Ho un amico, fotografo di cerimonie, che tratta l'attrezzatura come descritto da Sandro, ma non è mancanza di rispetto per il valore delle cose, anzi, è solo che il lavoro viene prima di tutto, durante una cerimonia deve pensare esclusivamente a non perdere nessun momento della stessa. Io, con le foto di cerimonia, c'ho tirato su un po di grano, ai tempi dell'università, sembra una cosa da niente, ma non lo è affatto.
Durante la cerimonia la tensione del fotografo è sempre altissima, non deve stare attento solo agli sposi, ma pure ad una miriade di fattori esterni, dal cugino dello sposo, con la compattina, che t'impalla la sposa, alla zia Amelia che ti tira la manica perché stai sbagliando ad inquadrare la nipote, dal testimone "svagato" che fissa il soffitto, alla damigella che "esplora" le cavità nasali, le pile per i lampeggiatori, che schiattano sempre quando meno te l'aspetti, il cavo sincro che s'innamora dei bottoni del gilet, ... all'epoca poi le schede di memoria non esistevano, ed anche con 5 dorsi, quelli che mi portavo io, avevi 60 scatti prima di rimanere a secco, sembrano tanti, e lo sono...se fotografi scogli a Lerici
, ma non durante un matrimonio.
Insomma, l'attrezzatura, e la sua cura, è l'ultimo dei problemi.