Paesaggi urbani

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pn83
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Re: Paesaggi urbani

Messaggio da pn83 »

Valerio Ricciardi ha scritto:
13/01/2025, 16:45
Già il cielo terso di tramontana a Roma è particolarmente blu
Sono stato a Roma con la famiglia subito prima di Natale in visita ad un mio caro amico, e passeggiando per le strade intorno a Villa Borghese sono rimasto colpito proprio dal blu del cielo, e subito dopo dalla luce del sole che lì trova modo di farsi spazio tra le strade, così larghe, rimbalzando sulle facciate di quei palazzi immensi in un modo che qui non vedo mai. Chissà questo che impatto crea nel lungo termine nella testa delle persone... mi spiego molte cose della mia città.
Valerio Ricciardi ha scritto:
13/01/2025, 18:11
@pn83 Esattamente: geometrie senza scopo né messaggio. Per il piacere gratuito e libero di averle notate.
Prendila come una mia opinione, senza pretesa di valenza generale, ma questo mi sembra un'atteggiamento pre-fotografico. Premessa: ho capito che è stato a lungo anche un mio errore. Mi ricorda quando mi sono imposto di stare attento, anche girando per strada senza macchina fotografica, ai contrasti. Un esercizio utile, soprattutto se si vuole praticare il bianco e nero, ma per un po' di tempo ho confuso questo "esercizio", che pure stava funzionando, con la capacità di trovare soggetti anche - per me - interessanti. In questo senso la camera oscura mi è stata utile: lavorandoci di sera, con stanchezza, tante volte mi sono chiesto: ma vale davvero la pena consumare un altro foglio e altro tempo per questo scatto? Dopo un po' di volte, ho capito che il piacere di cui parli tu non può (per me) nascere solo da una caratteristica dell'immagine, come il contrasto o la geometria. Questi elementi possono risvegliare l'attenzione del fotografo quando è davanti alla scena, o possono rendere molto efficace l'immagine, ma poi o sotto c'è un'idea che motiva il fotografo, o il piacere di cui parli rischia si sgretolarsi al primo provino scalare. Certo, se la foto la facciamo con la smartphone o con la digitale, tutto questo non costa niente e lo si può fare senza grandi problemi.



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Valerio Ricciardi
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Re: Paesaggi urbani

Messaggio da Valerio Ricciardi »

Ammetti però che può capitare di farsi punger vaghezza di, mettiamola brutalmente così, scattare occasionalmente senza che dietro vi sia una reale poetica (ho imparato ad usare questo termine da un critico d'arte che fa una pre-selezione di quadri per una casa d'aste importante; lui sceglie autori "minori" che considera promettenti, in qualche modo in prospettiva interessanti, sulla base molto di questo criterio e molto meno dello skill tecnico che rileva, gli interessa "la poetica" più che il mestiere). Gioco di sole linee e luce, nel mio contesto urbano, tipiche del mio contesto urbano in certi luoghi e momenti. Non fotografia architettonica, anche se documentava bene l'aspetto e l'inserimento dei grandi monoliti elementi grigi - di cui ignoro la funzione, ma penso ne abbiano una trattandosi di un edificio tecnico - nella composizione voluta dagli architetti.

Peraltro, al di fuori della professione scatto ben "poco": conosci un'altro capace di tornare dall'Islanda,dopo anche un bel giro, con in borsa dieci rulli di Kodachrome esposti più uno da finire?

Pre-fotografico? Possibile, e chi lo nega? Come tu hai notato, a Roma (ma mica solo qui...) le condizioni meteorologiche a volte regalano una naturale "vividezza" alla luce che è un tratto della mia città. A me, personalmente, mette di buon umore. Credo che in quel momento più ancora del contrasto naturale fra cielo e campiture di travertino (vorrei vedere che non fosse netto di suo...) mi avesse colpito il fatto di scoprire un giorno quell'oggetto privo dello strato soffocante di decenni di smog che lo rendevano triste, grigio come idealmente "la sede del catasto".

Concedimi questa piccola libertà priva di ricercato spessore, forse... meno triste che se avessi fotografato col telefonino un bell'impiattamento con la carbonara, via.
"Nel visco, in cui s'avvenne / quell'augellin talora, / lascia le penne ancora, / ma torna in libertà:
poi le perdute penne / in pochi dì rinnova, / cauto divien per prova / né più tradir si fa"
. Pietro Metastasio (da La Libertà)

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