La mia prima camera oscura è arrivata nel 1980, ero poco più d'un bambino; ero totalmente autodidatta e tendenzialmente poco preciso...

Eppure in poco tempo diventai piuttosto esigente e cominciarono i dolori. In giro c'era poca informazione facilmente reperibile e i così detti esperti, cioè gli amatori della generazione precedente, non erano poi tanto esperti. Volevo proprio imparare e rompevo le scatole un po' a chiunque pensavo potesse sapere qualcosa, eppure ne cavavo davvero poco

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C'erano le riviste, ma non mi parevano un granché, molte prove di apparecchi e
ricettari tecnici, ma troppo poca vera tecnica. Sarà che avevo la mente "meccanica", ma trovavo insoddisfacente la ricetta per avere questo o quell'effetto senza che mi fosse spiegato il perché. Mi pare che le cose da questo punto di vista non sono molto cambiate

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Comunque,
daje e daje qualcosa riuscii ad imparare anche facendo da me e sul finire degli anni '80 ero in qualche modo un professionista, cioè qualcuno mi pagava per fare delle foto. Ero diventato preciso ancora più esigente sempre e comunque insoddisfatto... e a Roma (forse non solo) la fama di pignolo rompiscatole m'è rimasta!

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Ho avuto un'educazione liberale e possibilità di scegliere cosa studiare, eppure vivevo in un mondo piccino con orizzonti strettamente nazionali se non locali, questa ristrettezza di prospettive fece si che quando m'iscrissi ad architettura neanche sapevo che all'estero si poteva studiare fotografia all'università!

Poi pian pianino, grazie alla passione per l'inglese, ho cominciato a sbirciare un poco più in la ed a conoscere persone che vivevano la fotografia con ben altre prospettive. E alla fine è arrivata la svolta: un corso al TPW con Jim Megargee (benedetta "alta scuola del bianco e nero" che me lo fece conoscere!), poi un altro, amicizie oltre oceano, poi l'incontro col mio altro maestro Arno Minkkinen. Mi hanno dato davvero molto.
Nel frattempo s'era come rotta una cortina fumogena, a metà anni '90 c'era molta più informazione (o io sapevo dove trovarla), i materiali si trovavano ed erano buoni davvero, si poteva ordinare anche all'estero o rompere direttamente le scatole ai vari importatori.
Per farla breve per me il periodo d'oro dell'analogico sono stati gli anni '90. Apparecchi e materiali eccellenti abbastanza facilmente reperibili e di qualità altissima. Informazione raggiungibile grazie al web, l'europa unita (la rimpiangeremo presto?)... etc.
Il periodo buio per me è stato a metà anni 2000, con la chiusura di Agfa (incubo!!!), e la roba che spariva dai negozi... poi pianino le cose sono andate meglio. Ora mi sembra che la situazione, per quanto possa dare una idea di precarietà, sia decisamente migliorata. L'analogico sarà un mercato (relativamente) di nicchia, non si foraggerà più con milioni di rullini low cost scattati in vacanza, ma sarà vario e vitale lo stesso.
I ferri del mestiere? Scelti sempre sulle mie specifiche esigenze, mai per nome o blasone, tranne il primo, scelto per fascinazione: la Nikon F di Blow-up! (Un film che i fotografi non capiscono, ma che mi ha segnato). Il mattoncino fu abbandonato senza rimpianti per un Olympus Om-4 che aveva quell'esposimetro fantastico con cui si poteva fare il sistema zonale senza fare i conti, beh... mi ha costretto ad imparare tante cose. Quando ho abbandonato il 35 mm, c'è voluto parecchio per trovare un esposimetro separato che gli stesse dietro, meno male che c'era il Sekonic 778

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