Buonasera cari fotografi (o aspiranti tali),
Spero di non tediarvi e cercherò di andare al punto.
Nel mio percorso di lenta progressione fotografica da qualche mese sono arrivato a un punto di "crisi" (o svolta?) che vorrei condividere e spero di risolvere con voi.
Per me la fotografia è iniziata non per passione ma per semplice curisosità, sono appassionato da molti anni di arte moderna e contemporanea e mi trovo quindi da sempre a vedere nelle varie mostre e fiere fotografie alternate alle opere di pittura, sculture etc.
Mentre per gli altri "medium" dell'arte una certa infarinatura la si ha fin dall'età scolastica, per la fotografia (considerata da molti - e un tempo anche da me, lo ammetto - un mezzo di arte più "semplicistico") o si ha la passione o difficilmente si capisce veramente cosa si sta guardando, cosa sta dietro a uno scatto e alla sua composizione.
Siccome non amo prendere le cose alla leggera, ho deciso di studiare la fotografia da "insider". Mi sono procurato corpo macchina e obiettivi e ho iniziato a scattare e... a studiare (purtroppo).
Sì perchè, mano mano che la questione mi prendeva, ne capivo sempre più la complessità e la cosa mi appassionava. Nei mesi scorsi ho svuotato di manuali sulla fotografia almeno 2/3 sedi di Libraccio qui a Milano e in più anche questo forum mi è stato di supporto (inutile dire "Lezioni di Fotografia" su tutti).
Ora però la CRISI.
Fotografo e per ragioni di opportunità e di tempo faccio sviluppare/scansionare/stampare dai ragazzi di SpeedPhot in Bovisa a MIlano. Vorrei inizare a sviluppare ma temo di fare c****te e (siccome si sviluppa una volta sola) perdere quei "preziosi" scatti e i ricordi lì impressi.
Quello che mi pare di aver capito è che per diventare veramente consapevoli e "bravi" fotografi (in B/N su tutti) bisogna essere in grado di chiudere il processo dallo scatto alla stampa.
Sono certamente invidioso di chi può fotografare per "contrasto", ma per ora quello che riesco a fare è finire il mio rullo da 24/36 solo in più uscite. E anche questo crea complessità
Ma se - come immagino per molti - la fotografia vuole rimanere una passione e non un lavoro e la camera oscura per me è ancora veramente un miraggio (dovrei cacciare di casa qualcuno degli abitanti di casa per avere lo spazio e le possibilità), sono veramente destinato a rimanere un fotografo mediocre fino a che non avrò questa opportunità?
Tutti i dogmi e la dottrina sull'esposizione e lo sviluppo sono veramente applicabili (e da applicare) se poi l'esito forzato del mio lavoro è la scansione e la stampa per mano d'altri?
Non riesco a rassegnarmi... ma se così dev'essere meglio saperlo subito (almeno mi godo in pace un pò del mio grigio medio!)
Grazie in anticipo per chi vorrà condividere esperienze e... consolazioni.
"Terapia" di fotografia
Moderatori: Silverprint, chromemax


- Silverprint
- moderatore
- Messaggi: 13463
- Iscritto il: 30/08/2011, 2:12
- Reputation:
- Località: Faenza
- Contatta:
Re: "Terapia" di fotografia
Ciao,
Secondo me sei troppo pessimista.
Io amo una catena analogica dallo scatto alla stampa, e gestisco le varie fasi con un complesso approccio tecnico-creativo.
Sono consapevole del fatto che lavorare solo in analogico avendo in mente risultati precisi richiede molta pratica e studio (tempo e denaro, anche). La ritengo una scelta consona alla mia sensibilità e funzionale ai miei scopi.
Sono però anche sicuro che si possa lavorare bene anche in un processo ibrido, o anche solo in digitale.
Non mi vorrai dire che le uniche mostre belle ed interessanti erano tutte analogiche dall'inizio alla fine, no?
Secondo me sei troppo pessimista.
Io amo una catena analogica dallo scatto alla stampa, e gestisco le varie fasi con un complesso approccio tecnico-creativo.
Sono consapevole del fatto che lavorare solo in analogico avendo in mente risultati precisi richiede molta pratica e studio (tempo e denaro, anche). La ritengo una scelta consona alla mia sensibilità e funzionale ai miei scopi.
Sono però anche sicuro che si possa lavorare bene anche in un processo ibrido, o anche solo in digitale.
Non mi vorrai dire che le uniche mostre belle ed interessanti erano tutte analogiche dall'inizio alla fine, no?
Re: "Terapia" di fotografia
Capisco (cioè, credo di capire) la crisi di PIST, però non capisco l'ansia di ricevere la medaglietta di "bravo fotografo".
E la passione dove sta?
Anche riconoscendo a sé stessi di non essere dei campioni di fotografia, si può voler produrre immagini fotografiche (non importa la tecnica usata! seguo in questo il pensiero di Andrea) che ci rappresentino o che quantomeno rappresentino la nostra personale tensione fotografica. Solo con essa si ha voglia di sperimentare, di migliorarsi, di cercare una strada.
Sono convinto inoltre che, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, per voler sempre aggiungere qualcosa al già detto, sia necessario mettere sul tavolo verde molte fiches, in termini di denaro ma soprattutto di tempo.
Una cosa bella di questo forum, secondo me , è la presenza di molti appassionati davvero genuini, che fanno fotografia, come piace loro, ossia come piacerebbe loro, riconoscendosi o cercando di riconoscersi nella loro attività.
Chi è alla ricerca della tecnica pura, chi della divulgazione, chi di un tema aderente a sé, da sviluppare. Qualcuno ha la vocazione dell'insegnamento, qualcuno della ricerca della massima forza artistica, qualcuno ama celebrare le proprie apparecchiature.
A modo suo il forum, nella sua apparente iperdirezionalità analogica, è invece piuttosto democratico. Manca forse qualche battaglia sul piano della politica, che francamente mi piacerebbe, ma che mi riservo di condurre in privato con gli amici. Passare dalla discussione politica alla caciara politica, purtroppo, è questione di un attimo.
Tutto per dire che il forum può comunque essere di ispirazione per trovare un proprio spazio fotografico in cui sguazzare, magari lamentandosi che i risultati non sono quelli attesi. Ma intanto si sguazza!
Nello specifico: per parte mia non rinuncio alla produzione su carta, quindi se PIST intende fare a meno della CO, io personalmente posso solo fargli un discorso molto generale come quello appena scritto.
Ciao!
A.
E la passione dove sta?
Anche riconoscendo a sé stessi di non essere dei campioni di fotografia, si può voler produrre immagini fotografiche (non importa la tecnica usata! seguo in questo il pensiero di Andrea) che ci rappresentino o che quantomeno rappresentino la nostra personale tensione fotografica. Solo con essa si ha voglia di sperimentare, di migliorarsi, di cercare una strada.
Sono convinto inoltre che, indipendentemente dalla tecnica utilizzata, per voler sempre aggiungere qualcosa al già detto, sia necessario mettere sul tavolo verde molte fiches, in termini di denaro ma soprattutto di tempo.
Una cosa bella di questo forum, secondo me , è la presenza di molti appassionati davvero genuini, che fanno fotografia, come piace loro, ossia come piacerebbe loro, riconoscendosi o cercando di riconoscersi nella loro attività.
Chi è alla ricerca della tecnica pura, chi della divulgazione, chi di un tema aderente a sé, da sviluppare. Qualcuno ha la vocazione dell'insegnamento, qualcuno della ricerca della massima forza artistica, qualcuno ama celebrare le proprie apparecchiature.
A modo suo il forum, nella sua apparente iperdirezionalità analogica, è invece piuttosto democratico. Manca forse qualche battaglia sul piano della politica, che francamente mi piacerebbe, ma che mi riservo di condurre in privato con gli amici. Passare dalla discussione politica alla caciara politica, purtroppo, è questione di un attimo.
Tutto per dire che il forum può comunque essere di ispirazione per trovare un proprio spazio fotografico in cui sguazzare, magari lamentandosi che i risultati non sono quelli attesi. Ma intanto si sguazza!
Nello specifico: per parte mia non rinuncio alla produzione su carta, quindi se PIST intende fare a meno della CO, io personalmente posso solo fargli un discorso molto generale come quello appena scritto.
Ciao!
A.
Re: "Terapia" di fotografia
Intanto grazie mille, Andrea! (Entrambi!)
Per quanto fosse volutamente permeato da un "sano" senso di frustrazione, il mio messaggio era in realtà di speranza. Per me stesso e di tutti quelli che PER ORA non possono accedere (nè pensare di accedere) troppo a breve alle gioie della CO.
La meta è tracciata ma la strada (almeno per me) è ancora molto lunga.
E voglio godermela tutta, nei suoi tentativi e nei suoi sbagli.
Il punto è: se, come capisco, il lavoro sulla "corretta" esposizione (per le ombre) è in realtà principalmente un assist per dare il meglio in sviluppo (per le luci - ma secondo il proprio stile) e ancora di più in stampa - ha senso/è corretto continuare a investire sullo studio e l'applicazione di qui principi e di quell'approccio se alla fine chi scansiona/stampa (e per ora, purtroppo, sviluppa pure) non sono io e non ha idea/non si interessa (perchè non può e non deve) a come ho esposto?
Quanto alle soluzioni ibride - non mi soddisfano. Non riesco purtroppo ancora a concepire la correzione digitale del lavoro fatto in pellicola.
Non voglio nè mi starebbe la maglietta del "bravo" fotografo, ma vorrei sicuramente poter essere sicuro che sto facendo tutto quello che posso (per ora) per portare la mia tecnica e conoscenza al livello più alto che riesco. Questo perchè credo che prima di poter creare uno stile o una strada bisogna prima saper mettere le basi al meglio.
Ancora grazie.
P17
Per quanto fosse volutamente permeato da un "sano" senso di frustrazione, il mio messaggio era in realtà di speranza. Per me stesso e di tutti quelli che PER ORA non possono accedere (nè pensare di accedere) troppo a breve alle gioie della CO.
La meta è tracciata ma la strada (almeno per me) è ancora molto lunga.
E voglio godermela tutta, nei suoi tentativi e nei suoi sbagli.
Il punto è: se, come capisco, il lavoro sulla "corretta" esposizione (per le ombre) è in realtà principalmente un assist per dare il meglio in sviluppo (per le luci - ma secondo il proprio stile) e ancora di più in stampa - ha senso/è corretto continuare a investire sullo studio e l'applicazione di qui principi e di quell'approccio se alla fine chi scansiona/stampa (e per ora, purtroppo, sviluppa pure) non sono io e non ha idea/non si interessa (perchè non può e non deve) a come ho esposto?
Quanto alle soluzioni ibride - non mi soddisfano. Non riesco purtroppo ancora a concepire la correzione digitale del lavoro fatto in pellicola.
Non voglio nè mi starebbe la maglietta del "bravo" fotografo, ma vorrei sicuramente poter essere sicuro che sto facendo tutto quello che posso (per ora) per portare la mia tecnica e conoscenza al livello più alto che riesco. Questo perchè credo che prima di poter creare uno stile o una strada bisogna prima saper mettere le basi al meglio.
Ancora grazie.
P17
Re: "Terapia" di fotografia
non è che per essere bravi bisogna saper fare tutto, in fondo buona parte dei professionisti si facevano/fanno fare sviluppo e stampa da terzi.
Il problema è che il bianco nero non è un processo standard, quindi da uno stesso rullo si può fare uscire qualcosa e il suo contrario cambiando pochi passaggi: se hai un laboratorio/stampatore consapevole con cui puoi organizzare il lavoro bene, se non ce l'hai (o se un trattamento personalizzato costa una fucilata, come è normale che sia) si fa prima a farlo da soli.
Poi c'è l'aspetto del piacere di farlo, che è molto personale e c'entra relativamente: è come uno con l'hobby della moto che vuole anche farsi i tagliandi e le manutenzioni, va bene ma non è per forza obbligatorio.
In caso di colore invece molto di questo cade, perché il trattamento è standard e non ci si deve inventare nulla: in questo caso non hai valore aggiunto a fare da solo se non il controllo che le cose siano fatte davvero bene.
Se sviluppa in una tank a mano magari puoi studiarti un po' i principi generali e provare a chiedere che sviluppo usa e fargli qualche richiesta: se è accomodante e ne ha voglia potrebbe comprare uno sviluppo per te o cambiare diluizione e tempi in base a come gli chiedi, magari facendoti spendere non troppo.
Se invece fa tutto a macchina non c'è verso, butta la tua roba assieme a quella di mille altri con sviluppo e tempo che più o meno vanno bene per tutti. In quel caso non può farti girare la macchina apposta con le tue richieste, può al massimo metterti assieme ad altri per uno sviluppo +/-1 che sarà però anche qui stimato alla grossa.
Poi c'è l'altra strada, cioè che tu capisci quello che salta fuori dal laboratorio e ci giri attorno, adattando il tipo di pellicola e la modalità di scatto. Molto più complicato, non sempre può riuscire, ma meglio che niente.
Sviluppare in casa costa un 70-80€ di attrezzature fisse e 50€ di chimici per iniziare, con cui puoi fare 10-50 rulli malcontati.
Non serve lo spazio buio ma solo una darkbag (scomoda, ma se la stanza buia non si trova è una soluzione ottima ed economica) da 30-40€, una tank da 30, qualche caraffa da 1€, termometro da 5-10, cronometro, siringhe per certi sviluppi, un cilindro graduato a fare i fighetti. Più uno sviluppo (x-tol da 20€ fai 30 rulli, se ci stai con la scadenza), stop da 10€ (o acido citrico) che dura una vita, 16€ di fissaggio con cui fai, boh, 80-100 pellicole (ti scade prima di usarlo tutto, se non scatti tanto), imbibente 10€ e lo passi in eredità ai nipoti.
Non perderti a studiare in astratto, si impara cento volte prima mettendoci le mani fin da subito.
Se hai paura per le foto imperdibili, magari evita di sviluppare come prima cosa il matrimonio della figlia. Scatta cose varie non fondamentali, sviluppa, guarda, capisci, ripeti.
Il problema è che il bianco nero non è un processo standard, quindi da uno stesso rullo si può fare uscire qualcosa e il suo contrario cambiando pochi passaggi: se hai un laboratorio/stampatore consapevole con cui puoi organizzare il lavoro bene, se non ce l'hai (o se un trattamento personalizzato costa una fucilata, come è normale che sia) si fa prima a farlo da soli.
Poi c'è l'aspetto del piacere di farlo, che è molto personale e c'entra relativamente: è come uno con l'hobby della moto che vuole anche farsi i tagliandi e le manutenzioni, va bene ma non è per forza obbligatorio.
In caso di colore invece molto di questo cade, perché il trattamento è standard e non ci si deve inventare nulla: in questo caso non hai valore aggiunto a fare da solo se non il controllo che le cose siano fatte davvero bene.
come dicevo sopra, dipende un po' cosa fa il laboratorio e cosa ha intenzione di fare.Il punto è: se, come capisco, il lavoro sulla "corretta" esposizione (per le ombre) è in realtà principalmente un assist per dare il meglio in sviluppo (per le luci - ma secondo il proprio stile) e ancora di più in stampa - ha senso/è corretto continuare a investire sullo studio e l'applicazione di qui principi e di quell'approccio se alla fine chi scansiona/stampa (e per ora, purtroppo, sviluppa pure) non sono io e non ha idea/non si interessa (perchè non può e non deve) a come ho esposto?
Se sviluppa in una tank a mano magari puoi studiarti un po' i principi generali e provare a chiedere che sviluppo usa e fargli qualche richiesta: se è accomodante e ne ha voglia potrebbe comprare uno sviluppo per te o cambiare diluizione e tempi in base a come gli chiedi, magari facendoti spendere non troppo.
Se invece fa tutto a macchina non c'è verso, butta la tua roba assieme a quella di mille altri con sviluppo e tempo che più o meno vanno bene per tutti. In quel caso non può farti girare la macchina apposta con le tue richieste, può al massimo metterti assieme ad altri per uno sviluppo +/-1 che sarà però anche qui stimato alla grossa.
Poi c'è l'altra strada, cioè che tu capisci quello che salta fuori dal laboratorio e ci giri attorno, adattando il tipo di pellicola e la modalità di scatto. Molto più complicato, non sempre può riuscire, ma meglio che niente.
Sviluppare in casa costa un 70-80€ di attrezzature fisse e 50€ di chimici per iniziare, con cui puoi fare 10-50 rulli malcontati.
Non serve lo spazio buio ma solo una darkbag (scomoda, ma se la stanza buia non si trova è una soluzione ottima ed economica) da 30-40€, una tank da 30, qualche caraffa da 1€, termometro da 5-10, cronometro, siringhe per certi sviluppi, un cilindro graduato a fare i fighetti. Più uno sviluppo (x-tol da 20€ fai 30 rulli, se ci stai con la scadenza), stop da 10€ (o acido citrico) che dura una vita, 16€ di fissaggio con cui fai, boh, 80-100 pellicole (ti scade prima di usarlo tutto, se non scatti tanto), imbibente 10€ e lo passi in eredità ai nipoti.
Non perderti a studiare in astratto, si impara cento volte prima mettendoci le mani fin da subito.
Se hai paura per le foto imperdibili, magari evita di sviluppare come prima cosa il matrimonio della figlia. Scatta cose varie non fondamentali, sviluppa, guarda, capisci, ripeti.

