Milano: Dorothea LANGE al chiostro di S. Eustorgio

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Dart
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da Dart »

pappa ha scritto:Se è la stessa mostra che era a Bassano qualche tempo fa allora merita di essere visitata.
Ho dato un’occhiata e i curatori sono gli stessi. In effetti sarebbe stato più strano che ci fossero due o tre mostre differenti dello stesso autore. Anche a me è piaciuta, sarebbe bello poter vedere anche solo qualche originale, ogni tanto.


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zone-seven
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Dorothea Lange a Milano

Messaggio da zone-seven »

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claudiofanesi
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da claudiofanesi »

Fortuna che lo avete segnalato, io pensavo che le mostre erano esclusivamente stampe originali.
Partire e farsi tanti km per guardare una stampa digitale non è proprio il massimo :-ss

Ma nelle info lo specificano?

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pappa
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da pappa »

Macché ormai sono tutte scansioni al giorno d’oggi nelle mostre.

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bolchi
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da bolchi »

secondo me è una cosa grave non solo che si tratti quasi sempre di stampe digitali ma che spesso la cosa non sia nemmeno segnalata chiaramente, come se non avesse importanza, come se non cambiasse niente.
Tradisce una scarsa considerazione della fotografia come forma d'arte.
Pensa pagare per andare a vedere la Gioconda e trovarsi davanti una riproduzione, si incacchierebbe chiunque. Ma hey se si parla di fotografia allora va bene, non serve neanche dirlo.

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Valerio Ricciardi
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da Valerio Ricciardi »

TEORIA
Ti do' ragione non per la "riproduzione" (la fotografia tale nasce, per quanto poi alterazioni creative bla bla), ma perché è possibile ottenere in un specifica sessione stampe digitali identiche, da esporre in tante sedi distinte della stessa mostra. Mentre dalla mano di uno stampatore fine art, ogni stampa da negativo è comunque unica. Con la stampa digitale manca variabilità e imperfezione artigianale di una fase del processo creativo; sì, è un vulnus.

PRATICA
Di mostre su Dorothea Lange, come su tanti altri non più viventi, non è che se n'è fatta una... affidando ogni volta agli organizzatori i negativi originali, unici e irripetibili, cosa sarebbe oggi di loro? ... Sai - minimo - i graffi? E... valutazioni assicurative, trasporti, verifica al ritiro...

PER CUI
La cosa che CERTO si dovrebbe pretendere (a parte buone stampe senza banding etc)
è che ciò venisse indicato, e presentato come compromesso finalizzato alla tutela dell'originale.
.
Ultima modifica di Valerio Ricciardi il 29/06/2025, 15:58, modificato 1 volta in totale.
"Nel visco, in cui s'avvenne / quell'augellin talora, / lascia le penne ancora, / ma torna in libertà:
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carlo60
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da carlo60 »

...altre seghe mentali. Della tanto decantata Vivian Meyer, tanto per dirne una, non esiste una sola stampa originale se non le digitali interpretate oggi (paracul mode ON) da chi le vuole sfruttare. La stampa digitale non è identica a qualunque latitudine e con qualsiasi stampante, entrano in gioco moltissimi fattori che evito di esporre per non annoiare... Oggi, di determinati fotografi scomparsi, o si espongono gli originali che all'epoca erano stati curati direttamente dagli stessi fotografi, o, altrimenti ci si deve fidare di chi cura le mostre (sivvabbè).

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claudiofanesi
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da claudiofanesi »

Se si và ad una mostra di Gardin le stampe lo porta lui, quindi non credo siano tutte digitali ormai..

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Valerio Ricciardi
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da Valerio Ricciardi »

Beh no, tutte no, e comunque Gardin è molto anziano ma vivissimo... finché non ha chiuso portava sempre l'E6 da Ianni a p.za Buenos Aires a Roma. Anche di alcuni autori scomparsi si possono fare mostre con stampe originali loro, se sono conservate, o da loro seguite in CO dal loro stampatore di fiducia (come facevano e fanno Paolo Pellegrin e anche Pietro di Giambattista da Roberto Properzi, a Trastevere vicino via Garibaldi).

Altrimenti comunque anche con una stampa da negativo, se fatta ex post da uno stampatore pur bravissimo... lo stampatore ci mette comunque del suo, la stampa al meglio "come la vede buona lui", e non potrai mai sapere se l'autore si sarebbe completamente riconosciuto nel risultato finito. Ma a noi è inevitabile piaccia comunque di più l'idea...
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chromemax
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Re: Dorothea Lange a Milano

Messaggio da chromemax »

I fotografi più famosi hanno delle fondazioni o degli archivi che si occupano anche della tutela stilistica nel caso debbano essere fatte delle nuove stampe. Ma i fotografi più famosi sono anche quelli più richiesti e che generano più giro di soldi, e le fondazioni hanno bisogno di fondi per continuare la loro attività.
In questi casi spesso il nome del fotografo è gestito come un vero e proprio marchio e a livello strategico bisogna decidere come "posizionare" il marchio. Mi è capitato di vedere una mostra di Salgado stampata su pannelli di cartone pressato in stampa tipografica con tanto di rosetta ben visibile avvicinandosi alle foto: indagando un po' scoprii che per alcuni fotografi molto gettonati esistono già mostre belle e pronte, il cui livello qualitativo e numero di opere dipende unicamente da quanto l'organizzatore vuole spendere, in sostanza la mostra è un prodotto da rivendere a società che di mestiere organizzano mostre.
Sulla stampa è un po' più complesso, spesso ci si rivolge alla stampa digitale perché più veloce e meno costosa (nel senso che è possibile modulare meglio il rapporto costo/qualità) o più comoda dato che è assai probabile che l'archivio del fotografo sia già stato digitalizzato (vedi le stampe messe in vendita da magnum). Potrebbe anche essere per semplice ignoranza del curatore (non sono tecnici e possono dare per scontato che oramai la stampa analogica non c'è più), oppure per motivi di logistica e tempistiche, oggi come oggi trovare un laboratorio che dia garanzia di qualità e faccia una stampa a mano all'ingranditore con uno stampatore dedicato è una bella sfida e non è detto che i tempi di realizzazione siano compatibili con le date della mostra.
Potrebbe esserci anche un motivo di badget, il costo vivo dei materiali di una mostra può essere non trascurabile.
Per fortuna la diffusione dell'analogico spinge molti visitatori a chiedere che il tipo di stampa venga specificato, e questo è un bene perché sensibilizza i curatori a specificarlo (e da questo punto di vista la situazione negli ultimi 10 anni è migliorata tantissimo) e non mi dispiace neanche che l'interesse per il tipo di supporto sia anche un piccolo smacco per quelli che dicono che la tecnica non conta ma conta solo l'emozione e il "linguaggio". Poi mi è capitato di vedere ottime stampe digitali e pessime stampe analogiche, quello dipende dalla serietà e dall'avidità degli organizzatori.

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