Buongiorno a tutti, vi pongo sicuramente una domanda banale a molti ma che ogni volta mi crea parecchi dubbi. In molti video e in parecchie interviste sento spesso dire che con scarsa luminositá si apre il diaframma a tutta apertura, ora stó anche vedendo una foto scattata da un fotografo a f2 e la foto risulta tutta a fuoco. Siccome ho sempre preferito scattare a f8 o f11 per avere tutto a fuoco ora il mio dubbio è: ma si puo avere tutto a fuoco anche a tutta apertura? E come? Scatto da poco ma ho sempre pensato che a f2 massimo che avevo a fuoco in una stampa sarebbe stato la parte che focheggiavo, ad esempio il volto di una persona, se non il “naso”. Quale passaggio mi sono perso? Grazie in anticipo a tutti.
Claudio.
Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
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Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
Non ti sei perso nessun passaggio, su un sistema fotografico rigido (come una reflex) usando diaframmi aperti hai una profondità di campo molto ridotta e non puoi avere tutto a fuoco. Quel che ti hanno fatto vedere è evidentemente stato elaborato in qualche modo. Solo con un banco ottico sfruttando i movimenti puoi ottenere, in determinate condizioni, tutto a fuoco anche a diaframma aperto. Inoltre per via della trasfocazione non potrai nemmeno avere un piano di fuoco ESATTO a tutta apertura. Insomma, gli obiettivi superluminosi sono praticamente inutili.
Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
In digitale si può fare, si chiama focus stacking. Rientra nell’alveo della fotografia computazionale.
Paolo Niccolò Giubelli
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Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
Si grazie intanto per le risposte. In effetti la foto a tutta apertura e tutta a fuoco era una digitale ( in particolare una D6) peró il dubbio mi è sorto in un intervista a Gardin. La domanda era: Maestro quando la scena era troppo buia o si ritrovava a scattare di sera come faceva? La risposta è stata: Scattavo a tutta apertura. E lì ho pensato: ma non ti viene tutto sfocato? o meglio ho pensato rispondesse “non scatto”.
Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
Beh, mica ha risposto "scattavo a tutta apertura ottenendo la massima nitidezza"...
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Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
Dipende anche dalla focale usata. Se hai un 24 mm e stai mettendo a fuoco all'infinito poco si nota se sei a f/2 o a f/8 (ovviamente un po' si nota sia la profondità di campo ridotta sia la diversa qualità dell'immagine dovuta alla diversa apertura, ma solo se fai la tac alla stampa).
Diversamente, se hai già anche solo un mediotele praticamente hai la profondità di campo di un capello
Probabilmente Gardin scattava a tutta apertura ma non con un soggetto a 50 centimetri di distanza e pretendendo di avere lo sfondo 30 metri dietro a fuoco.
V.
Diversamente, se hai già anche solo un mediotele praticamente hai la profondità di campo di un capello
Probabilmente Gardin scattava a tutta apertura ma non con un soggetto a 50 centimetri di distanza e pretendendo di avere lo sfondo 30 metri dietro a fuoco.
V.
"Fra i molti modi di combattere il nulla, scattare fotografie è uno dei migliori", Julio Cortazàr, Le bave del diavolo
Valerio
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Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
Consiglio la lettura del/dei thred sul circolo di confusione e sulla profondità di campo (post23718.html#p23718)
Da Wiki: "Il circolo di confusione, in ottica e in fotografia, rappresenta l'effetto creato da un punto immagine, in relazione alla sfocatura sul piano del sensore (piano focale posteriore, piano pellicola, etc.) e l'effetto è più evidente con i punti luce o con i punti a maggior luminosità." (https://it.wikipedia.org/wiki/Circolo_di_confusione).
In sostanza un punto se non è perfettamente a fuoco genera un "cerchio", se questo effetto ha entità bassa la foto risulta ugualmente a fuoco (la famosa profondità di campo è la profondità in cui questo effetto rimane poco visibile). Come sempre bisogna partire dalla fine e pensare a quanto grande vuoi stampare. Il consiglio di Silverprint è di considerare un circolo di confusione in stampa di circa 0,2 mm. Questo valore è da dividere per gli ingrandimenti fatti del negativo, quindi se stampi su carta 24x30,5 cm un negativo 24x36 mm, considerando 1 cm di bordo sul lato lungo, avrai una stampa di 28,5 cm lato lungo, che diviso per i 36 mm (285/36) dà un ingrandimento di circa 7,9 volte (diciamo 8 ingrandimenti).
A questo punto dividi di CdC della stampa per gli 8 ingrandimenti: 0,2/8=0,025 mm <-- ottieni il CdC del NEGATIVO.
Tramite questo link:
http://www.tawbaware.com/maxlyons/calc.htm
Puoi calcolare, inserendo il valore di CdC, apertura e lunghezza focale, la distanza iperfocale con la quale avrai "tutto a fuoco" (sufficientemente a fuoco) con i valori che hai messo.
Nello specifico, con un 24 mm, a f/2.0 e con un CdC di 0,025, la dist. iperfocale è di 11 metri circa, quindi oltre i 6 metri avrai già tutto abbastanza a fuoco da risultare sufficientemente nitido in stampa.
V
Da Wiki: "Il circolo di confusione, in ottica e in fotografia, rappresenta l'effetto creato da un punto immagine, in relazione alla sfocatura sul piano del sensore (piano focale posteriore, piano pellicola, etc.) e l'effetto è più evidente con i punti luce o con i punti a maggior luminosità." (https://it.wikipedia.org/wiki/Circolo_di_confusione).
In sostanza un punto se non è perfettamente a fuoco genera un "cerchio", se questo effetto ha entità bassa la foto risulta ugualmente a fuoco (la famosa profondità di campo è la profondità in cui questo effetto rimane poco visibile). Come sempre bisogna partire dalla fine e pensare a quanto grande vuoi stampare. Il consiglio di Silverprint è di considerare un circolo di confusione in stampa di circa 0,2 mm. Questo valore è da dividere per gli ingrandimenti fatti del negativo, quindi se stampi su carta 24x30,5 cm un negativo 24x36 mm, considerando 1 cm di bordo sul lato lungo, avrai una stampa di 28,5 cm lato lungo, che diviso per i 36 mm (285/36) dà un ingrandimento di circa 7,9 volte (diciamo 8 ingrandimenti).
A questo punto dividi di CdC della stampa per gli 8 ingrandimenti: 0,2/8=0,025 mm <-- ottieni il CdC del NEGATIVO.
Tramite questo link:
http://www.tawbaware.com/maxlyons/calc.htm
Puoi calcolare, inserendo il valore di CdC, apertura e lunghezza focale, la distanza iperfocale con la quale avrai "tutto a fuoco" (sufficientemente a fuoco) con i valori che hai messo.
Nello specifico, con un 24 mm, a f/2.0 e con un CdC di 0,025, la dist. iperfocale è di 11 metri circa, quindi oltre i 6 metri avrai già tutto abbastanza a fuoco da risultare sufficientemente nitido in stampa.
V
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Valerio
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Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
Lo sfocato dipende anche dalla distanza tra il piano del fuoco e la macchina e tra il piano del fuoco e gli altri piani visibili nella foto. Per portarla all'estremo, se scatti un viso a mezzo metro da te con alle spalle un bosco a 40 metri di distanza, ci sarà uno sfocato pazzesco, mentre se scatti una persona a 15 metri da te con la schiena appoggiata a un muro e nient'altro, ti sembrerà tutto a fuoco (parlo ovviamente per linee generali e di percezione, non andando a guardare ogni pixel/millimetro con la lente d'ingrandimento). Se la foto di cui parli non ha piani di profondità troppo diversi tra loro, non c'è un soggetto super ravvicinato ed è scattata con un grandangolo, è possibilissimo che appaia tutto nitido senza che ci sia nessun trucco tecnico dietro. Anni fa scattavo foto a concerti e il 24mm aperto a 2.8 mi ha permesso di scattare foto dell'intera band a fuoco (sempre parlando di normale percezione visionando la foto in piccolo formato, ma comunque non c'era solo il naso a fuoco, ecco) in localini con luci degne della casa della famiglia Addams.
Ultima modifica di kwaidan il 05/02/2023, 19:03, modificato 2 volte in totale.
elena
Re: Scattare a tutta apertura ed avere tutto a fuoco. Si puó?
Scattava a tutta apertura mettendo a fuoco quello che secondo la sua visione era l'elemento di peso della fotografia.claudiofanesi ha scritto: ↑05/02/2023, 12:46Si grazie intanto per le risposte. In effetti la foto a tutta apertura e tutta a fuoco era una digitale ( in particolare una D6) peró il dubbio mi è sorto in un intervista a Gardin. La domanda era: Maestro quando la scena era troppo buia o si ritrovava a scattare di sera come faceva? La risposta è stata: Scattavo a tutta apertura. E lì ho pensato: ma non ti viene tutto sfocato? o meglio ho pensato rispondesse “non scatto”.
Mica deve essere sempre tutto a fuoco, il ritratto ne è un esempo classico.
Anche in altre situazioni si può decidere di avere a fuoco l'elemento di peso della foto e sfocare quanto basta lo sfondo tenendolo leggibile per capire il contesto ma non nitido da essere troppo presente.
Lo sfocato fa parte del linguaggio con cui si racconta quello che si vede nel mirino......
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