Stabilizzatore di immagine
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Stabilizzatore di immagine
La settimana scorsa ho utilizzato lo Stabinal Tetenal su alcune stampe baritate Ilford Matt e lucida. Sorpresa non tanto gradita, sulla matt nessun problema ma sulla lucida dopo pochi secondi sono apparsi una miriade di puntini bluastri che non se ne sono andati se non a stampa asciutta. In realtà appiccicando la stampa umida su di un vetro e osservandola in trasparenza i puntini risultavano bianchi..... trasparenti. Alla luce di mie passate esperienze passate sulla collatura di alcune carte utilizzate per le antiche tecniche tecniche di stampa presumo che la soluzione intacchi la collatura interna della carta dato che quando facevo questa collatura alcune zone non assorbivano completamente la gelatina dando queste macchie trasparenti che a carta asciutta non si notavano più. Ho segnalato a Tetenal il problema inviando delle foto ma non hanno saputo spiegarne le cause, forse prodotto datato? Comunque molto gentili. Ora mi è arrivato lo stabilizzatore della Bellini e sono curioso di vederne il risultato. Speriamo bene.
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- Pierpaolo B
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Re: Stabilizzatore di immagine
Intendi lo stab del C41?
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Re: Stabilizzatore di immagine
No, mi riferisco a quello da utilizzare per le stampe. Comunque se il Bellini non creerà questo inconveniente la causa sta nel prodotto Tetenal, per quale ragione mi sfugge ma l'importante è che il problema venga risolto.
Re: Stabilizzatore di immagine
Oggi ho utilizzato il Bellini Stabinal, nessun problema, l'unica cosa che mi chiedo è se un trattamento del genere garantisce veramente una protezione Archival delle stampe, o forse è troppo presto per dirlo, della serie: ai posteri l'ardua sentenza.
- chromemax
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Re: Stabilizzatore di immagine
La durata nel tempo delle stampe dipende soprattutto da come vengono conservate le stampe; il miglior trattamento archivial può fare poco per preservare stampe esposte in condizioni altamente aggressive e, di converso, stampe trattate non proprio in maniera impeccabile possono essere molto longeve se conservate a modo.
Re: Stabilizzatore di immagine
Concordo, ma la mia domanda non era tanto rivolta a capire come conservare al meglio una stampa, che già conosco, ma capire se questo prodotto, che non conosco, contribuisce realmente a favorirne ulteriormente la protezione, al netto ovviamente di tutto ciò che segue per una conservazione ottimale. Sai, io mi sono fermato ai trattamenti conservativi classici che non mi hanno mai deluso ma che non mi sento più di maneggiare.
- Pierpaolo B
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Re: Stabilizzatore di immagine
Come puoi leggere cercando
l'azione chimica che svolge è atta a stabilizzare l'immagine sviluppata quindi non ci dovrebbero essere dubbi al riguardo.
Il fatto che sia utile o meno che possa superare il secolo e oltre è tutt'altro discorso.
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Re: Stabilizzatore di immagine
Se per i trattamenti conservativi classici intendi il viraggio al selenio fatto quel tanto che basta per scurire un po' i neri senza prendere colore, a livello conservativo fa poco o niente, anzi...
Re: Stabilizzatore di immagine
La storia del viraggio al Selenio la conosco dato che in passato avevo utilizzato ( come molti) la diluizione suggerita da Kodak, che se non ricordo male fino a 1+20 avrebbe garantito una protezione efficace.
Poi negli anni successivi questa affermazione venne smentita da uno studio non so se indipendente o di Kodak stessa, e si ritenne valida una diluizione più concentrata ( 1+3 o 1+6 ) comunque tale da far virare la stampa su tonalità marroni. Io ho praticato numerosi tipi di viraggio, oro, oro+seppia, pirocatechina, seppia, e selenio anche mediante sbianca, a questi mi riferivo.
- chromemax
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Re: Stabilizzatore di immagine
Beh non sono tanto "classici"
Tendenzialmente qualsiasi viraggio che abbia lasciato parti di immagine in argento (viraggi parziali) rende la stampa soggetta a deterioramento.
Il viraggio più "archivial" è il seppia, sempre se totale
Da quello che ho capito, ma non sono un chimico e vado a memoria quindi potrei essere molto impreciso, Il sistan e altri prodotti simili agiscono saturando le fibre della carta di solfuro che si lega agli ioni d'argento liberati dai fenomeni di ossidazione, formando un composto stabile, prima che questo argento in forma ionica possa legarsi con altre sostanze presenti nell'aria formando quindi composti instabili e incolori degradando l'immagine. In pratica e in termini assolutamente aleatori, è una sorta di viraggio seppia che rimane incorporato nelle fibre della carta (per questo non va lavato via) che agisce lentissimamente man mano che gli atomi di argento dell'immagine si degradano e solo su questi.
Comunque sicuramente più corretto ed esaustivo è il testo da cui ho ripreso i miei ricordi (sono più di 400 pagine), consultabile qui. Molto interessanti anche gli interventi di Doug Nishimura del Image Permanence Institute da spulciare in rete.
Tendenzialmente qualsiasi viraggio che abbia lasciato parti di immagine in argento (viraggi parziali) rende la stampa soggetta a deterioramento.
Il viraggio più "archivial" è il seppia, sempre se totale
Da quello che ho capito, ma non sono un chimico e vado a memoria quindi potrei essere molto impreciso, Il sistan e altri prodotti simili agiscono saturando le fibre della carta di solfuro che si lega agli ioni d'argento liberati dai fenomeni di ossidazione, formando un composto stabile, prima che questo argento in forma ionica possa legarsi con altre sostanze presenti nell'aria formando quindi composti instabili e incolori degradando l'immagine. In pratica e in termini assolutamente aleatori, è una sorta di viraggio seppia che rimane incorporato nelle fibre della carta (per questo non va lavato via) che agisce lentissimamente man mano che gli atomi di argento dell'immagine si degradano e solo su questi.
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