


Poi mi re-iscriverei ad Analogica sotto false spoglie per vantarne i pregi...

Good Luck
Moderatore: etrusco
Hai centrato, secondo il mio modestissimo e per nulla autorevole parere, il punto. Tempo fa parlando con un ex rappresentante della Voitglander Italia, mi disse che c'era una acerrima lotta con i Giapponesi per accaparrarsi certe miniere di terre rare, piuttosto che altre, proprio perchè quei materiali estratti erano capaci di dare opportune caratteristiche e personalità ai vetri. D'altra parte il vetro è un materiale amorfo la cui struttura, e le conseguenti proprietà, varia enormemente già di suo, figuriamoci con le differenti lavorazioni e trattamenti. Io sono uno di quelli che s'è capato dopo anni il planar a 6 lenti rollei per la sua peculiarità, che so descrivere nella maniera poco scientifica e molto poetica di "eterea plasticità", e tanto mi basta. Non voglio dire assolutamente che questo discorso sia inutile, anzi lo ritengo molto, molto interessante. Ma per me la fotografia è un linguaggio che ha a che fare più con la poesia che con l'ingegneria e la fisica ottica, quindi non ho mai sentito la necessità di esprimere numericamente le mie sensazioni, tutto qua. Insomma non mi tange il fatto che non sappiamo misurare certe sensazioni (noi no, ma alla Zeiss magari non si limitano a quelle tre o quattro misure che tutti conosciamo...), evidentemente sono solo un romantico fotografo all'antica (è vero).-Sandro- ha scritto: All'utente che poco sopra parlava di leggi dell'ottica vorrei ricordare, dall'esame di fisica II per allievi ingegneri, che tutte le leggi dell'ottica a partire da quelle delle coniugate in poi, sono basate su una grandissima semplificazione: CHE LE LENTI DEBBANO ESSERE SOTTILI. In mancanza di questo assunto (cioè praticamente sempre) le leggi ottiche non sono del tutto valide e possono dare luogo a risultati non coerenti con le tesi. Certo oggi ci sono i computer ed i calcoli iterativi permettono di progettare sistemi ottici in breve tempo, ma guardacaso quando mettiamo i risultati di questi progetti sulla carta, e li paragoniamo ad obiettivi progettati precedentemente, molto spesso il risultato è così deludente che ci obbliga a farci delle domande.
Giusto-Sandro- ha scritto:Giusto, ma forse lo sforzo da fare per tradurre matematicamente la poesia è così grande che fa passare ... la poesia
Veramente questi non sono certamente i principi secondo cui si progettano gli obiettivi fotografici, altrimenti sarebbero tutti con una sola lente e non si parlerebbe di acromatismo. Gli assunti alla base della progettazione degli obiettivi sono molto (ma molto) più sofisticati ma comunque sono delle "astrazioni" della realtàOttavio Colosio ha scritto:
- sorgente di luce monocromatica
- obiettivo composto da una sola lente di spessore infinitesimo
Ma anche leggendo con attenzione emerge (in verita' riemerge spesso lungo tutto il thread) la posizione di chi sostiene che oltre alle aride formulette dell'ottica geometrica esistono comportamenti (dei sistemi ottici, nel caso) che esulano da una interpretazione scientifica e tecnicamente rigorosa.Ottavio Colosio ha scritto:Infatti non ho scritto che sono principi,
ma che sono assunti teorici sui quali si basano i principi ( teorici ) che, dalla realta' pratica,
sono spesso lontani.. se leggi con piu' attenzione... .