Test catena fotografica

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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andreamauri0001
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Test catena fotografica

Messaggio da andreamauri0001 »

Ciao a tutti. Mi sono tuffato nel mondo della fotografia analogica circa 1 anno fa per il semplice motivo che mi diverte. Dopo pochi mesi ho deciso di imparare a sviluppare (il primo mese su 5 pellicole ne ho bruciate 4). Successivamente ho imparato a sviluppare senza fare troppi errori utilizzando l'indice di esposizione della pellicola e il procedimento e i tempi standard indicati dai produttori. Ilford hp5 plus 400iso a 20 gradi con Ilfosol 3 diluizione 1+9 per 6 minuti e 30 secondi con agitazione Ilford.

Recentemente ho iniziato a leggere molto sulla fotografia analogica. Il negativo di Ansel Adams, sensitometria in 10 capitoli di @chromemax , il post Rivelatore Tri-x 400 - Lezioni di fotografia, i video su YouTube di @Silverprint...
Sono argomenti difficili che richiedono tempo e pazienza. Una lettura non basta, ne ho bisogno minimo altre tre o quattro. Però ora mi vorrei concentrare anche sulla pratica. Nei prossimi mesi sarà pronta la mia camera oscura (salvo imprevisti) e come prima cosa vorrei iniziare i vari test sulla mia catena fotografica. Non ho mai stampato con un ingranditore.
Posso partire direttamente con i test?
Scatto quasi sempre in medio formato. Non ho una particolare tipologia di fotografia che prediligo, mi piace tutto.
Devo cambiare rivelatore perché l'Ilfosol 3 scade troppo velocemente una volta aperto (3 mesi).
Non ho mai provato altri rivelatori. Ho intenzione di scattare circa 1-2 rullini al mese di media e stamparli con l'ingranditore.
Quale rivelatore mi consigliereste?

Grazie. :D



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Silverprint
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Re: Test catena fotografica

Messaggio da Silverprint »

È meglio non fare test fino a che la pratica di camera oscura non consenta di mantenere precisi standard.
I risultati sarebbero aleatori, vale a dire che ti darebbero più dubbi che certezze.
Questo non significa però lavorare senza criterio.

Come rivelatore ti suggerirei Kodak d-76 o Ilford ID-11 (gemelli diversi).

Ti propongo questo denso vademecum, da metabolizzare mentre si fa pratica.E un testo già pubblicato altrove, ma... repetita juvant. :)


"" Spesso leggiamo nei gruppi e sui forum di fotografia analogica domande su come valutare i negativi e richieste di valutazione delle stampe o consigli su come risolvere dei problemi riscontrati in esse.
Riguardo i negativi un occhio molto esperto può fare una valutazione di massima, guardando le densità più basse in relazione alla b+v (base + velo) per valutare l’esposizione ed osservando le densità più elevate può valutare il contrasto, anche se questa è una valutazione molto meno precisa sia perché il risultato è molto variabile in fase di stampa, sia per la mancanza di una densità di riferimento. È anche possibile dare buoni suggerimenti su quali strumenti adottare per correggere gli errori in stampa, ma nonostante la buona volontà di molti (incluso il sottoscritto) questo modo di ragionare ha un grande limite: antepone la tecnica alle ragioni espressive. È una cosa quasi inevitabile guardando immagini singole e non un progetto, tanto più se di una immagine se ne valuta solo la metà negativa o positiva.
Per queste ragioni sono convinto che una risposta più efficace a quelle richieste sia quella di stabilire un metodo di lavoro che consenta ad ognuno di valutare il proprio lavoro secondo la sua personale valutazione estetica. È una pratica costante nei miei corsi, meno nella comunicazione virtuale, spero di rimediare con quanto segue.

Riprendo quindi il discorso partendo dall’elenco delle priorità pubblicato poco fa, da cui si evince che dobbiamo affrontare due problemi: come regolare l'esposizione affinché la resa dei toni scuri sia quella che vogliamo e quanta energia dare allo sviluppo del negativo in relazione alle condizioni di luce (ovvero a quanto le alte luci siano esposte) ed a come vogliamo che esse siano rese in stampa. Questa valutazione può essere fatta solo tramite tramite la stampa, seguendo il metodo di lavoro qui di seguito suggerito.

Mettiamo quindi un primo punto fermo, e un corollario:

Il negativo si valuta bene solo dalle stampe che esso produce.

Corollario necessario in tempi moderni: un negativo adatto alla stampa analogica può sempre essere scansionato producendo il giusto risultato, ma non necessariamente un negativo che si può ben scansionare può essere utilizzato con successo per la stampa analogica. Conseguenza logica: bisogna produrre negativi adatti alla stampa, a meno che non escludiate da subito e categoricamente la stampa analogica dalle vostre opportunità creative.


Com'è un negativo adatto alla stampa?

Un negativo è adatto e ben fatto se produce sulla stampa il giusto grado di dettaglio nei toni più scuri (è soggettivo) ed al contempo, se lo si desidera e nella misura in cui lo si desidera, un "buon nero" ed una densità dei toni chiari (ovvero parti scure del negativo) tale da non rendere necessari grandi interventi di correzione in fase di stampa, pur mantenendo la desiderata modulazione tonale ed il desiderato dettaglio. Detto in termini tecnici: ha la giusta esposizione e il giusto contrasto.
La valutazione è soggettiva e tecnica al contempo: è espressione personale attraverso la tecnica.

Primo modo per verificare la correttezza del negativo:

Fare un stampa sul grado di contrasto medio (2 usando i filtri in gelatina, con tutti i filtri sullo 0 usando la testa colore), utilizzando il tempo di esposizione più breve che produca la densità massima su b+v, cioè su una parte non esposta del negativo come lo spazio interfotogramma, o meglio ancora una parte in testa o coda al rullo.
Se i toni scuri sono giusti è giusta anche l’esposizione, se sono troppo scuri e/o estesi significa che il negativo è sottoesposto, viceversa se sono troppo chiari o di estensione troppo ridotta.
Si analizza poi la stampa per vedere sei toni chiari sono giusti, troppo chiari o troppo scuri. Se vanno bene lo sviluppo del negativo è stato corretto, se sono più chiari del desiderato il negativo è stato sovra-sviluppato, se sono più scuri è stato sottosviluppato. Naturalmente sovra e sotto sviluppo sono relativi al contrasto della scena fotografata.

In questo tipo di analisi si considera come esposizione corretta del negativo la minima indispensabile, come da tecnica classica. Spesso però nella pratica negativi leggermente sovraesposti possono produrre risultati migliori e una maggiore libertà interpretativa. Un esempio: un negativo esposto correttamente quando viene stampato non consente mascherature nelle zone dove deve essere presente un po’ di nero, perché riducendo anche leggermente l’esposizione della stampa questa non sarà sufficiente a produrlo. Un altro motivo è che il contrasto locale nei toni più scuri, cioè sul piede della pellicola è ridotto e finisce anche sulla spalla della carta, producendo una doppia riduzione del contrasto locale. Esporre un poco più generosamente allontana i toni più scuri dal piede dando alla stampa un contrasto locale dei toni più scuri più elevato.
Per verificarlo è sufficiente stampare un negativo leggermente sovraesposto, sovraesponendo a sua volta la stampa (rispetto all’esposizione più breve per D-max su b+v)

Questo metodo è efficace, ci consente di capire molte cose e di imparare molto, è suggerito in molti manuali, ma secondo me approfondire il discorso è più interessante e divertente, oltre a non richiedere di dedicare del tempo pensando a fare test.

Ecco quindi un secondo metodo, chiamiamolo “reverse engineering”.

Questo metodo mette in relazione il negativo alla tecnica usata per fare la stampa. Vale a dire che voi vi mettete a stampare, fate il meglio che potete prendendo nota di cosa fate e successivamente, in base a quanto fatto in stampa, potrete capire le caratteristiche del negativo su cui avete lavorato e anche su quello che invece sarebbe per voi quello desiderabile. Insomma trasforma i negativi nel vostro maestro.

Di fronte ad un negativo da stampare ci troviamo di fronte a 9 possibili casi:

1) Sotto-esposizione e sotto-sviluppo (- -)
2) Sotto-esposizione e sviluppo normale (- 0)
3) Sotto-esposizione e sovra-sviluppo (- +)

4) Esposizione corretta e sotto-sviluppo (0 -)
5) Esposizione corretta e sviluppo normale (0 0). Quello giusto!
6) Esposizione corretta e sovra-sviluppo (o +)

7) Sovra-esposizione e sotto-sviluppo (+ -)
8) Sovra-esposizione e sviluppo normale (+ 0)
9) Sovra-esposizione e sovra-sviluppo (+ +)

Ogni caso differisce per le modalità con cui si riesce a stampare minimizzando i danni dovuti agli eventuali errori e quindi dalla tecnica di stampa e dai risultati che si ottengono possiamo risalire a quali errori ci sono nel negativo facendo sì che esso possa essere il nostro insegnante.

I casi da 1 a 3 sono caratterizzati dalla sotto-esposizione, ovvero da un'insufficiente dettaglio nelle aree scure. Il difetto può manifestarsi anche come "assenza di nero" (o densità sufficientemente elevate) quando, nel tentativo di stampare dei dettagli non stampabili, si riduce l'esposizione della carta rendendola di fatto insufficiente a produrre densità di stampa sufficientemente elevate (succede spessissimo!). In casi simili a nulla serve alzare il contrasto per cercare "del nero", se si ottiene "il nero" sparisce inevitabilmente il dettaglio. Un altro modo per determinare che il negativo è sotto-esposto è quando sulla stampa le aree scure sono più vaste (occupano più superficie) del desiderato. La sotto-esposizione è un errore frequentissimo!

Nello specifico il caso 1 (- -) oltre ad avere insufficiente dettaglio nei toni scuri ha anche un contrasto molto basso, vale a dire che è necessario usare un contrasto molto più alto del normale (cioè del grado 2) per far diventare i toni chiari abbastanza chiari.

Il caso 2 (- 0) oltre all'insufficiente dettaglio nelle aree scure presenta contrasto basso, ma non tanto basso quanto il caso 1, per ottenere toni chiari sufficientemente chiari sarà comunque necessario alzare il contrasto più del normale.

Il caso 3 (- +) presenta contrasto normale od elevato, ovvero si stampa sul grado 2 o su un grado inferiore pur non avendo sufficiente dettaglio nelle aree scure. I negativi tirati (ovvero sotto-esposti e sovra-sviluppati) sono di questo tipo: insufficiente dettaglio nelle aree scure e contrasto elevato, ovvero stampa su contrasto basso, o necessità di correzioni sulle alte luci (bruciature, pre-velatura)


I casi da 4 a 6 sono caratterizzati dalla correttezza dell'esposizione, per essi il dettaglio e la separazione tonale dei toni scuri sarà adeguata, sarà inoltre facile mantenere il dettaglio delle aree scure e contemporaneamente avere un "buon nero".

Nello specifico il caso 4 (0 -) presenta un contrasto basso, ma sarà sufficiente stamparlo su un contrasto più elevato per ottenere una stampa piuttosto buona. Eventualmente in caso di sotto-sviluppo molto deciso sarà visibile un leggero aumento della grana come sotto-prodotto dell'uso di un contrasto elevato della carta da stampa.

Il caso 5 (0 0 ; quello giusto) rende la giusta gamma tonale sia nei toni chiari che in quelli scuri su carta di grado medio (2). Liscio e senza problemi.

Il caso 6 (0 +) presenza contrasto elevato ed occorre stamparlo su un grado di contrasto basso. Se il sovra-sviluppo è molto deciso il grado di contrasto da usare sarà molto basso con possibili problemi di separazione tonale e contrasto locale non ottimale. I negativi di questo tipo sono abbastanza comuni.

I casi da 7 a 9 sono caratterizzati dalla sovra-esposizione. Se la sovra-esposizione è moderata con pellicole delle ultime generazioni di solito non ci sono particolari problemi, alle volte è anche vantaggioso (vedi spora). Quando la sovra-esposizione invece si fa decisa, oltre ad un aumento della grana si può manifestare una perdita di modulazione e contrasto locale sui toni chiari, specialmente con rivelatori fortemente compensatori e/o l’uso di pellicole tradizionali.

Il caso 7 (+ -) è il più tranquillo dei tre, il contrasto è normale e l'eccesso di dettaglio nei toni scuri è facilmente compensabile con una sovra-esposizione della stampa.

Il caso 8 (+ 0) presenta contrasto tendenzialmente elevato, in alcuni casi può avere già problemi di visibilità eccessiva della grana e di compressione tonale dei toni chiari, anche perché verosimilmente verrà stampato su un contrasto più basso del normale.

Il caso 9 (+ +), specialmente se gli errori sono spinti, è uno dei peggiori, insieme al caso 1 (--). Il negativo può essere molto denso in tutte le sue parti costringendo a lunghe esposizioni, la grana è marcata ed il contrasto generale è elevato. In stampa richiede un contrasto basso. La modulazione dei toni chiari può facilmente essere compromessa, specialmente se si usano sviluppi compensatori e pellicole tradizionali.

I casi meno critici, in caso di errori di esposizione, sono quindi quelli in cui lo sviluppo un po' compensa, ovvero sovrasvilluppo in caso di sottoesposizione e sottosviluppo in caso di sovraesposizione. Sempre che gli errori non siano consistenti!

È importante notare che le valutazioni sono sì tecniche, ma allo stesso tempo soggettive e che abbiamo finalmente formato "la catena" ovvero reso interdipendente ogni fase del processo, dalla scelta dell'esposizione fino alla stampa.
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Re: Test catena fotografica

Messaggio da andreamauri0001 »

Il metodo esponi per le ombre e sviluppa per le luci lo posso usare comunque utilizzando i tempi e i test di altri utenti del forum giusto?

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Re: Test catena fotografica

Messaggio da Silverprint »

Esporre per le ombre va sempre bene, i test degli altri... forse.
Forse perché le catene possono essere abbastanza diverse, così come gli esposimetri e soprattutto i gusti!
Parti da un dato (qualsiasi) e verifica in stampa secondo il metodo illustrato prima, poi pian piano aggiusti il tiro.
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Re: Test catena fotografica

Messaggio da andreamauri0001 »

Perfetto, grazie mille. :x

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Re: Test catena fotografica

Messaggio da Stefanob »

se posso aggiungere una mia personale e pragmatica considerazione, quello che conta più di tanti test, che certamente sono utili ed efficaci, è che ogni scena è differente da un altra e la difficoltà maggiore è l'interpretazione iniziale della luce e quindi dell'esposizione. "Esporre per le ombre" si, ma poi bisogna controllare anche tutto il resto e sul un rullo a volte bisogna trovare un compromesso! sulle lastre è un altro discorso. Valutare quindi quale combinazione utilizzare condiziona tutto il resto! di conseguenza il primo step è imparare a valutare bene l'esposizione da applicare per evitare di avere una pellicola, magari sviluppata bene, ma che sembra una scacchiera. Aggiungo che l'intento ovviamente è sbagliare sempre di meno, poi si possono fare tutti i test che si vogliono. Mio parere personale eh! Grazie
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Re: Test catena fotografica

Messaggio da Andrea67c »

Stefanob ha scritto:
23/08/2021, 12:02
se posso aggiungere una mia personale e pragmatica considerazione, quello che conta più di tanti test, che certamente sono utili ed efficaci, è che ogni scena è differente da un altra e la difficoltà maggiore è l'interpretazione iniziale della luce e quindi dell'esposizione. "Esporre per le ombre" si, ma poi bisogna controllare anche tutto il resto e sul un rullo a volte bisogna trovare un compromesso! sulle lastre è un altro discorso. Valutare quindi quale combinazione utilizzare condiziona tutto il resto! di conseguenza il primo step è imparare a valutare bene l'esposizione da applicare per evitare di avere una pellicola, magari sviluppata bene, ma che sembra una scacchiera. Aggiungo che l'intento ovviamente è sbagliare sempre di meno, poi si possono fare tutti i test che si vogliono. Mio parere personale eh! Grazie
Leggo e rileggo, ma il tuo parere personale non mi si rivela. :-?

Imparare a valutare l'esposizione non significa forse esporre per le ombre e previsualizzare la stampa dopo opportuno sviluppo, per quanto si è capaci? Tra l'altro parliamo di BN, credo, cosicché previsualizzare è ulteriormente difficile. I test hanno anche (a mio avviso soprattutto) la funzione di esercitare in modo controllato la previsualizzazione. Se non scatti in modo estremamente controllato, chiamiamolo test, qualunque esso sia, un muro bianco o una scena a contrasto ben misurato, come fai poi a correggere gli eventuali errori, ossia come dici tu, a "sbagliare sempre meno"?
Detto in altre parole, a quale dato misurabile ti appigli per un'eventuale correzione, se non hai inteso già 8n partenza lo scatto in questione come un test?

Non voglio polemizzare sul tuo post, voglio capire davvero cosa intendi.

Ciao!
A.

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Re: Test catena fotografica

Messaggio da Stefanob »

intendo dire che è inutile cercare di ottenere un processo di sviluppo perfetto se però hai come base di partenza una pellicola esposta in qualche modo. Certamente è importante conoscere ciò che viene dopo per poter valutare anche l'esposizione(sviluppo utilizzato ecc ecc), ma spesso vedo che gli errori più comuni si fanno durante l'esposizione perché non si sa valutare bene la scena. Ti sarà già capitato di avere un rullo con fotogrammi esposti bene altri meno (sotto o sovraesposte, contrasto alto o piatto). Ecco questo intendo. Poi puoi fare tutti i tuoi test, ma l'intento di imparare ad esporre bene è evitare il più possibile quelle esposte meno bene. Esporre per le ombre non è sempre l'unica soluzione. Ad esempio, esponendo sulle ombre verifichi dove ti cadono le alte luci? Però ripeto, questo è il mio modo di vedere...ognuno si farà il suo...
Stefano

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Re: Test catena fotografica

Messaggio da Andrea67c »

Stefanob ha scritto:
24/08/2021, 11:12
Ti sarà già capitato di avere un rullo con fotogrammi esposti bene altri meno (sotto o sovraesposte, contrasto alto o piatto).
..............
Ad esempio, esponendo sulle ombre verifichi dove ti cadono le alte luci? Però ripeto, questo è il mio modo di vedere...ognuno si farà il suo...
Certo, capita a tutti di avere il rullo disomogeneo, se si usa sempre lo stesso rullo con lo stesso sviluppo, quindi anche a me. Ma se pensi a come svilupperai il rullo, certe foto su quel rullo nemmeno le scatti, dopo un po di pratica attenta (chiamiamola procedura test), perché sai che poi tanto quelle foto le scarterai in camera oscura, in quanto sostanzialmente instampabili.

Ovviamente vanno verificate sempre le alte luci! Cosa mi porto lo spotmeter in giro a fare? In alcuni casi, se tali luci escono (non troppo) dal range dello stampabile, le puoi riportare dentro con delle bruciature (mi capita soprattutto con le nuvole, in montagna). Il che significa spesso "inventarsi" dei toni che non ci sono in realtà. In fondo, se vogliamo, si fa lo stesso quando un viso è troppo abbronzato rispetto al resto della scena: ci si inventa un tono che non c'è e lo si maschera per renderlo meglio. Quando invece si vuol mantenere le relazioni tonali della scena reale, se le luci reali escono dal range di stampa, le si riporta dentro sviluppando meno, ovviamente. Queste procedure si imparano tanto più, quanto più si fotografa e si sviluppa in modo controllato. Ciò che io non esito a chiamare attività di test.

Se invece fai il foto reporter d'assalto, probabilmente scatti e basta, oscillando ad occhio tra due o tre tempi/diaframmi diversi, non hai certo tempo di azionare l'esposimetro, nemmeno quello interno al mirino, tanto poi quel che viene viene, sono cavoli di chi stampa. È già tanto se metti a fuoco. Evviva il 35mm e l'iperfocale a f11. Ho fatto anche questo, è molto divertente, ci si sente gagliardi, una specie di antidepressivo, sia con la macchina moderna impostata in P, che con una biottica o una telemetro senza esposimetro. Poi però ti devi accontentare di quel che viene all'ingranditore. Non è questo però il metodo per chi vuol imparare, saremo ben d'accordo su questo! Come fai a correggerti, la volta successiva che vuoi fare ancora il gagliardo, se non hai dati su cui ragionare?

Ciao!
A.

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Re: Test catena fotografica

Messaggio da Stefanob »

Andrea67c ha scritto:
24/08/2021, 11:46
Stefanob ha scritto:
24/08/2021, 11:12
Ti sarà già capitato di avere un rullo con fotogrammi esposti bene altri meno (sotto o sovraesposte, contrasto alto o piatto).
..............
Ad esempio, esponendo sulle ombre verifichi dove ti cadono le alte luci? Però ripeto, questo è il mio modo di vedere...ognuno si farà il suo...

Se invece fai il foto reporter d'assalto, probabilmente scatti e basta, oscillando ad occhio tra due o tre tempi/diaframmi diversi, non hai certo tempo di azionare l'esposimetro, nemmeno quello interno al mirino, tanto poi quel che viene viene, sono cavoli di chi stampa. È già tanto se metti a fuoco. Evviva il 35mm e l'iperfocale a f11. Ho fatto anche questo, è molto divertente, ci si sente gagliardi, una specie di antidepressivo, sia con la macchina moderna impostata in P, che con una biottica o una telemetro senza esposimetro.
Ciao!
A.
Ecco vedi, ti sei già risposto da solo! ahahah In questi casi i test sono superflui, quello che conta è la tua capacità di leggere la luce in situazioni di quel tipo. A meno che ti affidi totalmente all'esposimetro e allora ritorniamo al punto che ti dicevo della pellicola sovra e sotto esposta e qui puoi fare tutti i test che vuoi, ma poco contano!!
Prima di tutto quindi imparerei ad conoscere bene la fotografia in B/N, gli strumenti e i materiali che utilizzi. Poi comincerei con i test per affinare il risultato. Ma meglio farai la prima parte e meno avrai bisogno del resto ;) Ognuno poi, dopo aver sperimentato tanto, si costruisce un proprio metodo di lavoro per avere un risultato più costante possibile e qui che possono venir utili i test ;)
Stefano

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