF50 sovraesposta perché usata in ambiente innevato.

Non avendo trovato il classico Rodinal, ho usato il R09 spezial dell AGFA .....
Qualcuno ha esperienza in merito?
Grazie.
Beh, la quantità di rivelatore che hai utilizzato è veramente molto bassa. La “letteratura” (se così si può chiamare quanto riscontrabile su internet) parla di almeno 4-5ml. Io ho usato 6+600 con il Tetenal Paranol S.
Comunque a mio avviso lo stand, quello proprio stand, va bene solo con le seguenti condizioni:
- scene ad alto contrasto
- pellicola 120 (altrimenti il 135 fa le strisce)
Ma, in tutta onestà e coi limiti della mia competenza a riguardo, lo stand, nel condizioni descritte, può superare dei limiti dello sviluppo con i Rodinal e simili ma ho trovato che il d-76 lo fa sempre e senza le prescrizioni e le menate dello stand.
Senza contare che alcune emulsioni, come quelle delle Foma ad esempio, si sfaldano letteralmente nel bagno prolungato, tanto più che con queste misi a punto uno sviluppo semi-stand. Tutto poi superato col d-76 (amo questo sviluppo).
Tutto ovviamente a mio modestissimo avviso.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 04/03/2018, 1:02
da gibielleci
grazie della risposta
entrambe erano 6x6
in particolare la Panf50 conteneva anche riprese contrastate.
la diluizione usata di 1:200 è quella che avevo già sperimentato in passato: non ricordo se con le medesime pellicole (dovrei controllare). Certamente non con questo rivelatore.

Diluizione OMEOPATICA, bravo, bravo - Re: Sviluppo stand

Inviato: 04/03/2018, 16:12
da user20190605
Giocare con qualcosa che sicuramente non conosciamo, e con il fatto che siamo nervosi e pronti a rischiare, pronti a rischiare anche ns scatti sulle pellicole - porta a questi disastri.

Non mi rivolgo a te personalmente, ma a tutti che si aggrappano sul fascino delle parole inglesi, stand e simile, e sono creduloni al 101% circa tutto che leggono in "Internet".

Per uno "stand" 1:100 nei 500 ml, occorrono 5 ml di Rodinal. Tu ne hai usato 2,5. E' facile capire che la tua soluzione era di 1:200! Pura omeopatia!

Per lo sviluppo stand, la quantità minima assoluta sarebbe di 7 ml di Rodinal, ma alcuni rischiano con 5 ml. Questo vuol dire che se anche avessi voluto la proporzione 1:200, che dovevi usare 1,4 L della diluizione in acqua, il che, come conteggio ovviamente è paradossale.

Se vuoi usare Rodinal per uno sviluppo stand, usalo 1:100, con il minimo di 5 ml almeno. Aggiungi 0,5L d'acqua sopra. Se hai un mini-tank per sviluppare 2 pellicole 120, usalo con quel volume minimo che è indispensabile, forse 950 ml del totale, ma ti sarà più facile creare 1 L di soluzione fatta da 10ml di Rodinal e resto acqua. Se sviluppi solo una pellicola nei 0,5L con 5Ml di Rodinal, non potrai riutilizzare la soluzione.

Re: Sviluppo stand

Inviato: 04/03/2018, 17:19
da chromemax
Lo sviluppo omeopatico mi piace =)) =)) =))