Tutti i valori di contrasto sono stati calcolati prendendo come riferiemento una Paper ES (Paper Exposure Scale) di 1, cioè il range di densità del negativo dalll'inizio di Zona II alla fine di Zona VIII, cioé gli estremi della scala tonale escluso il nero e il bianco, deve essere di 1 unità di densità; esso corrisponde al valore ISO-R diviso per 100 (in realtà sarebbe il contrario cioè è l'ISO-R che si calcola moltiplicando per 100 il range di densità del negativo che deve avere per essere stampato con dettagli e si arrotonda al primo decimale). Un Paper ES di 1, cioé un ISO-R di 100, è una gradazione di carta di contrasto normale (2). Charamente se si prende come riferiemento della carta da stampa una gradazione più dura o più morbida anche il gradiente di contrasto al quale sviluppare il negativo per stampare un soggetto di contrasto normale (SBR [Subject Brightnes Range] di 7 stop) cambia.
Poi ci sono una pletora di grafici in cui tutte le informazioni vengono relazionate tra loro quindi sensibilità effettiva rispetto al gradiente o al CI, tempo di sviluppo rispetto al CI, al gradiente, all'SBR del soggetto, alle zone N+ e N- ecc.
L'unico grafico che non ho capito è l'ultimo in basso a sinistra, del quale non sono riuscito a risalire al significato dei numeri indicati nelle finestrelle, mentre la linea tratteggiata rossa orizzontale dovrebbe indicare il gradiente di contrasto a cui sviluppare la pellicola per determinare la sensibilità ISO (che è un G= 0.615).
Se poi hai bisogno di chiarimenti più specifici spero di riuscire ad accontentarti.
Povero "aparat", lo capisco benissimo, si è trovato nella scomoda situazione di dovre dire che una pellicola data per 320 ISO in realtà non supera i 20 (che poi alla fine tira tira è arrivato a 64 ahahaha)... mi ricorda il test della Ferrania P30
Vieni a scoprire il 
