luix ha scritto: ↑19/11/2020, 16:30
Avevo dunque pensato che l'inconsapevole fotografa è esistita, ma la sua fortuna (o di colui che l'ha scoperta) è stata l'aver fatto migliaia di scatti negli anni '60-'70, un'epoca che nono sono l'unico ad osare di definirla magica, in parte proprio perchè non c'erano miliardi di foto e neanche la rete per vederle.
Credo che il punto interessante sia proprio questo, il fatto che questi scatti siano rimasti congelati così a lungo senza che nessuno li vedesse ha fatto sì che ci paiano nuovi. Quando li vediamo allo stesso tempo abbiamo la novità dello scatto e il ricordo delle cose passate. Sono, veri o falsi che siano, una vera e propria capsula del tempo. Ci parlano di cose vecchie in un modo nuovo, perchè non sono (o erano) inflazionati come tutte le immagini che chiamiamo
immaginario.
Quanto alla non autorialità, mi pare di capire il punto, ma penso che non sia importante nella misura in cui siamo noi a selezionare. Pensare l'opera d'arte come qualcosa di unico è un retaggio moderno: pensiamo ai grandi artisti del Rinascimento. Essi dirigevano botteghe molto più simili a vere e proprie fabbriche che a produzioni uniche e artistiche come le immaginiamo loro. I loro lavori che ci sono arrivati fino a noi non sono stati selezionati da loro, ma sono il frutto della cernita che qualcuno altro ha fatto lungo la strada, sia che si trattasse di semplici committenti, collezionisti o del caso.
Personalmente, si sarà capito, apprezzo moltissimo la Maier in quanto finalmente ci permette di avere uno sguardo nuovo sulle cose passate e
ci fa autori: siamo noi che selezioniamo le sue opere andando a ricreare di volta in volta quello che ci immaginiamo di quegli anni, cambiando e consolidando il nostro immaginario di quell'epoca. Se questo non è il lavoro di un grande artista, di chi è?