Dopo 25 anni qualche giorno fa mi sono recato nella biblioteca comunale della mia cittadina per trovare qualche testo che parlasse di camera oscura o principi fondamentali della fotografia. Dopo una ricerca alquanto deludente mi decido di prendere un libro del 1978 intitolato "fotografia moderna" il che mi ha fatto sorridere ma cmq vedendo che era privo di foto e fitto fitto capisco che forse é quello che cercavo.
Riguardo alla scelta della pellicola leggo, cito a memoria:
Una pellicola sensibile é preferibile in situazioni di forte contrasto in quanto la resa della gamma dimanica ( o contrasto della pellicola ) é maggiore in queste pellicole
Una pellicola poco sensibile quindi bassi iso é preferibile in situazioni con basso contrasto in quanto la resa della gamma dinamica ( o del contrasto )é più limitata.
Mi chiedo: dopo oltre 40 anni da queste affermazioni posso ancora ritenerle affidabili o il comportamento delle pellicole nel corso dei decenni ( penso forse ad un miglioramento dei materiale ) é cambiato?
Secondo quesito:
Dopo aver letto e qualche parte anche riletto il post sull'esposizione di silvertprint mi chidevo una cosa sull'esposizione delle ombre.
Faccio un esempio molto semplificato:
Punto su una zona di ombra il mio esposimetro, che mi riporta un valora tipo f8 1/60 , per ritrovarmi il nero che vorrei ( da quello che ho capito) chiudo di circa 2 stop quindi mi ritrovo con un esposizione f8 1/250 giusto?
Ok ora se non ho commesso errori mi chiedo:
Se da come leggo spesso la pellicola in generale soffre la sottoesposizione mantre sopporta bene la sovraesposizione, nel chiudere di 2 stop per ottenere le ombre che vorrei, non vado a crearmi una sottoesposizione dello scatto?
Probabilmente in qualche passaggio non mi é chiaro qualcosa ma ancora non capisco cosa.
Grazie del tempo per la lettura e spero nel tempo per la risposta.
Un saluto
Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
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Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Il contrasto del negativo dipende in massima parte dall'energia dello sviluppo.
Vale a dire che è sempre possibile, con tutte le pellicole, ottenere grandissime variazioni di gamma dinamica variando lo sviluppo.
Il discorso sarebbe quindi da intendersi come limite delle possibilità di variazione della gamma dinamica variando lo sviluppo. Con praticamente tutte le pellicole è possibile ottenere un contrasto davvero eccessivo, mentre viceversa, in riduzione del contrasto ci sono maggiori differenze, ma questo dipende dal tipo di pellicole e NON dalla sensibilità.
Molti anni fa (davvero molti) con le pellicole più sensibili era, forse, possibile ottenere, sempre variando lo sviluppo, una gamma dinamica leggermente superiore. Oggi (ma anche ieri) non vedo relazione tra sensibilità e possibilità di variazione della gamma dinamica. Ci sono pellicole tipo la Fuji Acros, o la compianta Agfa Apx 25 che hanno una gamma dinamica potenziale davvero molto estesa e 400 iso tipo la nuova Tri-X o la Ilford Delta che soffrono la riduzione dell'energia dello sviluppo e rendono meglio come materiali a contrasto medio alto.
In generale, quell'affermazione non mi ha mai convinto.
Riguardo l'esposizione devi tenere presente che l'esposimetro NON indica l'esposizione corretta, ma quella che serve a rendere come tono medio quello che si è misurato.
Se per esempio misuro una parete bianca e espongo secondo le indicazioni questa verrà resa come un grigio medio esattamente identico a quello che otterrei esponendo secondo indicazioni una parete nera!
Quindi se punto l'esposimetro su una cosa scura e non correggo l'esposizione questa verrà resa come uno tono medio, cioè risulterà sovraesposta.
Fai attenzione al fatto che si può esporre sui toni scuri solo se si usa la sensibilità effettiva della pellicola e che questa molto spesso è inferiore a quella dichiarata.
Vale a dire che è sempre possibile, con tutte le pellicole, ottenere grandissime variazioni di gamma dinamica variando lo sviluppo.
Il discorso sarebbe quindi da intendersi come limite delle possibilità di variazione della gamma dinamica variando lo sviluppo. Con praticamente tutte le pellicole è possibile ottenere un contrasto davvero eccessivo, mentre viceversa, in riduzione del contrasto ci sono maggiori differenze, ma questo dipende dal tipo di pellicole e NON dalla sensibilità.
Molti anni fa (davvero molti) con le pellicole più sensibili era, forse, possibile ottenere, sempre variando lo sviluppo, una gamma dinamica leggermente superiore. Oggi (ma anche ieri) non vedo relazione tra sensibilità e possibilità di variazione della gamma dinamica. Ci sono pellicole tipo la Fuji Acros, o la compianta Agfa Apx 25 che hanno una gamma dinamica potenziale davvero molto estesa e 400 iso tipo la nuova Tri-X o la Ilford Delta che soffrono la riduzione dell'energia dello sviluppo e rendono meglio come materiali a contrasto medio alto.
In generale, quell'affermazione non mi ha mai convinto.
Riguardo l'esposizione devi tenere presente che l'esposimetro NON indica l'esposizione corretta, ma quella che serve a rendere come tono medio quello che si è misurato.
Se per esempio misuro una parete bianca e espongo secondo le indicazioni questa verrà resa come un grigio medio esattamente identico a quello che otterrei esponendo secondo indicazioni una parete nera!
Quindi se punto l'esposimetro su una cosa scura e non correggo l'esposizione questa verrà resa come uno tono medio, cioè risulterà sovraesposta.
Fai attenzione al fatto che si può esporre sui toni scuri solo se si usa la sensibilità effettiva della pellicola e che questa molto spesso è inferiore a quella dichiarata.
Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
In lingua inglese c'è un gioco di parole che aiuta i principianti a comprendere il funzionamento dell'esposimetro: lo strumento di chiamerebbe "lightmeter", ma basta chiamarlo invece "greymeter" per ricordare che le indicazioni che fornisce servono a rendere come grigio "medio" qualsiasi tono su cui lo si punti.
Per ottenere invece ombre scure, o toni chiari, occorre applicare spostamenti alla lettura strumentale.
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Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Perfetto, grazie mille delle risposte e del tempo dedicatomi
Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Io ho sempre dato per scontato che devo cercare quello per cui l'esposimetro è tarato e se proprio non trovo nulla mi misuro la luce sulla mano. Ma non avevo mai pensato di misurare anche altro e correggere. Ho scoperto l'acqua calda. Voi come vi regolate con la correzione? Differenza tra le zone?kiodo ha scritto: ↑12/05/2021, 12:18In lingua inglese c'è un gioco di parole che aiuta i principianti a comprendere il funzionamento dell'esposimetro: lo strumento di chiamerebbe "lightmeter", ma basta chiamarlo invece "greymeter" per ricordare che le indicazioni che fornisce servono a rendere come grigio "medio" qualsiasi tono su cui lo si punti.
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Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Se vuoi la zona III chiudi di due stop. Se vuoi la VII apri di 2..ila. ha scritto: ↑12/05/2021, 16:06Io ho sempre dato per scontato che devo cercare quello per cui l'esposimetro è tarato e se proprio non trovo nulla mi misuro la luce sulla mano. Ma non avevo mai pensato di misurare anche altro e correggere. Ho scoperto l'acqua calda. Voi come vi regolate con la correzione? Differenza tra le zone?kiodo ha scritto: ↑12/05/2021, 12:18In lingua inglese c'è un gioco di parole che aiuta i principianti a comprendere il funzionamento dell'esposimetro: lo strumento di chiamerebbe "lightmeter", ma basta chiamarlo invece "greymeter" per ricordare che le indicazioni che fornisce servono a rendere come grigio "medio" qualsiasi tono su cui lo si punti.
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E fino a qui è facile, per tutto il resto c'è Silverprint ...
perchè capire quali zone mettere in III e come verrano poi sulla pellicola e di consegueza sulla stampa, altro che Mastercard.
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Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Se fotografi un paesaggio per prima cosa decidi quali sono le ombre edove metterle, poi valuti il fogliame e vedi dove cade, poi misuri le nuvole (al sole) e pesi di quanto sono fuori se vuoi tenere le ombre dove preventivato....... poi sai che in stampa le nuvole le recuperi facilmente se escono massimo di x in base ai materiali che usi...... poi sai che se sviluppi tot ne recuperi un tot e puoi giocartelo in basso. Poi misuli l'azzutto del cielo e vedi che non venga uguale alle rocce (almeno uno stop) se viene uguale aggiungi un filtro e ricominci daccapo misurando col filtro......ila. ha scritto: ↑12/05/2021, 16:06Io ho sempre dato per scontato che devo cercare quello per cui l'esposimetro è tarato e se proprio non trovo nulla mi misuro la luce sulla mano. Ma non avevo mai pensato di misurare anche altro e correggere. Ho scoperto l'acqua calda. Voi come vi regolate con la correzione? Differenza tra le zone?
....ma è inutile scriverlo.... si pensa istintivamente sul posto.
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.
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Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Leggi e rileggi questo post ...ila. ha scritto: ↑12/05/2021, 16:06Io ho sempre dato per scontato che devo cercare quello per cui l'esposimetro è tarato e se proprio non trovo nulla mi misuro la luce sulla mano. Ma non avevo mai pensato di misurare anche altro e correggere. Ho scoperto l'acqua calda. Voi come vi regolate con la correzione? Differenza tra le zone?kiodo ha scritto: ↑12/05/2021, 12:18In lingua inglese c'è un gioco di parole che aiuta i principianti a comprendere il funzionamento dell'esposimetro: lo strumento di chiamerebbe "lightmeter", ma basta chiamarlo invece "greymeter" per ricordare che le indicazioni che fornisce servono a rendere come grigio "medio" qualsiasi tono su cui lo si punti.
Per ottenere invece ombre scure, o toni chiari, occorre applicare spostamenti alla lettura strumentale.
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Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Misuri quello che ti pare, correggi il valore fornito dal greymeter in modo da portare verso il bianco, o verso il nero (a seconda di cosa hai misurato, e di come te lo immagini in stampa), poi misuri un altro tono, dall'altra parte della scala di luminosità, e vedi se (con la coppia tempo/diaframma che hai scelto) "ci sta" nella tua pellicola. Se non ci sta, cominci a valutare soluzioni (es. : variazioni del tempo o della diluizione dello sviluppo, per cambiare la forma della curva d/logE).ila. ha scritto: Io ho sempre dato per scontato che devo cercare quello per cui l'esposimetro è tarato e se proprio non trovo nulla mi misuro la luce sulla mano. Ma non avevo mai pensato di misurare anche altro e correggere. Ho scoperto l'acqua calda. Voi come vi regolate con la correzione? Differenza tra le zone?
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Re: Scelta della pellicola in funzione del contrasto e relativa esposizione
Mi chiedo:kiodo ha scritto: ↑12/05/2021, 17:21Misuri quello che ti pare, correggi il valore fornito dal greymeter in modo da portare verso il bianco, o verso il nero (a seconda di cosa hai misurato, e di come te lo immagini in stampa), poi misuri un altro tono, dall'altra parte della scala di luminosità, e vedi se (con la coppia tempo/diaframma che hai scelto) "ci sta" nella tua pellicola. Se non ci sta, cominci a valutare soluzioni (es. : variazioni del tempo o della diluizione dello sviluppo, per cambiare la forma della curva d/logE).ila. ha scritto: Io ho sempre dato per scontato che devo cercare quello per cui l'esposimetro è tarato e se proprio non trovo nulla mi misuro la luce sulla mano. Ma non avevo mai pensato di misurare anche altro e correggere. Ho scoperto l'acqua calda. Voi come vi regolate con la correzione? Differenza tra le zone?
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Ma i grandi e i piccoli fotografi come hanno fatto fino ad ora senza esposimetri spot?
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