Personalmente con l'Ars-Imago Monobath ho ottenuto un contrasto troppo alto e delle densità delle alteluci fuori controllo, forse anche a causa del fatto che uso le pellicole alla loro sensibilità effettiva per il trattamento tradizionale.
Ho studiato un po' i monobagni e ne ho usati tre o quattro. L'Ars-Imago Monobath sembrerebbe di formulazione classica, alcalinizzato probabilmente con idrossido di sodio il che rende lo sviluppo una fucilata e molto aggressivo e, nonostante la potentissima azione finegranulante dell'iposolfito, la grana è bella grossa e "conglomerata".
La formulazione Bellini commercializzata nella linea Ag+ è molto simile nei risultati, con la differenza di essere un'unica soluzione invece di due parti da miscelare. Con entrambi i bagni non c'è possibilità di controllo del trattamento a meno di intevenire nella formulazione.
Nei monobagni sviluppo e fissaggio lavorano in antagonismo, in una corsa di velocità; il cristallo da una parte viene ridotto in argento dallo sviluppo mentre dall'altra l'iposolfito lo scioglie nello stesso momento in cui si sta sviluppando. Questo comporta dover formulare una parte sviluppante estremamente veloce, quindi molto energica e di conseguenza molto alcalina, sia perché deve generare una densità utile prima che intervenga il fissaggio, sia per evitare un'eccessiva perdita di sensibilità causata dalla diminuzione delle dimensioni dei cristalli causata dal fissaggio.
La temperatura e l'agitazione hanno poca influenza dato che accellerano o rallentano in maniera più o meno simile sia lo sviluppo che il fissaggio, lasciando il rapporto tra le due fasi di trattamento praticamente inalterato.
L'azione del fissaggio porta in soluzione una gran quantità di ioni di argento, che si ritrovano nello stesso ambiente di sviluppo, il che rende la frazione di sviluppo fisico non trascurabile e piuttosto alta la possibilità di avere velo dicroico.
La resistenza al fissaggio delle pellicola tabulari e core-shell rende quest'ultime poco adatte all'uso col monobagno, dato che le tempestiche tra le due azioni concorrenti risulterebbero sbilanciate.
Il Monobath R3, essendo preparato da una formula pubblicata, può essere modificato per bilanciarne il comportamento; con questo monobagno ho ottenuto un contrasto molto più umano, finalmente era visibile la potente azione finegranulante operata dall'iposolfito, a scapito però di una notevole perdita di sensibilità effettiva e la presenza sporadica di velo dicroico.
Mi piacerebbe provare il nuovo R5, ma va ordinato negli USA con tutte le scocciature del caso.
Che con questi chimici si possano produrre risultati eccezionali è testimoniato dalla qualità incredibile dei negativi della oramai defunta Polaroid 55PN.
I monobagni sono affascinanti e divertenti ma, come per ogni cosa, pretendono che si dedichi loro del tempo per poterli conoscere a usare al meglio.
- Tri-X 120, Ars-Imago Monobath; ingrandimento 4x ca (scan della stampa)
- HP-5 135 Monobagno Ag+; ingrandimento 7,6x ca (scan della stampa)