Durst Automatica
Inviato: 23/06/2014, 17:56
Apprezzo da sempre gli ingranditori Durst, che considero tra i migliori al mondo e un vanto per la tecnologia italiana.
Mi sono imbattuto in un annuncio di vendita di una fotocamera "Durst Automatica" del 1960.
Mi sono incuriosito e, non conoscendo affatto la produzione di fotocamere Durst, ho fatto delle ricerche in rete.
per esempio ho trovato QUI l'articolo di Marco Cavina molto dettagliato.
Vabbè, tanto per farla breve ... non ho resistito e l'ho acquistata.

Per l'esposizione ha un classico esposimetro al selenio, il cui ago si muove ancora se colpito dalla luce ma probabilmente col tempo ha perso efficienza e non è più molto affidabile. E' un fenomeno risaputo che capita in tutti gli esposimetri di questo tipo che hanno svariati anni sulle spalle.
Per fortuna è possibile utilizzarla ancora spostando la levetta anteriore su manuale ed utilizzando un esposimetro esterno, cosa che farò non appena possibile.
Per farla funzionare in automatico bisogna spostare la suddetta levetta su A e poi impostare il tempo di scatto sulla massima velocità (1/300, marcata in rosso).
Per variare l'esposizione la fotocamera usa una sorta di priorità di diaframma, in pratica si imposta un valore di diaframma (che è accoppiato sempre ad un valore di sensibilità ASA/DIN). A questo punto la fotocamera sceglie in automatico il tempo di scatto a seconda della luminosità della scena letta dall'esposimetro.
Ma il bello viene ora e riguarda come è stato implementato questo automatismo grazie alla geniale mente dei fratelli Durst.
Essa sfrutta il principio "motoristico" (se mi passate il termine) del cilindro, del pistone e della biella.
Ho trovato in rete qualche schemino esplicativo e li ho riuniti qui:

Per variare il tempo di scatto la fotocamera necessita di un meccanismo meccanico che deve rallentare l'otturatore per ottenere tempi variabili da 1/300 ad 1 secondo e tale meccanismo deve essere collegato direttamente all'esposimetro al selenio.
In pratica (se ho capito bene) una bielletta è collegata al meccanismo di scatto dell'otturatore.
Questa bielletta è fissata a sua volta ad un piccolo pistoncino che scorre all'interno di un piccolo cilindro.
La testa del cilindro si trova proprio sotto l'ago dell'esposimetro (vedi schema) che nel suo movimento a destra e a sinistra scopre o chiude dei buchini che sono sulla sommità del cilindro. Quando tali buchi sono grandi (o numerosi) allora il pistone può scorrere verso l'alto alla massima velocità, perché non deve vincere nessuna pressione d'aria all'interno della "camera di scoppio" (tranquilli, non c'è la candela!) quindi il tempo di scatto rimane inalterato ad 1/300.
Se l'ago dell'esposimetro nel suo movimento fa diventare più piccoli (o più radi) i buchi sulla testa del cilindro, il pistone farà più fatica a salire e a vincere la pressione dell'aria e il tempo di scatto diventerà via via più rallentato fino ad un secondo.
Questo sistema di controllo automatico è completamente meccanico e indipendente dalle batterie, che infatti non ci sono perché anche l'esposimetro al selenio non ne ha bisogno.
Insieme alla fotocamera mi hanno dato anche il libretto di istruzioni.
Se desiderate leggerlo, l'ho scansionato, eccolo QUI
Non ho ancora fatto delle foto alla mia Durst Automatica ma per vederne un esemplare uguale potete guardare QUI
Ora non vedo l'ora di caricarci una pellicola e provarla. ;)
ciao
Mi sono imbattuto in un annuncio di vendita di una fotocamera "Durst Automatica" del 1960.
Mi sono incuriosito e, non conoscendo affatto la produzione di fotocamere Durst, ho fatto delle ricerche in rete.
per esempio ho trovato QUI l'articolo di Marco Cavina molto dettagliato.
Vabbè, tanto per farla breve ... non ho resistito e l'ho acquistata.


Per l'esposizione ha un classico esposimetro al selenio, il cui ago si muove ancora se colpito dalla luce ma probabilmente col tempo ha perso efficienza e non è più molto affidabile. E' un fenomeno risaputo che capita in tutti gli esposimetri di questo tipo che hanno svariati anni sulle spalle.
Per fortuna è possibile utilizzarla ancora spostando la levetta anteriore su manuale ed utilizzando un esposimetro esterno, cosa che farò non appena possibile.
Per farla funzionare in automatico bisogna spostare la suddetta levetta su A e poi impostare il tempo di scatto sulla massima velocità (1/300, marcata in rosso).
Per variare l'esposizione la fotocamera usa una sorta di priorità di diaframma, in pratica si imposta un valore di diaframma (che è accoppiato sempre ad un valore di sensibilità ASA/DIN). A questo punto la fotocamera sceglie in automatico il tempo di scatto a seconda della luminosità della scena letta dall'esposimetro.
Ma il bello viene ora e riguarda come è stato implementato questo automatismo grazie alla geniale mente dei fratelli Durst.
Essa sfrutta il principio "motoristico" (se mi passate il termine) del cilindro, del pistone e della biella.
Ho trovato in rete qualche schemino esplicativo e li ho riuniti qui:

Per variare il tempo di scatto la fotocamera necessita di un meccanismo meccanico che deve rallentare l'otturatore per ottenere tempi variabili da 1/300 ad 1 secondo e tale meccanismo deve essere collegato direttamente all'esposimetro al selenio.
In pratica (se ho capito bene) una bielletta è collegata al meccanismo di scatto dell'otturatore.
Questa bielletta è fissata a sua volta ad un piccolo pistoncino che scorre all'interno di un piccolo cilindro.
La testa del cilindro si trova proprio sotto l'ago dell'esposimetro (vedi schema) che nel suo movimento a destra e a sinistra scopre o chiude dei buchini che sono sulla sommità del cilindro. Quando tali buchi sono grandi (o numerosi) allora il pistone può scorrere verso l'alto alla massima velocità, perché non deve vincere nessuna pressione d'aria all'interno della "camera di scoppio" (tranquilli, non c'è la candela!) quindi il tempo di scatto rimane inalterato ad 1/300.
Se l'ago dell'esposimetro nel suo movimento fa diventare più piccoli (o più radi) i buchi sulla testa del cilindro, il pistone farà più fatica a salire e a vincere la pressione dell'aria e il tempo di scatto diventerà via via più rallentato fino ad un secondo.
Questo sistema di controllo automatico è completamente meccanico e indipendente dalle batterie, che infatti non ci sono perché anche l'esposimetro al selenio non ne ha bisogno.
Insieme alla fotocamera mi hanno dato anche il libretto di istruzioni.
Se desiderate leggerlo, l'ho scansionato, eccolo QUI
Non ho ancora fatto delle foto alla mia Durst Automatica ma per vederne un esemplare uguale potete guardare QUI
Ora non vedo l'ora di caricarci una pellicola e provarla. ;)
ciao