Comincio dalla fine.
Agitazione...
Inizialmente io mi terrei con i valori standard, ovvero o due capovolgimenti ogni 30" o quattro ogni minuto.
Agitando una volta al minuto (sempre i solito 4 capovolgimenti), specialmente con sviluppi prolungati e poco energici si ha un aumento dell'effetto bordo. L'agitazione ogni 30" è più indicata per sviluppi brevi, garantisce uniformità e poco effetto bordo; effetto che comunque avverrebbe in misura ridotta vista la brevità dello sviluppo.
Userei le variazioni dell'agitazione per un controllo fine, ovvero regolare l'effetto bordo con gli sviluppi prolungati e/o avere piccoli aggiustamenti sul contrasto (dici bene, cambiando spesso lo sviluppo anche le parti ben annerite un altro poco si anneriscono), mentre per aggiustamenti significativi sul contrasto, come già detto, conviene lavorare esclusivamente sul tempo.
Tempi lunghi di ammollo (fix e lavaggio)...
Il tempo bagnato totale influisce sull'aspetto della grana, più sta a mollo meno si mantiene netta. Per questo quando si fanno sviluppi prolungati un poco di effetto bordo è utile, compensa la perdita di nitidezza apparente (acutanza) dovuta al bagno lungo. Cosa sia preferibile, bagno breve senza effetto bordo o bagno lungo con effetto bordo dipende principalmente dalla grandezza della stampa finale, sulle stampe piccole l'effetto bordo può essere gradevole, mentre sulle stampe grandi è quasi sempre preferibile mantenere il massimo della nettezza della grana, ovvero usare sviluppi brevi.
Prolungare indebitamente il tempo di fissaggio può essere dannoso, ci sono casi dove si producono addirittura lesioni della gelatina. Per evitare di allungare indebitamente è meglio usare il fissaggio concentrato (1+4) per il tempo più breve sia ragionevole (ca. 3'; 5' con le T-grain) e per evitare l'incertezza riguardo la variazione di tempo dovuta all'esaurimento del fissaggio stesso usare la rigenerazione. Per rigenerare si aggiunge un TOT di prodotto fresco per ogni rullo o unità di superficie trattata, il TOT è specificato nelle istruzioni.
Passerei dal brillantante all'imbibente... costa anche meno ed è adatto. Nei saponi ci sono agenti filmogeni sulla cui natura non giurerei.
Scansione...
La mancanza di nettezza della grana può benissimo essere il limite dello scanner. Provare la scansione multipla non nuoce, anche se (imho) serve quando il contrasto dell'originale è alto. Comunque non me ne farei un cruccio, anche gli scanner di alto bordo (Imacon, etc) hanno limiti pesanti che solo pochi operatori assai esperti riescono a gestire bene. La tecnologia che funziona, quella a tamburo, ha costi non domestici e difficoltà operative di non poco conto.
I valori di input nel caso dei negativi bianco e nero adatti anche alla stampa NON devono certo raggiungere 255! Come già detto è giusto e normale che una scansione da negativo sia morbida.
La gamma dinamica di un negativo ben stampabile (misurata sul negativo) vale circa 4 stop, quella di una diapositiva o di una stampa ne vale circa 7 (e rotti)... Quindi se lo scanner fa bene una dia o una stampa è giusto e normale che con i settaggi standard il negativo appaia "moscio" cioè con le luci ben grigie una volta messo in positivo. Per inciso e per insistere

E veniamo alle curve caratteristiche ed ai valori utili...
Il discorso sarebbe lunghissimo. Per fortuna ci sono molti testi, a cominciare dal classico "il negativo" di Ansel Adams. Io personalmente credo che si possa vivere abbastanza bene anche senza studi di sensitometria e misurazioni sui negativi, lavorando con la testa s'intende. C'è un mio articolo sul blog, (questo: http://blog.analogica.it/analogica-it/2 ... nsitomero/ ) che racconta tante cose e vari thread sul sistema zonale e le curve caratteristiche che dovrebbero apparire usando la ricerca interna (funziona bene, Etrusco è bravo

