Ciai.
Sugimoto è fra i miei preferiti "di nuova scoperta", cioè fra quelli che mi erano sconosciuti e che ho incontrato di recente, avendo ripreso a fare fotografie da poco dopo tanti anni.
I "fuori fuoco" fanno parte della serie del "doppio infinito": riprese di architettura effettuate con banco ottico mettendo a fuoco "un po' oltre" la posizione di corretta messa a fuoco.
Questo non è possibile in genere per i soggetti lontani ripresi con gli obiettivi delle camere di piccolo e medio formato: con queste infatti ruotando la ghiera di messa a fuoco e raggiunto il simbolo di infinito non si può "andare oltre"; con le camere a banco ottico la cosa è possibile, e Sugimoto ha ideato questa modalità (più di "fuoco oltre l'infinito" che di "fuori fuoco") per dare corpo ad una sorta di tensione, di proiezione della propria visione del soggetto, per posizionarlo oltre la distanza massima in cui le leggi dell'ottica (e la nostra visione) lo piazzerebbero.
Anche le riprese delle sale cinematografiche hanno un substrato concettuale: vengono riprese lasciando l'otturatore aperto per tutto il tempo durante il quale il film viene proiettato: ecco che tutto il film viene così rappresentato con un singolo fotogramma !
Per le riprese del mare analogamente usa esposizioni lunghe e pone la linea d'orizzonte a metà altezza. A me ricordano Rothko...
G.
Hiroshi Sugimoto a Roma
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Re: Hiroshi Sugimoto a Roma
Galleria Continua è diventata una specie di multinazionale dell’arte contemporanea, con sedi in molti paesi e una scuderia con artisti conosciuti a livello internazionale (Anish Kapoor, Michelangelo Pistoletto, Pascale Marthin Tayou, Chen Zhen, ecc.).
Non avevo mai visto farne parte veri fotografi e ne ero anche stupito.
Credo che ormai Sugimoto sia divenuto una star che Galleria Continua si è assicurata e che tratta come gli altri: si può esporre un’opera, o due, o dieci, ma senza necessariamente una relazione fra di loro.
Purtroppo un progetto fotografico smembrato perde sicuramente di significato e di valore artistico. Non so chi sia il curatore né se ce ne sia veramente uno.
Lasciano perplessi l’assenza di promozione in ambiente fotografico, la scelta del luogo e delle opere, il titolo stesso che inventa un filo conduttore (il viaggio in Italia) che non esiste e mette insieme opere di progetti diversi fatte in momenti diversi.
Ciò detto quando sarò a Roma andrò sicuramente a vederla perché non ho mai visto dal vivo le stampe della serie dei teatri. Mi piacerebbe anche sapere che pellicola usa e soprattutto come la sviluppa, ma dubito che troverò risposte, soprattutto al St. Regis Hotel di Roma.
Non avevo mai visto farne parte veri fotografi e ne ero anche stupito.
Credo che ormai Sugimoto sia divenuto una star che Galleria Continua si è assicurata e che tratta come gli altri: si può esporre un’opera, o due, o dieci, ma senza necessariamente una relazione fra di loro.
Purtroppo un progetto fotografico smembrato perde sicuramente di significato e di valore artistico. Non so chi sia il curatore né se ce ne sia veramente uno.
Lasciano perplessi l’assenza di promozione in ambiente fotografico, la scelta del luogo e delle opere, il titolo stesso che inventa un filo conduttore (il viaggio in Italia) che non esiste e mette insieme opere di progetti diversi fatte in momenti diversi.
Ciò detto quando sarò a Roma andrò sicuramente a vederla perché non ho mai visto dal vivo le stampe della serie dei teatri. Mi piacerebbe anche sapere che pellicola usa e soprattutto come la sviluppa, ma dubito che troverò risposte, soprattutto al St. Regis Hotel di Roma.
Mauro
Re: Hiroshi Sugimoto a Roma
Anche io andrò a vederla quanto prima. Forse per “viaggio in Italia” si intende appunto che le sue opere fisicamente hanno viaggiato in Italia e sono esposte a Roma
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Re: Hiroshi Sugimoto a Roma
...è veramente infinito, l'infinito mondo delle seghe mentali. Citando un grande film e personaggio, se tra mille anni in uno scavo archeologico trovassero una di queste foto, sarebbe catalogata come una foto sfocata, come o ciesso do film...Gianluka ha scritto: ↑10/12/2023, 0:40Ciai.
I "fuori fuoco" fanno parte della serie del "doppio infinito": riprese di architettura effettuate con banco ottico mettendo a fuoco "un po' oltre" la posizione di corretta messa a fuoco... ...per dare corpo ad una sorta di tensione, di proiezione della propria visione del soggetto, per posizionarlo oltre la distanza massima in cui le leggi dell'ottica (e la nostra visione) lo piazzerebbero.
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Re: Hiroshi Sugimoto a Roma
se ne trovano una… se ne trovano una serie la cataloga in modo differente
-viviamo in un mondo dove il sapone per i piatti è fatto con vero succo di limone, la limonata con aromi artificiali.
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Re: Hiroshi Sugimoto a Roma
Certo.
E magari se troveranno dei Rothko penseranno si tratti di una serie di prove di tinteggiatura che un qualche imbianchino aveva steso su parete affinchè una signora potesse scegliere con maggiore agio il colore più idoneo per il tinello.
Ma per favore...
G.
E magari se troveranno dei Rothko penseranno si tratti di una serie di prove di tinteggiatura che un qualche imbianchino aveva steso su parete affinchè una signora potesse scegliere con maggiore agio il colore più idoneo per il tinello.
Ma per favore...
G.
carlo60 ha scritto: ↑11/12/2023, 20:27...è veramente infinito, l'infinito mondo delle seghe mentali. Citando un grande film e personaggio, se tra mille anni in uno scavo archeologico trovassero una di queste foto, sarebbe catalogata come una foto sfocata, come o ciesso do film...Gianluka ha scritto: ↑10/12/2023, 0:40Ciai.
I "fuori fuoco" fanno parte della serie del "doppio infinito": riprese di architettura effettuate con banco ottico mettendo a fuoco "un po' oltre" la posizione di corretta messa a fuoco... ...per dare corpo ad una sorta di tensione, di proiezione della propria visione del soggetto, per posizionarlo oltre la distanza massima in cui le leggi dell'ottica (e la nostra visione) lo piazzerebbero.
Re: Hiroshi Sugimoto a Roma
...si, serie di foto sfocate...zone-seven ha scritto: ↑11/12/2023, 21:24se ne trovano una… se ne trovano una serie la cataloga in modo differente
Re: Hiroshi Sugimoto a Roma
...non mi riferivo a te ovviamente e comunque penso che arrivato alla notorietà puoi permetterti quasi qualunque strunzata. Basta ci sia un critico (ben pagato) che scriva una bella super cazzola.Gianluka ha scritto: ↑11/12/2023, 21:36Certo.
E magari se troveranno dei Rothko penseranno si tratti di una serie di prove di tinteggiatura che un qualche imbianchino aveva steso su parete affinchè una signora potesse scegliere con maggiore agio il colore più idoneo per il tinello.
Ma per favore...
G.
carlo60 ha scritto: ↑11/12/2023, 20:27...è veramente infinito, l'infinito mondo delle seghe mentali. Citando un grande film e personaggio, se tra mille anni in uno scavo archeologico trovassero una di queste foto, sarebbe catalogata come una foto sfocata, come o ciesso do film...Gianluka ha scritto: ↑10/12/2023, 0:40Ciai.
I "fuori fuoco" fanno parte della serie del "doppio infinito": riprese di architettura effettuate con banco ottico mettendo a fuoco "un po' oltre" la posizione di corretta messa a fuoco... ...per dare corpo ad una sorta di tensione, di proiezione della propria visione del soggetto, per posizionarlo oltre la distanza massima in cui le leggi dell'ottica (e la nostra visione) lo piazzerebbero.
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