Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Discussioni su pellicole, carta e chimica per la fotografia in bianco e nero

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antonio.gagliarducci
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da antonio.gagliarducci »


albireo ha scritto:
Che poi - la cosa interessante è che senza le nuove leve della fotografia ibrida, che trainano l'economia dei consumabili comprando pellicole e chimici a ritmi forsennati, i loro ingranditori e le loro preziose carte baritate non esisterebbero piu ma sai da quanto ;)

Comunque, se ti va di ricevere risposte un po' più educate, e mastichi un po' di Inglese - ti consiglio di iscriverti ai vari forum di fotografia tradizionale Anglosassoni - agli esperti, quelli veri, Americani, Inglesi ecc in generale frega poco niente di quello che fai dei tuoi negativi e sono molto piu aperti e gentili nel cercare di aiutare le nuove generazioni che si affacciano alla fotografia a pellicola. L'arroganza e la maleducazione provincialotta sembrano essere un fenomeno tutto Italiano, per qualche motivo.
:^ eh giá quoto per quanto riguarda i materiali fotografici;

Scusate per l'OT:
che forum anglosassoni mi consigli :0? Che non ne conosco quasi uno

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effegi61
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da effegi61 »

Mi sento di dire la mia su questo argomento, senza avere letto nulla dal web, soltanto esperienze personali.
Colore: non ne ho idea, lo faccio tanto saltuariamente per cui all' occasione compro una pellicola che espongo e sviluppo.
B&W: Non so se questo sia influente o meno, ma siccome vivo da solo ed ho un frigo grande, ho sempre conservato le pellicole li dentro, molti dicono che è ininfluente, ma sinceramente, un po' l'abitudine ed un po' il fatto che altrimenti il mio frigo sarebbe desolatamente vuoto, continuo con questa prassi.
Qualche mese fa ho vi ho trovato una EFKE 25 iso formato 120 scaduta nel 2004, duemilaequattro, esposta a 12 ISO e sviluppata in Rodinal 1+50 per 10 minuti, risultato: magari venissero sempre così bene! Ho ancora qualche FP4 plus formato 120 e 10x12, scadute da uno, due anni che, espongo a 64 ISO e sviluppo in Rodinal 1+50 per 7-11 minuti , a seconda del contrasto della scena (stesse modalità che uso pe quelle "fresche") e non vedo alcun decadimento del materiale, insomma, le stampe che ottengo sono indistinguibili da quelle fatte con un film fresco. Stessa cosa con Ilford Delta 100 sempre formato 120, ho finito quelle scadute da un anno e passa ed ho ripreso il lavoro fatto con alcune fresche appena arrivate ed in stampa non mi sono accorto di nulla. Invece con Ilford Delta 400 formato 35 mm, (comprai una bobina da 30 metri) scadute da due anni, mi sono accorto che è aumentato il velo, si vede nettamente ai bordi della pellicola, ma stampo comunque senza problemi. E' abbastanza probabile che se provassi a tracciare la curva caratteristica di uno di questi rullini scaduti confrontandola con uno nuovo, troverei delle differenze, ma, dalle mie esperienze, nulla che possa compromettere una buona stampa. Sentendo parlare, (non mi è mai capitato) di pellicole con impressionata la scritta kodak o con neve.....Sinceramente non saprei, in caso di un lavoro irripetibile, se affidarmi ad un film fresco appartenete però ad un lotto mai provato prima, o ad un film scaduto ma di un lotto che conosco, che tengo in frigo, e che ho sviluppato con successo poco tempo fa. Credo che in queso caso ognuno abbia la propria esperienza e che chi non ce l'ha, se la dobba costruire da se, sono troppe le variabili in gioco.
Fabio
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.ila.
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da .ila. »

È assolutamente normale che la trasformazione della materia rallenti quanto più basse sono le temperature.
Ma a meno di condurre uno studio scientifico sulla specifica pellicola non potrai mai sapere di quanto si rallenti effettivamente la trasformazione portandole da temperatura ambiente ai 5°C del frigorifero.

Di sicuro il congelamento (industriale!!) della pellicola o dell'emulsione rallenta sensibilmente ma non è assolutamente il nostro caso ergo di spendere tantissimi soldi per un buon abbattitore al fine di sperimentare non lo reputo mentalmente sano. Immagine

Anche io conservo in frigo ma se debbo essere sincero è per abitudine, il frigo è grande, e col Covid ho toccato tipo 2 rulli: la paranoia di far andare avanti un sacco di pellicola è tanta, per cui spero che scendere di 20°C un aiutino lo dia. 🤷

Sto attentissimo a umidità, faccio il vuoto inserendo silicagel nel sacchettino, buio più totale, riporto in temperatura lentamente. Col 35mm nessun problema.

Fondamentalmente sono estremamente cosciente di assecondare mie paranoie, se fossi sicuro di usarle entro la scadenza o non molto dopo, non credo mi prenderei la briga di effettuare tutto il rito summenzionato.

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.ila.
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da .ila. »

antonio.gagliarducci ha scritto::wtf immaginate se uno che ha appena cominciato a scattare in analogica e si trova risposte del genere, perderebbe subito interesse se si beccasse risposte del genere, cristodio, non é che credere a ciò che é scritto sul web equivale spegnere il cervello, magari si é semplicemente pensato che fosse la soluzione giusta per risolvere il problema.
Il principio base è che un concetto per quanto giusto, detto in malo modo porterà sempre nel torto :(

Ma se sei furbo e vuoi afferrare il concetto giusto detto male, il trucco è spegnere... le orecchie ;) scremare il buono e passare avanti.

Senza offesa per nessuno, eh!

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Andrea67c
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da Andrea67c »

Quando ero piccolo c'era un detto che è passato di moda, credo per il fatto che da allora si è giustamente imposta una maggior diffusione di una cultura psicopedagogica di base.
Il detto era: "il medico pietoso fa la piaga puzzolente".
Riguardava implicitamente il tema della competenza, detto con parole odierne ed evidentemente più inclusive.
Il fatto è che la competenza è merce rara, costa fatica, spesso denaro, seleziona i talenti. È un valore sociale assoluto, e questo da sempre, al di là delle mode comunicative.
Non ero presente quando è successo, ma credo (i moderatori mi smentiscano, eventualmente) che analogica.it sia nato con l'intento di portare la competenza in primo piano, proprio nell'ambiente web che, si sa, va zoppo soprattutto nel rumore informativo.
Se si nota che spesso i giudizi più tranchant vengono proprio dagli utenti più esperti del tema, che si smazzano ad aiutare i meno esperti dalla bellezza di dieci anni, si capiscono tante cose.
Se sviluppassi ulteriormente il ragionamento, credo che finirei in una sorta di elitarismo che mi è congenito, ma che cerco di tenere socialmente a bada, dato anche il mestiere che faccio. Quindi fermo qui.
In definitiva, da inesperto quale pure sono, ringrazierei @-Sandro- per le sue "Balle spaziali", e per mezzo suo (mi sembra che in questo thread sia stato il primo) tutti coloro che pure a ragion veduta spiegano con poche parole concise il centro di un tema. Certo, le poche parole hanno valore se vengono da tanta competenza.

Ciao!
A.

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-Sandro-
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da -Sandro- »

antonio.gagliarducci ha scritto:
13/09/2021, 21:09

peró se posso aggiungere, magari sono io che provengo da una generazione più giovane, ma ci sono modi e modi per rispondere a una discussione cioé, wtf immaginate se uno che ha appena cominciato a scattare in analogica e si trova risposte del genere, perderebbe subito interesse se si beccasse risposte del genere, cristodio, non é che credere a ciò che é scritto sul web equivale spegnere il cervello, magari si é semplicemente pensato che fosse la soluzione giusta per risolvere il problema.
Un consiglio che mi sento di darti è quello di non essere troppo superficiale.
Hai citato a caso, le prime fonti che ti sei trovato sotto il naso nel tentativo di giustificare la storiella del magico recupero automatico. Non ti sei quindi chiesto, visto che questo è comunque un forum di esperti, per quale motivo ti fosse data una certa risposta, hai solo presunto che fosse sbagliata e tentato di riaccreditarti.
Non hai pensato che data la notevolissima complessità della materia non fosse troppo facile e troppo comodo uno stop ogni dieci anni?
Ecco, questo dimostra superficialità. Ho 60 anni, e vengo da un tempo in cui la scuola era sana, i professori stimolavano i loro allievi a ragionare, scremando le stupidaggini, ma erano severi, molto severi; i ragazzi da sempre tendono ad adagiarsi, a volte sono un po' pigri e qualche volta svogliati. Un pizzico di severità li desta dal torpore tipico della loro età... il buonismo attuale sta facendo grandi danni.
Riflettere di più su quel che si legge è doveroso, specie oggi che troppi galli spennacchiati sbattono le ali per farsi belli. Cerco di non offendere mai nessuno, al limite sono un po' duro. Forse l'unica volta in cui ho perso un po' le staffe è stato quando un tizio voleva farmi credere che la densità non esistesse, e che tutti i liquidi avessero lo stesso peso specifico, ma è storia vecchia ormai, ancorché attuale. La divulgazione è un impegno costante, non siamo e non possiamo essere sempre presenti, e la presenza comunque ha un peso, ed un costo. Da qui si dovrebbe capire quanto amore mettiamo in questo compito. Coltiva la tua passione, non c'è nulla di più bello che studiare, applicarsi, comprendere ed ottenere risultati.

Infine, giusto per aggiungere qualcosa alla discussione, ricordo che da studi Kodak, il principale artefice della velatura delle pellicole sono i raggi cosmici, che producono una spontanea riduzione dell'argento ionico contenuto nell'emulsione. Questa riduzione è irreversibile (l'argento diventa metallico, quindi è come se fosse già sviluppato), e si accumula nel corso degli anni. Come si fa a prevedere l'effetto di questo accumulo? Pellicole tenute vicino alle finestre, in case moderne con muri sottili, oppure in cantina subiscono accumuli di raggi cosmici profondamente diversi. Impossibile quantificare una cosa del genere. Se poi aggiungiamo anche i cicli caldo/freddo, secco/umido che a loro volta stressano l'emulsione, si può comprendere facilmente quanto siano, nel vero senso della parola, "spaziali" queste panzane su come trattare le pellicole scadute.
Molti anni fa l'Agfa negli studi condotti per perfezionare il bagno di inversione per le diapositive in bianco e nero (scala) scoprì una sostanza antivelo risensibilizzante molto potente. Da evidenze di laboratorio ho notato che elimina quasi del tutto il velo in pellicole in bianco e nero ma che non abbiano più di 7-8 anni. Peccato costi 600 euro/kg. Per il colore invece non c'è speranza, il degrado dei coloranti è irreversibile ed irreparabile.
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da Ezio »

gesummaria...
ma che senso ha spendere un botto per fotocamere e ottiche di qualità per usarle con pellicole scadute/scadenti/in scadenza per risparmiare qualche soldo?
me lo chedo spesso non solo in relazione a questo, ma anche a molti altri post sul tema.
conosco personalmente uno che usa la sua Leica ma solo con pellicole scadute che compra in Rete.
liberissimo di farlo, naturalmente. basta che poi non si metta a disquisire su sistema zonale con quelle pellicole...

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antonio.gagliarducci
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da antonio.gagliarducci »

-Sandro- ha scritto:
antonio.gagliarducci ha scritto:
13/09/2021, 21:09

peró se posso aggiungere, magari sono io che provengo da una generazione più giovane, ma ci sono modi e modi per rispondere a una discussione cioé, wtf immaginate se uno che ha appena cominciato a scattare in analogica e si trova risposte del genere, perderebbe subito interesse se si beccasse risposte del genere, cristodio, non é che credere a ciò che é scritto sul web equivale spegnere il cervello, magari si é semplicemente pensato che fosse la soluzione giusta per risolvere il problema.
Un consiglio che mi sento di darti è quello di non essere troppo superficiale.
Hai citato a caso, le prime fonti che ti sei trovato sotto il naso nel tentativo di giustificare la storiella del magico recupero automatico. Non ti sei quindi chiesto, visto che questo è comunque un forum di esperti, per quale motivo ti fosse data una certa risposta, hai solo presunto che fosse sbagliata e tentato di riaccreditarti.
Non hai pensato che data la notevolissima complessità della materia non fosse troppo facile e troppo comodo uno stop ogni dieci anni?
Ecco, questo dimostra superficialità. Ho 60 anni, e vengo da un tempo in cui la scuola era sana, i professori stimolavano i loro allievi a ragionare, scremando le stupidaggini, ma erano severi, molto severi; i ragazzi da sempre tendono ad adagiarsi, a volte sono un po' pigri e qualche volta svogliati. Un pizzico di severità li desta dal torpore tipico della loro età... il buonismo attuale sta facendo grandi danni.
Riflettere di più su quel che si legge è doveroso, specie oggi che troppi galli spennacchiati sbattono le ali per farsi belli. Cerco di non offendere mai nessuno, al limite sono un po' duro. Forse l'unica volta in cui ho perso un po' le staffe è stato quando un tizio voleva farmi credere che la densità non esistesse, e che tutti i liquidi avessero lo stesso peso specifico, ma è storia vecchia ormai, ancorché attuale. La divulgazione è un impegno costante, non siamo e non possiamo essere sempre presenti, e la presenza comunque ha un peso, ed un costo. Da qui si dovrebbe capire quanto amore mettiamo in questo compito. Coltiva la tua passione, non c'è nulla di più bello che studiare, applicarsi, comprendere ed ottenere risultati.

Infine, giusto per aggiungere qualcosa alla discussione, ricordo che da studi Kodak, il principale artefice della velatura delle pellicole sono i raggi cosmici, che producono una spontanea riduzione dell'argento ionico contenuto nell'emulsione. Questa riduzione è irreversibile (l'argento diventa metallico, quindi è come se fosse già sviluppato), e si accumula nel corso degli anni. Come si fa a prevedere l'effetto di questo accumulo? Pellicole tenute vicino alle finestre, in case moderne con muri sottili, oppure in cantina subiscono accumuli di raggi cosmici profondamente diversi. Impossibile quantificare una cosa del genere. Se poi aggiungiamo anche i cicli caldo/freddo, secco/umido che a loro volta stressano l'emulsione, si può comprendere facilmente quanto siano, nel vero senso della parola, "spaziali" queste panzane su come trattare le pellicole scadute.
Molti anni fa l'Agfa negli studi condotti per perfezionare il bagno di inversione per le diapositive in bianco e nero (scala) scoprì una sostanza antivelo risensibilizzante molto potente. Da evidenze di laboratorio ho notato che elimina quasi del tutto il velo in pellicole in bianco e nero ma che non abbiano più di 7-8 anni. Peccato costi 600 euro/kg. Per il colore invece non c'è speranza, il degrado dei coloranti è irreversibile ed irreparabile.
Adesso ho capito quel che volevi dirmi, effettivamente sono stato superficiale con quel commento, certo non immaginavo che c'era tutta questa storia dietro,io ho solo risposto al tempo per strada a quel che mi sembrava una semplice risposta,
Ho ottenuto comunque in cambio un grande today I learned, non me ne pento :^]

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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da chromemax »

@antonio.gagliarducci Senza polemica, ma se ci pensi ci si arriva facilmente... un litro di latte si conserva meglio in frigorifero o in un auto parcheggiata al sole in estate? Più fa caldo e più è alta l'umidità minore è la capacità di conservazione (praticamente di ogni cosa, anche dell'acciao), una pellicola conservata in condizioni pessime scade ben prima della data indicata sulla confezione. Dato che non è possibile sapere come è stata conservata pellicola scaduta, visto anche che i prodotti usati per fare l'emulsione possono essere diversi da pellicola a pellicola, le racomandazioni che si trovano in giro valgono niente.

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antonio.gagliarducci
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Re: Pellicole in scadenza. Per quanto usabili ?

Messaggio da antonio.gagliarducci »

Effettivamente hai ragione :[
All'inizio non l'avrvo pensata da questo punto di vista

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