Guardando la curva caratteristica della Tmax 400 si può notare come la risposta in termini di densità sia lineare rispetto all'esposizione. Questo vale soprattutto per sviluppi poco compensatori che non piegano la curva rendendola ad S (comunque poco).
È nota la capacità della Tmax 400 di registrare dettagli anche sopra la IX zona.
A questo punto mi chiedo se non sia possibile semplificare il SZ.
Esporre correttamente per le ombre e sviluppare sempre N (tranne casi particolare per esempio paesaggi notturni)
Correggere il contrasto solo con l'utilizzo di carte multigrade.
La curva dritta come uno sparo dovrebbe permettere di non impastare le luci in scene ad alto contrasto.
Penso che le pellicole su cui Adams sì è formato dovevano avere una marcata curva ad S. Inoltre la mancanza delle multigrade (o la scarsa qualità) imponevano di stampare con gradazioni vicine al 2.
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Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
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Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Sui margini del tuo post, aggiungo i dati noti sullaTmax 400:
- latitudine di posa - Kodak afferma che le esposizioni sui 800 ISO saranno ancora molto soddisfacenti, il che corrisponde alla tua analisi che nelle alte luci, i dettagli sono ancora ben visibili. Tutto ciò, con uno sviluppo "N" come lo nomini tu, ovvero "normale".
Sul A.Adams e le sue pellicole e la carta:
- non potevano essere di scarsa qualità, erano le migliori possibili in quei tempi. Il rivelatore solitamente era uno compensatorio DK-23. Questo già spiega.
Ragazzi, avete mai provato a mescolarlo da soli, questo DK-23 da metolo e sodio di solfito anidro? Ehh, è più facile pagare 10 euretti...
Sul contrasto:
- tutti bravi stampatori utilizzano le tecniche in CO: annerimento e schiarimento delle parti di carta, con cartoncini, bastoncini con ovata e simile. Sulla carta n.1, 2, 3, 4.
Mia conclusione:
- nulla nuoce preservare tutte le possibili gradazioni della curva Tmax, nelle sue zone basse; il fatto che nelle alte luci, è molto ben strutturato grazie alla densità della grana, aiuta ad avere un ventaglio tonale molto esteso. Perché non partire da un ottimo negativo, sviluppato anche in modo COMPENSATORIO e facilitarsi il lavoro nella CO? Chi vuole in modo N, va bene.
- latitudine di posa - Kodak afferma che le esposizioni sui 800 ISO saranno ancora molto soddisfacenti, il che corrisponde alla tua analisi che nelle alte luci, i dettagli sono ancora ben visibili. Tutto ciò, con uno sviluppo "N" come lo nomini tu, ovvero "normale".
Sul A.Adams e le sue pellicole e la carta:
- non potevano essere di scarsa qualità, erano le migliori possibili in quei tempi. Il rivelatore solitamente era uno compensatorio DK-23. Questo già spiega.
Ragazzi, avete mai provato a mescolarlo da soli, questo DK-23 da metolo e sodio di solfito anidro? Ehh, è più facile pagare 10 euretti...
Sul contrasto:
- tutti bravi stampatori utilizzano le tecniche in CO: annerimento e schiarimento delle parti di carta, con cartoncini, bastoncini con ovata e simile. Sulla carta n.1, 2, 3, 4.
Mia conclusione:
- nulla nuoce preservare tutte le possibili gradazioni della curva Tmax, nelle sue zone basse; il fatto che nelle alte luci, è molto ben strutturato grazie alla densità della grana, aiuta ad avere un ventaglio tonale molto esteso. Perché non partire da un ottimo negativo, sviluppato anche in modo COMPENSATORIO e facilitarsi il lavoro nella CO? Chi vuole in modo N, va bene.
Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
C'è un errore nella tua prima frase. Ad iso 800 con sviluppo N il problema è la sottoesposizione e dunque le ombre, non le luci (a meno di essere in situazioni ad alto contrasto).
Le pellicole usate da Adams erano buone.
Uno sviluppo compensatore accentua la forma ad S della curva caratteristica impastando le luci in caso di sviluppo troppo elevato.
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Le pellicole usate da Adams erano buone.
Uno sviluppo compensatore accentua la forma ad S della curva caratteristica impastando le luci in caso di sviluppo troppo elevato.
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Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Ecco un esempio delle curve caratteristiche presenti ne '' Il negativo'' di Adams. Nell'appendice vengono testate altre pellicole che evidenziando una curva caratteristica sempre ad S. Come rivelatore viene spesso usato l'HC-110 a varie diluizioni.
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Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Okay, qui ho visto due comportamenti delle pellicole Ilford.Umberto M ha scritto:Ecco un esempio delle curve caratteristiche presenti ne '' Il negativo'' di Adams. Nell'appendice vengono testate altre pellicole che evidenziando una curva caratteristica sempre ad S. Come rivelatore viene spesso usato l'HC-110 a varie diluizioni
Mi è noto che Tmax 400 ha una curva quasi a 45 gradi, ma esiste una differenza fra queste due di casa Ilford e Tmax400: la Tmax400 ha un piede più intenso.
Io risolvevo questo contrasto accentuato della Tmax400 con una agitazione al modo mio, ovvero al "modo Ilford" con 10 sec al minuto, meglio detto: con 2 sole inversioni al minuto e con lo sviluppo più lungo. Inoltre, usavo, dico "usavo" perché la ultima di questo tipo che ho trattato, era di 10 mesi fa incirca, usavo D-76 1:1. Inoltre, trovavo Rodinal molto adatto, essendo un rivelatore "addormentato".
E mai ho seguito istruzioni Kodak per l'agitazione.
Mi viene di dire che Ilford Microphen potrebbe essere ottimo per Tmax400; non ho mai usato questa coppia, ma mi risulta idonea per arrotondare la parte alta della curva.
Ti cito qualcosa dai brochure Kodak, per Tmax 400:
In quasi tutte le condizioni, è possibile ottenere un'elevata qualità con normali livelli di esposizione all'indice di esposizione nominale e condizioni di sviluppo normali. Per fotogrammi ad alto contrasto, si otterrà una qualità elevatissima se l'esposizione viene aumentata di una o due diaframmi e si procede al normale sviluppo della pellicola.
Se lo sviluppo normale produce negativi decisamente con un contrasto troppo basso, aumentare leggermente la durata dei tempi di sviluppo (dal 10 al 15 percento). Se i negativi presentano un contrasto eccessivo, diminuire leggermente la durata dei tempi di sviluppo (dal 10 al 15 percento). Vedere "Regolazione del contrasto della pellicola".
Se i negativi sono troppo leggeri, aumentarne l'esposizione utilizzando un indice di esposizione inferiore; se sono troppo densi, ridurne l'esposizione utilizzando un indice di esposizione superiore.
Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Puoi per cortesia dirmi di preciso dove hai preso queste autentiche "perle" di saggezza(sono serio).Scordisk ha scritto: Ti cito qualcosa dai brochure Kodak, per Tmax 400:
In quasi tutte le condizioni, è possibile ottenere un'elevata qualità con normali livelli di esposizione all'indice di esposizione nominale e condizioni di sviluppo normali. Per fotogrammi ad alto contrasto, si otterrà una qualità elevatissima se l'esposizione viene aumentata di una o due diaframmi e si procede al normale sviluppo della pellicola.
Se lo sviluppo normale produce negativi decisamente con un contrasto troppo basso, aumentare leggermente la durata dei tempi di sviluppo (dal 10 al 15 percento). Se i negativi presentano un contrasto eccessivo, diminuire leggermente la durata dei tempi di sviluppo (dal 10 al 15 percento). Vedere "Regolazione del contrasto della pellicola".
Se i negativi sono troppo leggeri, aumentarne l'esposizione utilizzando un indice di esposizione inferiore; se sono troppo densi, ridurne l'esposizione utilizzando un indice di esposizione superiore.
Ti ringrazio
Samuele
Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Sono perle di generica saggezza, inevitabilmente..e non è colpa di Kodak.
È necessario, per poterle interpretare e adottare, però, crearsi dei punti fermi... e intendo l’esposizione. Diversamente diventa Una regola debole. magari c’è sottosviluppo, sovrasviluppo ..oppure un problema di esposizione. Vedere bene le zone d’ombre nel Negativo è forse la prima valutazione da fare e da lì capire se lo sviluppo è buono o meno.
Va beh ma c’è il 3d apposito...
È necessario, per poterle interpretare e adottare, però, crearsi dei punti fermi... e intendo l’esposizione. Diversamente diventa Una regola debole. magari c’è sottosviluppo, sovrasviluppo ..oppure un problema di esposizione. Vedere bene le zone d’ombre nel Negativo è forse la prima valutazione da fare e da lì capire se lo sviluppo è buono o meno.
Va beh ma c’è il 3d apposito...
Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Kodak T-Max 400 - Tech Pub F4043_it.pdf del 2007. Ma, si riferisce alla T-Max 400 Professional.SamueleB ha scritto:Puoi per cortesia dirmi di preciso dove hai preso queste autentiche "perle" di saggezza(sono serio).Scordisk ha scritto: Ti cito qualcosa dai brochure Kodak, per Tmax 400:
In quasi tutte le condizioni, è possibile ottenere un'elevata qualità con normali livelli di esposizione all'indice di esposizione nominale e condizioni di sviluppo normali. Per fotogrammi ad alto contrasto, si otterrà una qualità elevatissima se l'esposizione viene aumentata di una o due diaframmi e si procede al normale sviluppo della pellicola.
Se lo sviluppo normale produce negativi decisamente con un contrasto troppo basso, aumentare leggermente la durata dei tempi di sviluppo (dal 10 al 15 percento). Se i negativi presentano un contrasto eccessivo, diminuire leggermente la durata dei tempi di sviluppo (dal 10 al 15 percento). Vedere "Regolazione del contrasto della pellicola".
Se i negativi sono troppo leggeri, aumentarne l'esposizione utilizzando un indice di esposizione inferiore; se sono troppo densi, ridurne l'esposizione utilizzando un indice di esposizione superiore.
Ti ringrazio
Samuele
E dicono anche, che certi tempi di sviluppo valgono per gli ingranditori a luce diffusa, mentre i tempi più brevi (fattori moltiplicazione 0,9-0,8 a seconda del rivelatore, ecc ecc), dovrebbero essere usati per gli ingranditori con condensatori. Ragazzi, abbiamo dimenticato questo elemento! Che ci crea problemini di qua e di là, o no?
C'ho una del 2016, più breve. E qui, per esempio, è caduto oblio sulle certe maestranze.
Tutto sommato, nello stile di Alan Ford: "Se vuoi vincere, non devi perdere". Mi riferisco alle raccomandazioni Kodak dal mio post precedente. Sto scherzando, loro ricette sono ottime.
Io problemi non ne ho, uso le FOMA.
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Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Personalmente Adams lo lascerei perdere, qualsiasi dato proveniente dai sui testi è vecchio quasi quarant'anni e anche i prodotti che ha usato sono altrettanto se non più vecchi, senza contare che di fatto ha usato un po' di tutto di quello che girava in commercio quando fotografava.
Le pellicole moderne hanno andamenti simili e piuttosto rettilinei e ancora oggi le carte a contrasto variabile presentano delle distorsioni tonali sulle gradazioni morbide per cui le carte a gradazione fissa sono ancora superiori per quanto riguarda le restituzione tonale sui gradi soft. Ma la comodità e soprattutto la versatilità e la potenza delle mascherature multicontrasto rendono le carte VC imbattibili, e fanno dimenticare qualche piccolo difettuccio che ancora si trascinano dietro.
La T-max 400 è, imho, la pellicola più avanzata mai prodotta; se qualcuno ha letto o ha voglia di leggersi la "sensitometria in 10 capitoli" pubblicata nel blog ci troverà il test di una T-max 400 in un banalissimo D-76 1+1 esposta a 3 iso (proprio 3!) e la relativa stampa perfettamente leggibile nelle ombre e nelle luci, per una dinamica di 14 stop... e ce n'è ancora (la latitudine di posa è un concetto fuorviante e, secondo me, non esiste).
Il fatto che possa essere esposta indifferentemente a 400 o a 800 è una informazione molto fuorviante che ha pubblicato Kodak stessa ma che ha poco a che fare con la sensibilità effettiva della pellicola che, nelle mie condizioni di lavoro, si aggira intorno ai 250-320 iso.
Riguardo al topic iniziale, la sola variazione della gradazione di contrasto della carta non permette un grande margine di manovra sul contrasto del soggetto; le variazioni di sviluppo sono molto più efficaci da questo punto di vista. Inoltre la spalla dritta potrebbe rivelarsi una problema da risolvere in stampa con negativi dal contrasto poco gestibile, "ingessando" in un bianco sparato proprio le alteluci e constringendo ad interventi anche pesanti di bruciatura su queste tonalità, interventi in genere effettuati con gradazione soft per rendere invisibile l'alonatura e di fatto appiattendo, indirettamente, la spalla stessa
Vale la regola che, fatto 100 il potenziale di intervento che hanno i materiali, se ne devo usarne 80 solo per ottenere una stampa con ombere e luci decenti, mi rimarrà solo un 20 da dedicare all'espressività della stampa. Al contrario lavorando con negativo buono, in grado di restituire già una buona stampa su gradazione intermedia e senza interventi, avrò a disposizione tutto il potenziale di 100 per potermi liberamente esprimere nell'intepretazione dell'immagine durante la fase di stampa... se il negativo è lo spartito e la stampa l'esecuzione, suonare il jazz con un clarinetto che fischia e con l'ancia spezzata non mi mette nelle migliori condizioni interpretative
Le pellicole moderne hanno andamenti simili e piuttosto rettilinei e ancora oggi le carte a contrasto variabile presentano delle distorsioni tonali sulle gradazioni morbide per cui le carte a gradazione fissa sono ancora superiori per quanto riguarda le restituzione tonale sui gradi soft. Ma la comodità e soprattutto la versatilità e la potenza delle mascherature multicontrasto rendono le carte VC imbattibili, e fanno dimenticare qualche piccolo difettuccio che ancora si trascinano dietro.
La T-max 400 è, imho, la pellicola più avanzata mai prodotta; se qualcuno ha letto o ha voglia di leggersi la "sensitometria in 10 capitoli" pubblicata nel blog ci troverà il test di una T-max 400 in un banalissimo D-76 1+1 esposta a 3 iso (proprio 3!) e la relativa stampa perfettamente leggibile nelle ombre e nelle luci, per una dinamica di 14 stop... e ce n'è ancora (la latitudine di posa è un concetto fuorviante e, secondo me, non esiste).
Il fatto che possa essere esposta indifferentemente a 400 o a 800 è una informazione molto fuorviante che ha pubblicato Kodak stessa ma che ha poco a che fare con la sensibilità effettiva della pellicola che, nelle mie condizioni di lavoro, si aggira intorno ai 250-320 iso.
Riguardo al topic iniziale, la sola variazione della gradazione di contrasto della carta non permette un grande margine di manovra sul contrasto del soggetto; le variazioni di sviluppo sono molto più efficaci da questo punto di vista. Inoltre la spalla dritta potrebbe rivelarsi una problema da risolvere in stampa con negativi dal contrasto poco gestibile, "ingessando" in un bianco sparato proprio le alteluci e constringendo ad interventi anche pesanti di bruciatura su queste tonalità, interventi in genere effettuati con gradazione soft per rendere invisibile l'alonatura e di fatto appiattendo, indirettamente, la spalla stessa
Vale la regola che, fatto 100 il potenziale di intervento che hanno i materiali, se ne devo usarne 80 solo per ottenere una stampa con ombere e luci decenti, mi rimarrà solo un 20 da dedicare all'espressività della stampa. Al contrario lavorando con negativo buono, in grado di restituire già una buona stampa su gradazione intermedia e senza interventi, avrò a disposizione tutto il potenziale di 100 per potermi liberamente esprimere nell'intepretazione dell'immagine durante la fase di stampa... se il negativo è lo spartito e la stampa l'esecuzione, suonare il jazz con un clarinetto che fischia e con l'ancia spezzata non mi mette nelle migliori condizioni interpretative
Re: Latitudine di posa Tmax 400 e sistema zonale
Secondo me ti sbagli, confrontndo le curve risulta che il piede della Tmax è inferiore a quello della Trix.Scordisk ha scritto:Umberto M ha scritto:
Mi è noto che Tmax 400 ha una curva quasi a 45 gradi, ma esiste una differenza fra queste due di casa Ilford e Tmax400: la Tmax400 ha un piede più intenso.
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