Che dire non amavo molto la 100 ma ben venga, purtroppo come tutti ivecchi divento un rompi....lle con la nostalgia della Kodakrome 25 e c'era anche la kodracrome 120 ma a parte i paignistei, tutto è ben quello che finisce in bene , nel senso che se il mercato risponderà la pellicola tornerà, mi è venuta anche la rima !
Parlano del super 8: accidempolina muoio dalla voglia di rispolverare i vecchi e fedeli ferri analogici che tutti deridevano e che non ho svenduto, voglio disseppellire ogni ascia da guerra come dicevano gli indiani d'America anzi ogni tanto da folle e malato, ne compro uno nuovo\vecchio. A Roma per lo sviluppo di un film a colori , negativo , passano minimo 7\10 gg , per ovvi motivi di accumulo e per non sprecare i bagni,frequento il medesimo laboratorio da più 45 anni e che miracolosamente è ancora in piedi.
Lunga vita alla pellicola che mi auguro segua l'esempio dell'adorato vinile, altro dinosauto redivo e dato per spacciato.
Torna la Ektachrome. Sarà vero?
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Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
Posso chiederti chi è?canon ftb ha scritto:frequento il medesimo laboratorio da più 45 anni e che miracolosamente è ancora in piedi.
Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
Certo si chiama Graphicolor: https://www.graphicolor.it/
sono sempre stati molto seri quando lavoravo per i giornali e si doveva sviluppare la domenica, ti chiedevano un sovrapprezzo ma lo facevano. Considera che se ad esempio Bush arrivava in Italia, tu scattavi le dia e poi dopo averle sviluppate si faceva il "fuorisacco" : andavi alla stazione Termini e spedivi di notte le foto a Milano dove un venditore o un agenzia si prendeva l'onere di rivendere fuori piazza il tutto.
I milanesi si sono arricchiti negli anni d'oro, dichiaravano sempre una parte minima del venduto dal quale scremavano poi il 40 o altre percentuali secondo gli accordi presi. Io avevo un agenzia fotografica e alla fine decidemmo insieme al mio socio di aprire anche una succursale su Milano e la differenza era abbissale.
Anche perchè esisteva tutto un mercato che non era quello dei giornali: editoria scolastica, enciclopedie, etc che da Roma era impossibile controllare, senza contare quello estero.
Se avevo tempo facevo i duplicati delle diapositive o se mi servivano i b\n per i quotidiani, realizzavo un internegativo dal colore e poi lo stampavo. Insomma era un lavoro molto materiale , oggi con il digitale un fotografo può scattare le foto e inviarle direttamente, e questo ha comportato un crollo dei costi.
L'Espresso se ti comprava una foto e la usava per la copertina mi pare che desse 800 o 900 mila lire erano soldi, il quotidiano poteva pagare anche novantamila lire a scatto,perdona se non sono preciso ma non ricordo dopo tanti anni esattamente il compenso.
Lavoravo per un mensile di cavalli e articolo e foto erano pagati un milione e mezzo.
Ora la stampa si serve da infernet dove spesso non paga le foto o fa abbonamenti a prezzzi ridicoli che hanno ucciso il fotogiornalismo, oggi spesso chi si picca di essere un reporter è ricco e gioca a fare il fotografo noi invece ci sudavamo la pagnotta .
Per darti una idea se lavoravi in agenzia la mattina presto arrivava un fax con gli eventi più rimarchevoli, allora fotografavi uno sgombro di case occupate, poi ti scapicollavi a lasciare le pellicole per correre a fare foto di politica e la notte facevi gli spettacoli. I grossi gruppi musicali ti facevano scattare solo i primi 3 pezzi e ancora ricordo i Genesis che misero all'inizio il fumo! E avevo Il Corriere della sera che aspettava le foto.
Era un altro mondo di certo se resistevi ti facevi le ossa e soprattuto dovendo affrontare situazioni tanto diverse dovevi padroneggiare bene le pellicole. Agli spettacoli spesso portavo 3 corpi macchina: uno per il b\n, uno per il colore tungsteno, e uno per il daylyght, ti garantisco che lo sforzo intellettuale oltre che fisico, era notevole.
Ho sempre amato il mio lavoro oggi purtroppo ho dovuto abbandonare e a livello personale continuo a scattare libero dalla necesità di produrre cose da vendere.
Se apro la valigia dei ricordi non mi fermo più.
Ciao
sono sempre stati molto seri quando lavoravo per i giornali e si doveva sviluppare la domenica, ti chiedevano un sovrapprezzo ma lo facevano. Considera che se ad esempio Bush arrivava in Italia, tu scattavi le dia e poi dopo averle sviluppate si faceva il "fuorisacco" : andavi alla stazione Termini e spedivi di notte le foto a Milano dove un venditore o un agenzia si prendeva l'onere di rivendere fuori piazza il tutto.
I milanesi si sono arricchiti negli anni d'oro, dichiaravano sempre una parte minima del venduto dal quale scremavano poi il 40 o altre percentuali secondo gli accordi presi. Io avevo un agenzia fotografica e alla fine decidemmo insieme al mio socio di aprire anche una succursale su Milano e la differenza era abbissale.
Anche perchè esisteva tutto un mercato che non era quello dei giornali: editoria scolastica, enciclopedie, etc che da Roma era impossibile controllare, senza contare quello estero.
Se avevo tempo facevo i duplicati delle diapositive o se mi servivano i b\n per i quotidiani, realizzavo un internegativo dal colore e poi lo stampavo. Insomma era un lavoro molto materiale , oggi con il digitale un fotografo può scattare le foto e inviarle direttamente, e questo ha comportato un crollo dei costi.
L'Espresso se ti comprava una foto e la usava per la copertina mi pare che desse 800 o 900 mila lire erano soldi, il quotidiano poteva pagare anche novantamila lire a scatto,perdona se non sono preciso ma non ricordo dopo tanti anni esattamente il compenso.
Lavoravo per un mensile di cavalli e articolo e foto erano pagati un milione e mezzo.
Ora la stampa si serve da infernet dove spesso non paga le foto o fa abbonamenti a prezzzi ridicoli che hanno ucciso il fotogiornalismo, oggi spesso chi si picca di essere un reporter è ricco e gioca a fare il fotografo noi invece ci sudavamo la pagnotta .
Per darti una idea se lavoravi in agenzia la mattina presto arrivava un fax con gli eventi più rimarchevoli, allora fotografavi uno sgombro di case occupate, poi ti scapicollavi a lasciare le pellicole per correre a fare foto di politica e la notte facevi gli spettacoli. I grossi gruppi musicali ti facevano scattare solo i primi 3 pezzi e ancora ricordo i Genesis che misero all'inizio il fumo! E avevo Il Corriere della sera che aspettava le foto.
Era un altro mondo di certo se resistevi ti facevi le ossa e soprattuto dovendo affrontare situazioni tanto diverse dovevi padroneggiare bene le pellicole. Agli spettacoli spesso portavo 3 corpi macchina: uno per il b\n, uno per il colore tungsteno, e uno per il daylyght, ti garantisco che lo sforzo intellettuale oltre che fisico, era notevole.
Ho sempre amato il mio lavoro oggi purtroppo ho dovuto abbandonare e a livello personale continuo a scattare libero dalla necesità di produrre cose da vendere.
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Ciao
Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
Fotoimpex la da disponibile dal 15/11...
Non sarà molto economica... ;)
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Massimiliano
Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
Speriamo!
Sa chi sa che nulla sa, ne sa più di chi ne sa, perchè sa che nulla sa.
Socrate 470 b.c – 399 b.c.
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Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
Perchè dovrebbe essere economica?emmeffepi ha scritto:Non sarà molto economica... ;)
...anche a suo tempo era una pellicola professionale piuttosto costosa.... più costosa delle Fuji ma come le Fuji professionali valeva ciò che costava.
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.
Clicca qui! .....e qui, ...e anche qui!
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Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
Credo che costerà più o meno come la provia 100f....
Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
ho forse detto che dovrebbe esserlo? ;)impressionando ha scritto:Perchè dovrebbe essere economica?
Negli USA si, in Europa dovrebbe costare qualcosa di meno (attorno a EUR 13,50/rullo)Kirk84 ha scritto:Credo che costerà più o meno come la provia 100f....
Sto cercando di capire quando sara' in vendita a HK/Singapore...mi servirebbe a inizio novembre...
Massimiliano
Re: Torna la Ektachrome. Sarà vero?
Grazie!canon ftb ha scritto:Certo si chiama Graphicolor: https://www.graphicolor.it/
sono sempre stati molto seri quando lavoravo per i giornali e si doveva sviluppare la domenica, ti chiedevano un sovrapprezzo ma lo facevano. Considera che se ad esempio Bush arrivava in Italia, tu scattavi le dia e poi dopo averle sviluppate si faceva il "fuorisacco" : andavi alla stazione Termini e spedivi di notte le foto a Milano dove un venditore o un agenzia si prendeva l'onere di rivendere fuori piazza il tutto.
I milanesi si sono arricchiti negli anni d'oro, dichiaravano sempre una parte minima del venduto dal quale scremavano poi il 40 o altre percentuali secondo gli accordi presi. Io avevo un agenzia fotografica e alla fine decidemmo insieme al mio socio di aprire anche una succursale su Milano e la differenza era abbissale.
Anche perchè esisteva tutto un mercato che non era quello dei giornali: editoria scolastica, enciclopedie, etc che da Roma era impossibile controllare, senza contare quello estero.
Se avevo tempo facevo i duplicati delle diapositive o se mi servivano i b\n per i quotidiani, realizzavo un internegativo dal colore e poi lo stampavo. Insomma era un lavoro molto materiale , oggi con il digitale un fotografo può scattare le foto e inviarle direttamente, e questo ha comportato un crollo dei costi.
L'Espresso se ti comprava una foto e la usava per la copertina mi pare che desse 800 o 900 mila lire erano soldi, il quotidiano poteva pagare anche novantamila lire a scatto,perdona se non sono preciso ma non ricordo dopo tanti anni esattamente il compenso.
Lavoravo per un mensile di cavalli e articolo e foto erano pagati un milione e mezzo.
Ora la stampa si serve da infernet dove spesso non paga le foto o fa abbonamenti a prezzzi ridicoli che hanno ucciso il fotogiornalismo, oggi spesso chi si picca di essere un reporter è ricco e gioca a fare il fotografo noi invece ci sudavamo la pagnotta .
Per darti una idea se lavoravi in agenzia la mattina presto arrivava un fax con gli eventi più rimarchevoli, allora fotografavi uno sgombro di case occupate, poi ti scapicollavi a lasciare le pellicole per correre a fare foto di politica e la notte facevi gli spettacoli. I grossi gruppi musicali ti facevano scattare solo i primi 3 pezzi e ancora ricordo i Genesis che misero all'inizio il fumo! E avevo Il Corriere della sera che aspettava le foto.
Era un altro mondo di certo se resistevi ti facevi le ossa e soprattuto dovendo affrontare situazioni tanto diverse dovevi padroneggiare bene le pellicole. Agli spettacoli spesso portavo 3 corpi macchina: uno per il b\n, uno per il colore tungsteno, e uno per il daylyght, ti garantisco che lo sforzo intellettuale oltre che fisico, era notevole.
Ho sempre amato il mio lavoro oggi purtroppo ho dovuto abbandonare e a livello personale continuo a scattare libero dalla necesità di produrre cose da vendere.
Se apro la valigia dei ricordi non mi fermo più.
Ciao
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