Elliott Erwitt a Milano

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Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da chromemax »

Qualche giorno fa ho visitato la mostra Elliott Erwitt 100 fotografie, presso il Museo Diocesano di Milano, approfittando dell'apertura serale che comprende mostra+aperitivo nel suggestivo chiostro del Museo Diocesano (ça va sans dire a Milano :)) )
Il fotografo non ha bisogno di presentazioni, anche chi non lo conosce sicuramente avrà visto qualcuna delle sue immagini; Erwitt è stato fotografo della magnum e suo presidente venendo rieletto tre volte consecutivamente e, contrariamente ad altri suoi colleghi, non ha mai fatto mistero di aver preparato e messo in posa molti dei soggetti delle sue foto più famose.
In mostra solo stampe digitali, belle e ben fatte nella maggior parte dei casi, anche se in alcuni casi la presenza della grana era ingombrante, complice forse anche il fatto che alcune stampe erano intorno al metro sul lato più lungo. Buona la presentazione, cornice e passepartout classici, con vetri antiriflesso. Meno buona l'illuminazione con riflessi poco controllati ai quali il trattamento dei vetri a volte non riusciva a tenere testa. Molto meno buona la logistica, la mostra è allestita in un locale lungo e stretto a suo volta diviso a metà per il lungo da dei divisori in modo da raddoppiare la superficie disponibile per le foto. Con questa disposizione la distanza di visione era assai ridotta, non potendo indietreggiare più di tanto. Trovarsi ad osservare da poco più di un metro di distanza una stampa 40x60 non ne permette una visione di insieme, figuriamoci poi quando le stampe erano 100x70; anche a sfiorare la parete opposta non si riusciva a guadagnare una distanza di visione tale da dare soddisfazione alle immagini e all'osservatore. La ristrettezza del luogo non aiutava anche l'illuminazione, con alcune stampe illuminate da angoli molto acuti e con il posizionamento di alcune immagini di fronte a finestre il cui riflesso non riusciva ad essere spento neanche dai vetri antiriflesso delle cornici. L'infografica non è logorroica ma imho poco utile dato che cercava di commentare l'immagine più che informare l'osservatore; personalmente la critica preferisco leggerla in un saggio piuttosto che in una targhetta accanto all'immagine, dato che alla fine ne influenza la percezione che invece preferisco rimanga la più neutra possibile.
Il catalogo era di buona stampa, almeno a giudicare dalla copia di consultazione, ma la libreria, gestita da volontari, era chiusa e in ogni caso la volontaria che controllava i biglietti mi ha detto che era esaurito; peccato, il costo era congruo (28€) e lo avrei preso volentieri.
Apro una piccola parentesi sulle stampe digitali, come già detto tutto sommato di buona fattura anche se in alcuni casi la presenza della grana era molto pronunciata, forse per il grande ingrandimento unito al rumore digitale. La cosa non era costante, Erwitt ha fotografato con ogni formato, per cui ci può stare che una scansione da un 6x6 sia più pulita di una da 24x36 ingranditi entrambi ad un metro di lato. A riprova le stampe di fotografia architettonica, genere fotografico frequentato da Erwitt, e probabilmente in grande formato, erano nitide e senza grana. Queste differenze di "pasta" però davano un'impressione di disomogeneità formale che una migliore scelta dei formati e una stampa con tecniche coeve al mezzo di ripresa poteva mitigare.
Come va di moda adesso, e ne attribuisco parte della responsabilità anche al digitale, il contrasto era generalmente altino con i neri sempre troppo neri e senza dettaglio; senza poter vedere il negativo è difficile stabilire se la causa fosse "tecnica" (se il dettaglio non c'è meglio un nero pieno che un grigio che smorza l'immagine) oppure da ricercare in una cifra stilistica contemporanea, figlia della retorica dei "neri pieni" e dei contrasti esasperati.
Anche in questo caso, i cieli nuvolosi sono il tallone d'achille del postproduttore e sui quali si indugia facilmente all'effetto "wow".


L'alto contrasto e i neri "chiusi" sono la cifra stilistica attuale
L'alto contrasto e i neri "chiusi" sono la cifra stilistica attuale

I cieli nuovolosi sono il tallone d'achille del postproduttore e sui quali si indugia facilmente all'effetto "wow"
I cieli nuovolosi sono il tallone d'achille del postproduttore e sui quali si indugia facilmente all'effetto "wow"


Molto meglio la qualità generale, ottima direi, della maggior parte delle stampe a colori, anche se su alcune immagini gli artefatti erano al limite del fastidioso, anche per colpa della ridotta distanza di osservazione che rendeva plateale ogni imperfezione.

kennedy-01.jpg

Grana della pellicola e rumore digitale non sono il connubio perfetto per una stampa di grandi dimensioni (la foto in formato originale è stata presa da internet per far vedere il livello del dettaglio del particolare che invece appartiene alla foto esposta alla mostra)
Grana della pellicola e rumore digitale non sono il connubio perfetto per una stampa di grandi dimensioni (la foto in formato originale è stata presa da internet per far vedere il livello del dettaglio del particolare che invece appartiene alla foto esposta alla mostra)

In una piccola stanza attigua veniva proiettato un video con l'intervista al fotografo, una volta tanto un audiovisivo che vale la pena vedere, breve al punto giusto, esaustivo e ben fatto, e con una piccola "chicca": alla solita domanda su quale fotocamera usava, Erwitt risponde che oggi per lavoro usa anche il digitale, per comodità e perché, con buoni assistenti, il fotografo lavora molto meno, ma quando fotografa per se usa una piccola fotocamera, una Leica, perché "la vera fotografia", parole testuali, è con la pellicola.
Ultima nota; la percentuale di foto con micromosso, leggermente sfuocate o mosse era alta ma le immagini riprese non ne risentivano, ulteriore riprova che rinunciare ad un bello scatto perché "forse non viene" non è una tattica intelligente.
L'uscita della mostra era direttamente sul chiostro dove sotto i portici e nel prato centrale erano disposti i tavoli del bistrot in cui potersi sedere per prendere l'aperitivo compreso nel prezzo (€10 mostra+aperitivo). Bella iniziativa se non fosse stata l'attesa di più di un'ora prima di poter ordinare e un temporale imminente a rovinare la piacevole atmosfera e la fine di un bel pomeriggio estivo.



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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da Ri.Co. »

Grazie Diego, non sono riuscito prima delle ferie ma a Settembre conto di andarci

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melagodo
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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da melagodo »

Mah! Vai a vedere una mostra di fotografie analogiche e ti meravigli che ci sia la grana? Sarebbe un controsenso se non ci fosse!

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teofilatto
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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da teofilatto »

Io ho capito un'altra cosa: quello che non va bene è l'effetto dato dalla riproduzione della grana con un mezzo digitale. Ma credo che l'autore del post chiarirà per tutti.
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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da Ri.Co. »

Mah! C'è poco da chiarire, era già molto chiaro..."...Grana della pellicola e rumore digitale non sono il connubio perfetto per una stampa di grandi dimensioni..."
Più che chiaro era scritto..

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melagodo
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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da melagodo »

Io ho capito invece che c’è di base una sorta di repulsione nei confronti della grana che è invece una prerogativa essenziale del mezzo analogico. Questo retaggio è figlio di una generazione che è stata troppo abituata ad osservare (magari croppandole) le fotografie alla ricerca spasmodica dell’imperfezione. Ho visto anch’io la mostra di Erwitt a Firenze, non a Milano. Anch’io ho osservato che le stampe sono digitali e non su carta fotografica trattata chimicamente in camera oscura. Insomma queste sono riproduzioni che fotografano esattamente quello che c’è nelle foto originali e mi pare che la grana incriminata sia quella propria dell’emulsione e che non sia influenzata minimamente dal rumore digitale. In alcune foto è più presente e in altre meno, ma questo è logico e dipende esclusivamente dal tipo di pellicola e dal formato usato da Erwitt. Detto questo penso che sia comprensibile che chi organizza tali mostre non possa sempre avere a disposizione le vere stampe analogiche. E comunque queste sono cose che la maggioranza del pubblico manco le sa e di cui manco se ne accorge.

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Re: Elliott Erwitt a Milano

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Ultima modifica di melagodo il 21/11/2022, 23:33, modificato 1 volta in totale.

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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da melagodo »

Detto questo nella mostra di Firenze non c’erano foto a colori ne’ ingrandimenti delle stesse di particolare grandezza… forse a Milano non era così per cui l’autore del post potrebbe avere le sue ragioni.

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chromemax
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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da chromemax »

melagodo ha scritto:
21/11/2022, 23:31
Detto questo nella mostra di Firenze non c’erano foto a colori ne’ ingrandimenti delle stesse di particolare grandezza… forse a Milano non era così per cui l’autore del post potrebbe avere le sue ragioni.
Lungi da me ogni idea di polemica, ma giusto per spiegarmi e capire meglio:

Questa è un ingrandimento al microscopio a circa 30X di un negativo colore (Kodak gold 200)
grana_colore_30X.jpg
Qui invece lo stesso fotogramma ingrandito circa 90X
grana_colore_90X.jpg
Le immagini sopra mostrano la struttura della grana colore: al netto dello sporco e delle imperfezioni (le macchie nere circondate da un alone sono microbolle dell'emulsione) la grana colore è formata da nuvole di colorante (ciano, magenta, giallo) che sovrapponendosi vanno a formare l'intero spettro cromatico.
Se la stampa di Kennedy nello studio ovale fosse stata ottenuta da un ingrandimento di un negativo colore stampato all'ingranditore, la grana sarebbe dovuta essere come sopra.

Invece proviamo a fare un esperimento.
A sinistra c'è sempre un ingrandimento 30X del negativo colore, invece a destra lo stesso è stato sottoposto a post produzione per simulare la creazione di una cella di retino e successivamente è stato applicato un dithering stocastico, in un procedimento simile al processo di elaborazione dell'immagine da parte del codice che gestisce il rip nei driver e/o nelle rom delle stampanti digitali... non noti una somiglianza sospetta, soprattutto nella forma e nella distribuzione, con la "grana" del particolare del viso del presidente statunitense esposto alla mostra?

La mia critica, come ha ben detto@Ri.Co., non era sulla visibilità della grana e neanche (incredibile a dirsi) che fossero esposte stampe digitali; la mia critica era sul fatto che alcune stampe, digitali, come in questo caso, erano brutte e fatte male, e vista la caratura del fotografo (e il costo del biglietto) mi aspettavo un pochino di più.
Allegati
g1385.jpg

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Pierpaolo B
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Re: Elliott Erwitt a Milano

Messaggio da Pierpaolo B »

L'ingrandimento a 90x è sfuocato..... ma mettere a fuoco non è facile perchè è profondo.

Il fatto è che gli allestitori sono spesso "ignoranti" o confidano sull'ignoranza dei visitatori. La cultura qualitativa sta sparendo come pure la richiesta dell'originale.
Ho visto mostre imbarazzanti e gli allestitori erano inconsapevoli della qualità sia di ciò che esponevano che della qualità dell'allestimento (illuminazione).
Mi chiamo Pierpaolo.
Uso fotocamere a molla con sensore intercambiabile di dimensioni minime 6x6 cm.

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