Sviluppo stand

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

Moderatori: chromemax, Silverprint

Avatar utente
Lollipop
superstar
Messaggi: 3763
Iscritto il: 31/10/2017, 22:33
Reputation:

Re: Sviluppo stand

Messaggio da Lollipop »

Silverprint ha scritto:Ciao Lorenzo

Secondo me nel tuo procedere c'è un errore di fondo:

Il sensore in sé non è fedele e non lo è neanche la pellicola. Limitarsi alla sola inversione, per quanto tecnicamente possibile, come tecnicamente possibile e fare negativi apposta per un certo sensore dentro una certa macchina, non ha nulla di più etico o diverso dal lavorare il file, o lavorare la stampa per farli diventare come lo si desidera. La questione etica, casomai è nel come li si lavora, non nel lasciar fare il lavoro a delle macchine, che lo fanno per rendere l'immagine piacevole su base statistica.

Riprendendo il discorso strettamente tecnico io non vedo ragione alcuna nel tentare di fare il negativo in modo che con la semplice inversione, col file ottenuto da un certo sensore in una certa macchina o col certo scanner, fornisca un risultato ottimale con la semplice inversione. Casomai vedrei come condizione ottimale quella di fare negativi che siano anche adatti alla stampa, perché non vedo motivo nel farne di utilizzabili solo in un set-up specifico, tanto più se questo è digitale (vista anche la sue rapida evoluzione tecnica). Un negativo adatto alla stampa è sicuramente ben scansionabile o riproducibile digitalmente, mentre il contrario non è necessariamente vero.
In proposito è da notare un fatto, rilevante: la carta da stampa è un materiale ad alto contrasto, sul grado 2 l'IsoR vale circa 100, ovvero un range di poco più di 3 stop per produrre una gamma tonale dal quasi nero al quasi bianco. In digitale (jpg 8bit 255 livelli) l'IsoR paragonabile è circa doppio. Se volessi riempire tutta la gamma dinamica del sensore sarei costretto ad un notevole sovra-sviluppo, non privo di altre conseguenze, quali appiattimento della curva agli alti livelli di esposizione (che lo stand aggrava), aumento della grana etc. E questo "danno" lo andrei a fare solo per lo sfizio "etico" di volermi limitare alla sola inversione. Trovo che non abbia senso.

Insomma, ricomincerei proprio da altri presupposti.
Buongiorno Andrea, grazie del passaggio e del commento molto puntuale.
È verissimo: il sensore non è fedele. Volendo potrebbe anche esserlo ma, inserito in un prodotto per immagini che deve incontrare il gusto di un target di clienti, non può per forza esserlo. Nei mesi scorsi mi sono posto il problema se neutralizzare la curva di contrasto “di fabbrica” o se inglobarla nel processo, per semplicità ho scelto la seconda via. Vuoi per pigrizia (poi mica tanto, perché identificarla richiederebbe metodo e strumenti che non posseggo), vuoi per l’accettazione dell’imperfezione del mondo.
Ma la questione a mio avviso è un’altra: da quando ho scelto di abbandonare il digitale per tornare all’analogico, anche se in forma ibrida, sto cercando di preservare la componente “nobile” (so che è un giudizio arbitrario questo, persino ingiusto nei confronti della fotografia digitale dalla quale provengo) da processi tipici di quelli digitali, come è il PP.
Il mio goal è proprio l’immagine formata sul negativo, che è fotografia, riducendo o annullando il post processing che è invece grafica.

Tradotto, ognuno il cilicio se lo fa come vuole e io mio me lo sono fatto bello spinoso :).


Lorenzo.

Telegram Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato Offerte materiale analogico


Avatar utente
Lollipop
superstar
Messaggi: 3763
Iscritto il: 31/10/2017, 22:33
Reputation:

Re: Sviluppo stand

Messaggio da Lollipop »

lamanorbu ha scritto: se supponiamo di acquisire a grigio 16 bit abbiamo ben 65.000 tonalità di grigio disponibili.
Il “mio sensore lavora nominalmente a 12 bit, poi chi lo sa quanti ne usa veramente (il test a riguardo supera le mie competenze e l’attrezzature in possesso). Per mia esperienza, tendo a diffidare delle prestazioni mirabolanti dei sensori digitali. Il mio zenit bulemico digitale è stato il sensore cmos Sony senza filtro AA della Pentax k3: in una parola isterico. Da lì ho poi eseguito un downgrade fino al ccd della Leica m8 (che peraltro fornisce il miglio b/n nativo digitale mai provato prima, secondo molto dietro solo a quello della monochrom).
Usare il raw della gxr a 12 nominali bit contro un qualsiasi jpeg della stessa o di uno scanner, garantisce solo di lavorare ancora con una immagine, non con un algoritmo.
Lorenzo.

Avatar utente
isos1977
superstar
Messaggi: 1784
Iscritto il: 13/09/2011, 22:23
Reputation:
Località: Milano

Re: Sviluppo stand

Messaggio da isos1977 »

Lollipop ha scritto: Ma la questione a mio avviso è un’altra: da quando ho scelto di abbandonare il digitale per tornare all’analogico, anche se in forma ibrida, sto cercando di preservare la componente “nobile” (so che è un giudizio arbitrario questo, persino ingiusto nei confronti della fotografia digitale dalla quale provengo) da processi tipici di quelli digitali, come è il PP.
Il mio goal è proprio l’immagine formata sul negativo, che è fotografia, riducendo o annullando il post processing che è invece grafica.
continuo a vedere un vizio di fondo nel tuo approccio... la PP non è per forza manipolazione o che altro, ma solo il processo che dalla ripresa porta alla stampa (sia che si parli di ibrido, che di analogico).
In questo processo è necessario fare delle azioni/scelte. Più le fai tu queste scelte, meno le lasci fare allo strumento. Ora tu stai lasciando delle scelte allo strumento e vuoi adattare l'input alle scelte dello strumento... non è un po' strano?

in ogni caso, se il processo ibrido è per te un male necessario, passerei all'ingranditore. Te lo dice uno che ha 2 figli (5 anni e 5 mesi) e stampa di notte con l'ingranditore sopra la lavatrice e le bacinelle sull'asse del cesso ;-)
"Se il fotografo non vede, la macchina fotografica non lo farà per lui" - Kenro Izu

Avatar utente
Lollipop
superstar
Messaggi: 3763
Iscritto il: 31/10/2017, 22:33
Reputation:

Re: Sviluppo stand

Messaggio da Lollipop »

isos1977 ha scritto:
Lollipop ha scritto: Ma la questione a mio avviso è un’altra: da quando ho scelto di abbandonare il digitale per tornare all’analogico, anche se in forma ibrida, sto cercando di preservare la componente “nobile” (so che è un giudizio arbitrario questo, persino ingiusto nei confronti della fotografia digitale dalla quale provengo) da processi tipici di quelli digitali, come è il PP.
Il mio goal è proprio l’immagine formata sul negativo, che è fotografia, riducendo o annullando il post processing che è invece grafica.
continuo a vedere un vizio di fondo nel tuo approccio... la PP non è per forza manipolazione o che altro, ma solo il processo che dalla ripresa porta alla stampa (sia che si parli di ibrido, che di analogico).
In questo processo è necessario fare delle azioni/scelte. Più le fai tu queste scelte, meno le lasci fare allo strumento. Ora tu stai lasciando delle scelte allo strumento e vuoi adattare l'input alle scelte dello strumento... non è un po' strano?

in ogni caso, se il processo ibrido è per te un male necessario, passerei all'ingranditore. Te lo dice uno che ha 2 figli (5 anni e 5 mesi) e stampa di notte con l'ingranditore sopra la lavatrice e le bacinelle sull'asse del cesso ;-)
Le bacinelle sull’asse del cesso? Sei il mio mito :)
Purtroppo, nel mio caso, mia moglie me le spaccherebbe sulla schiena, assieme all’ingranditore e all’asse del cesso. :D
Tornando al mio approccio in realtà cerco di fare il contrario: ridurre al minimo, alla sola inversione di toni, la parte digitale, cercando di ottenere l’immagine definitiva da negativo scansionato (cioè negativo, sviluppo e curva di contrasto del sensore).
Sento di non essere lontano. :)
Il recente test di chromemax sulla P30, con il d76 Kodak ad elevato contrasto, è quello che mi serve.
Lorenzo.

Avatar utente
Lollipop
superstar
Messaggi: 3763
Iscritto il: 31/10/2017, 22:33
Reputation:

Re: Sviluppo stand

Messaggio da Lollipop »

PS mi ci fionderei subito su un ingranditore, al di là della funzione trovo che siano degli oggetti bellissimi.
Lorenzo.

Avatar utente
gibielleci
fotografo
Messaggi: 43
Iscritto il: 08/06/2012, 15:25
Reputation:
Località: ROMA

Re: Sviluppo stand

Messaggio da gibielleci »

Salve a tutti e ben ritrovati.
Ho letto molto di recente sullo stand ed ho apprezzato questo bel topics molto tecnico. Quindi perdonerete se il mio intervento banalizza un po' la discussione.

Dopo anni di break nell'attività di sviluppo analogico, oggi ho sviluppato due pellicole (ilford pan50F e HP5) 6x6 con procedura stand. Separatamente. Dosaggio 2,5ml per 500cc.
60' di sviluppo immobile, agitazione solo il primo minuto. Poi arresto e fissaggio tradizionali.

Un disastro! Entrambe.
Grigie scurette, piatte, poco contrastate.

HP5 esposta regolarmente.
PANF50 sovraesposta perché usata in ambiente innevato.

Non avendo trovato il classico Rodinal, ho usato il R09 spezial dell AGFA .....
Qualcuno ha esperienza in merito?
Grazie.

Avatar utente
Lollipop
superstar
Messaggi: 3763
Iscritto il: 31/10/2017, 22:33
Reputation:

Re: Sviluppo stand

Messaggio da Lollipop »

gibielleci ha scritto:Salve a tutti e ben ritrovati.
Ho letto molto di recente sullo stand ed ho apprezzato questo bel topics molto tecnico. Quindi perdonerete se il mio intervento banalizza un po' la discussione.

Dopo anni di break nell'attività di sviluppo analogico, oggi ho sviluppato due pellicole (ilford pan50F e HP5) 6x6 con procedura stand. Separatamente. Dosaggio 2,5ml per 500cc.
60' di sviluppo immobile, agitazione solo il primo minuto. Poi arresto e fissaggio tradizionali.

Un disastro! Entrambe.
Grigie scurette, piatte, poco contrastate.

HP5 esposta regolarmente.
PANF50 sovraesposta perché usata in ambiente innevato.

Non avendo trovato il classico Rodinal, ho usato il R09 spezial dell AGFA .....
Qualcuno ha esperienza in merito?
Grazie.
Beh, la quantità di rivelatore che hai utilizzato è veramente molto bassa. La “letteratura” (se così si può chiamare quanto riscontrabile su internet) parla di almeno 4-5ml. Io ho usato 6+600 con il Tetenal Paranol S.
Comunque a mio avviso lo stand, quello proprio stand, va bene solo con le seguenti condizioni:
- scene ad alto contrasto
- pellicola 120 (altrimenti il 135 fa le strisce)
Ma, in tutta onestà e coi limiti della mia competenza a riguardo, lo stand, nel condizioni descritte, può superare dei limiti dello sviluppo con i Rodinal e simili ma ho trovato che il d-76 lo fa sempre e senza le prescrizioni e le menate dello stand.
Senza contare che alcune emulsioni, come quelle delle Foma ad esempio, si sfaldano letteralmente nel bagno prolungato, tanto più che con queste misi a punto uno sviluppo semi-stand. Tutto poi superato col d-76 (amo questo sviluppo).
Tutto ovviamente a mio modestissimo avviso.
Lorenzo.

Avatar utente
gibielleci
fotografo
Messaggi: 43
Iscritto il: 08/06/2012, 15:25
Reputation:
Località: ROMA

Re: Sviluppo stand

Messaggio da gibielleci »

grazie della risposta
entrambe erano 6x6
in particolare la Panf50 conteneva anche riprese contrastate.
la diluizione usata di 1:200 è quella che avevo già sperimentato in passato: non ricordo se con le medesime pellicole (dovrei controllare). Certamente non con questo rivelatore.

user20190605

Diluizione OMEOPATICA, bravo, bravo - Re: Sviluppo stand

Messaggio da user20190605 »

Giocare con qualcosa che sicuramente non conosciamo, e con il fatto che siamo nervosi e pronti a rischiare, pronti a rischiare anche ns scatti sulle pellicole - porta a questi disastri.

Non mi rivolgo a te personalmente, ma a tutti che si aggrappano sul fascino delle parole inglesi, stand e simile, e sono creduloni al 101% circa tutto che leggono in "Internet".

Per uno "stand" 1:100 nei 500 ml, occorrono 5 ml di Rodinal. Tu ne hai usato 2,5. E' facile capire che la tua soluzione era di 1:200! Pura omeopatia!

Per lo sviluppo stand, la quantità minima assoluta sarebbe di 7 ml di Rodinal, ma alcuni rischiano con 5 ml. Questo vuol dire che se anche avessi voluto la proporzione 1:200, che dovevi usare 1,4 L della diluizione in acqua, il che, come conteggio ovviamente è paradossale.

Se vuoi usare Rodinal per uno sviluppo stand, usalo 1:100, con il minimo di 5 ml almeno. Aggiungi 0,5L d'acqua sopra. Se hai un mini-tank per sviluppare 2 pellicole 120, usalo con quel volume minimo che è indispensabile, forse 950 ml del totale, ma ti sarà più facile creare 1 L di soluzione fatta da 10ml di Rodinal e resto acqua. Se sviluppi solo una pellicola nei 0,5L con 5Ml di Rodinal, non potrai riutilizzare la soluzione.

Avatar utente
chromemax
moderatore
Messaggi: 12078
Iscritto il: 02/08/2010, 16:35
Reputation:
Località: Albiate (MB)

Re: Sviluppo stand

Messaggio da chromemax »

Lo sviluppo omeopatico mi piace =)) =)) =))

Telegram Vieni a scoprire il canale telegram di analogica.it - tantissime offerte su materiale fotografico analogico nuovo ed usato Offerte materiale analogico


Rispondi