Allora, eccomi a spezzare l'ennesima lancia...
Bene, benissimo che Kodak abbia pensato di far produrre una mezzoformato, della quale però posso solo immaginare la qualità tecnica ed ottica. Ha un aspetto accattivante, ricordando apparecchi del passato, in un tempo -questo- nel quale il vintage-look è quasi sempre vincente. In bocca al lupo alla "Casa Gialla", per questa nuova trovata.
Detto questo, non mi pare vi sia da gridare al miracolo, perché per cifre assolutamente ridicole, ci si può assicurare il possesso di una pratica mezzoformato, ben costruita e dotata di un'ottima ottica di derivazione Tessar: la ex-Sovietica Chajka, che uscì in alcune versioni, via via rese maggiormente performanti.
Mi soffermerò sulla Chajka-3, interessante stadio evolutivo di questa fotocamera: il suo corpo, realizzato in pressofusione di lega d'alluminio; aperto il dorso, incernierato a destra, scopriamo un vano interno curato e ben rifinito; il caricamento è rapido e senza difficoltà; la tenuta di luce del dorso, è ulteriormente assicurata da guarnizioni di spesso velluto nero.
Frontalmente, risalta l'ottica, uno Industar-69 28mm. f:2,8 pochissimo sporgente e dotata di ghiera di messa a fuoco (in metri ed a "simboli") e, attorno alla lente frontale, la ghiera dei diaframmi, forse non comodissima per chi avesse le "manone", ma perfettamente praticabile; a sinistra (guardando la fotocamera), il pulsante di scatto, quadrato, in plastica grigia (non è presente alcun attacco per scatto flessibile); sotto, il contatto per lo spinotto del cavetto flash; orizzontalmente, la grande finestra del sensore fotoelettrico (al selenio), recante il nome della fotocamera in Cirillico (o in caratteri latini per l'export); a destra dell'esposimetro, il mirino galileiano, dotato di cornicette per l'inquadratura, con riferimenti per la correzione dell'errore di parallasse.
La calotta superiore, cromata/satinata, presenta a sinistra una slitta portaccessori; più a destra, praticamente al centro, una grande, doppia ghiera concentrica: in mezzo, premendola, si imposta la sensibilità in gradi Gost, che serve anche a muovere l'indice ad "occhiello" nella finestrella del galvanometro; la ghiera esterna, per impostare i tempi dell'otturatore centrale, pochi, ma sufficienti ad una quasi-punta-e-scatta; 1/30, 1/60, 1/125 ed 1/250 (purtroppo, l'otturatore non dispone di posa B); a destra, come detto, la finestrella con ago del galvanometro ed indice mobile da far coincidere, per leggere una corretta coppia tempo-diaframma.
Il fondello, presenta una comoda leva di carica a corsa non eccessiva, da azionare col pollice destro; il pulsante di sblocco del rocchetto di avanzamento-pellicola, il contapose (ad azzeramento automatico all'apertura del dorso) ed infine un pomello godronato -estraibile e di generose dimensioni- per il riavvolgimento del film esposto (questo pomello, consente anche di valutare -dalla sua rotazione caricando l'otturatore- del corretto aggancio della pellicola e suo avanzamento.
Il fianco destro della fotocamera (per chi la impugna), presenta in alto, un attacco filettato, nel quale avvitarvi un robusto cinghiolo da polso oppure consentire il montaggio sul cavalletto.
La macchina, come abbiamo visto nelle immagini all'inizio, è corredata di tappo ottica (con logo del fabbricante) e di borsa con chiusura a zip; infine, è completata da un chiaro libretto di istruzioni.
Una caratteristica delle Chajka è l'ottica rimovibile, dotata di filetto 39x1 (non intercambiabile, perché con buonsenso non fu mai creato un corredo di obbiettivi per essa). La ragione, assai semplice è che l'obbiettivo di ripresa potesse venire poi usato come obbiettivo col quale stampare i negativi realizzati con la macchina.
La Chajka era fabbricata presso gli stabilimenti ottico-meccanici "Vavilov" di Minsk.
Non è per nulla rara e, salvo eccezioni, si trova sempre a cifre ridicole o quasi. Va comunque detto che a causa della moda per le ottiche vecchiotte, succede sempre più spesso che vengano venduti gli Industar-69 da soli ed i relativi corpi, venduti poi mutilati e quasi inutili. Un vero peccato, perché riassumendo, si tratta di una mezzoformato compatta (53x87x117 mm. e 500 g. di peso), efficiente, ben costruita, solida e tutto sommato, gradevole d'aspetto.
A presto,
Enzo (E.L.)
Nuova macchin...etta fotografica
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
La Sardina della Lomography, pari prestazioni, credo costi il doppio... Come low end, va benissimo, da capire come va con le diapositive cross processate. Per tutto il resto, c’è la bella Chaika spiegata da Enzo qui sopra. Molte marche, tuttavia, fecero versioni half frame delle reflex più popolari, spesso per ragioni di “polizia”: servivano per riprendere detenuti e arrestati a mezzo busto. Io ho una Yashica FX3 mezzo formato e tempo fa mi capitò per le mani una praktica Nova ma non ne intuii il valore e lasciai perdere... :-(
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
L'alto costo dei prodotti "Lomography" è determinato anche dal tipo di impostazione data da quell'azienda, che ha comunque il merito di tener viva la passione per la pellicola.
La Chajka è credo il miglior compromesso costo/qualità, se vogliamo cimentarci col mezzoformato. Poi, è vero, ci sono le deliziose Olympus PEN, col loro splendido corredo di accessori ed altre.
E poi, c'è la Mezzoformato totale e qui ci ricolleghiamo idealmente a questa discussione topic25402.html: con un po' di fortuna e di impegno, si può incappare in uno dei 33 esemplari di Alpa 11el realizzati in mezzoformato (22 in 17x22,5 mm. ed 11 nel più "classico" 18x24 mm.)
La fotocamera non ha alcuna differenza sostanziale rispetto agli esemplari costruiti in 24x36 se non nella finestra del fotogramma e nel meccanismo di avanzamento e quindi al contapose che, quest'ultimo, arriva a 73 fotogrammi.
La mia 11el, numero 58448 (in 17x22,5 mm.), fabbricata nel 1974 quale terzo esemplare in questo formato, è dotata dell'ottica "standard" per questo modello, ovvero l'efficace, pregevole Schneider "ALPA-Curtagon" 35mm. f:2,8 che nelle sue due versioni (1958-1966 e 1966-1974) fu prodotto nel peraltro rispettabile numero di 2.180 esemplari.
Ed ecco che anche con una Alpa, risparmiamo pellicola, senza concessioni alla qualità!
La Chajka è credo il miglior compromesso costo/qualità, se vogliamo cimentarci col mezzoformato. Poi, è vero, ci sono le deliziose Olympus PEN, col loro splendido corredo di accessori ed altre.
E poi, c'è la Mezzoformato totale e qui ci ricolleghiamo idealmente a questa discussione topic25402.html: con un po' di fortuna e di impegno, si può incappare in uno dei 33 esemplari di Alpa 11el realizzati in mezzoformato (22 in 17x22,5 mm. ed 11 nel più "classico" 18x24 mm.)
La fotocamera non ha alcuna differenza sostanziale rispetto agli esemplari costruiti in 24x36 se non nella finestra del fotogramma e nel meccanismo di avanzamento e quindi al contapose che, quest'ultimo, arriva a 73 fotogrammi.
La mia 11el, numero 58448 (in 17x22,5 mm.), fabbricata nel 1974 quale terzo esemplare in questo formato, è dotata dell'ottica "standard" per questo modello, ovvero l'efficace, pregevole Schneider "ALPA-Curtagon" 35mm. f:2,8 che nelle sue due versioni (1958-1966 e 1966-1974) fu prodotto nel peraltro rispettabile numero di 2.180 esemplari.
Ed ecco che anche con una Alpa, risparmiamo pellicola, senza concessioni alla qualità!
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
Mezzo formato gigante, il mezzo formato non dovrebbe essere legger? per rimanere in tema "luxury" ci sarebbero le Ducati col problema dei caricatori non standard. Comunque resto della mia opininine per il 18x24 non c'è nulla (e dico nulla, nè al di quà nè al di là della cortina di ferro) di meglio di una Olympus Pen, una qualsiasi, dalla basilare (Pen e basta) alle varie EE alle avanzate D, alla spettacolare F
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Gianni
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
P.S. usare un grandangolo come obiettivo standard un pò di concessioni alla qualità, forse, anche se un pò lungo era meglio usare un Makro Kilar da 40mm.
Saluti
Gianni
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
Ormai credo che nessuno sia più in grado di poter documentare il perchè della scelta fatta dai tecnici di Pignons SA nello scegliere il Curtagon di Schneider, se non pensando alla notevolissima qualità di quest'ottica ed al fatto che ne disponessero in quantità sufficiente a coprire le richieste dei clienti, tanto per le 24x36, quanto per le mezzoformato. Il Kilfitt rientrava sì tra le ottiche speciali per Alpa, ma fu realizzato in numero relativamente basso di esemplari e già dal 1970 si era interrotta la fornitura, per il cambio di proprietà che dalla Heinz Kilfitt, divenne Zoomar, sempre con sede a Monaco di Baviera, peraltro.
Cito da Graic:
Non credo sia una legge. Alpa decise per il massimo!Mezzo formato gigante, il mezzo formato non dovrebbe essere legger?
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
Ho visto quell'oggetto (non la chiamiamo fotocamera) e lo trovo vergognoso da tutti i punti di vista iniziando dal prezzo, e comunque persino Lomography una macchinette con quelle caratteristiche la vende a 15 € (si saranno passati una mano sulla coscienza) (sempre a formato pieno ma anche la sardina lo è)
Saluti
Gianni
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
Si Gianni, hai ragione, la sarda è a formato pieno e non mezzo formato però è un accrocco di plastica che dovrebbe essere simile a quello proposto dalla Kodak. Ad un prezzo pari al doppio... Sono curioso a questo punto di vedere cosa tira fuori questa Kodak...graic ha scritto: ↑26/06/2022, 19:43Ho visto quell'oggetto (non la chiamiamo fotocamera) e lo trovo vergognoso da tutti i punti di vista iniziando dal prezzo, e comunque persino Lomography una macchinette con quelle caratteristiche la vende a 15 € (si saranno passati una mano sulla coscienza) (sempre a formato pieno ma anche la sardina lo è)
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
Sempre in attesa di vedere cosa tirerà fuori una di queste nuove Kodak mezzoformato e restando nella "plastica", ecco che vorrei rammentare un'altra fotocamera, prodotta in enormi quantità, ancor oggi dal prezzo assolutamente ridicolo: la Agat-18.
Essa è un piccolo "mattoncino", veramente tascabile, dotata però di un buon Industar da 28mm. in vetro e trattato antiriflessi; scatta in formato 18x24, messa a fuoco a simboli e, nascosta da un coperchietto sfilabile, è disponibile anche la slitta portaflash con contatto caldo.
Ne esiste anche la versione 18K con minime differenze.
Essa è un piccolo "mattoncino", veramente tascabile, dotata però di un buon Industar da 28mm. in vetro e trattato antiriflessi; scatta in formato 18x24, messa a fuoco a simboli e, nascosta da un coperchietto sfilabile, è disponibile anche la slitta portaflash con contatto caldo.
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Re: Nuova macchin...etta fotografica
Hai dimenticato un'altra piccola grande fotocamera: la Robot.Elmar Lang ha scritto: ↑28/06/2022, 6:45Sempre in attesa di vedere cosa tirerà fuori una di queste nuove Kodak mezzoformato e restando nella "plastica", ecco che vorrei rammentare un'altra fotocamera, prodotta in enormi quantità, ancor oggi dal prezzo assolutamente ridicolo: la Agat-18.
Grande meccanica ed ottiche Schneider.
Certo non è mezzo formato, ma 24x24, tuttavia è una macchinetta di gran pregio manifatturiero.
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