È morto Oliviero Toscani

Scelte tecniche, stilistiche ed espressive dei maestri della fotografia, analisi delle loro opere e del contesto in cui operavano.

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Valerio Ricciardi
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È morto Oliviero Toscani

Messaggio da Valerio Ricciardi »

Personalità poliedrica e molto colta, veramente importante sul piano della storia della comunicazione attraverso l'immagine - al di là della universalmente riconosciuta creatività con cui declinava, nel dettaglio, il suo lavoro di fotografo pubblicitario.
Non so se i proprietari del brand - cui tutti noi istintivamente lo associamo - hanno veramente interiorizzato sino in fondo quanto, della fama internazionale del brand stesso, è dipeso dal suo originalissimo lavoro.

Aveva una solida formazione soprattutto sui criteri di composizione dell'immagine (diploma in Fotografia all'Università delle Arti di Zurigo, un vero M.I.T. delle arti visive), riconoscibile nell'analisi delle sue foto, in cui sceglieva e seguiva, senza dipenderne, canoni e criteri compositivi assolutamente classici - che però sapeva bene e consapevolmente anche quando era il caso di forzare a fini espressivi.
E' stato influenzato dal movimento della Bauhaus (cosa evidentissima nel rigore delle sue calibrate simmetrie), e da professori di grandissimo calibro come Jonathan Itten *, che seppe superare la prima "ruota" e lo schema di base della sintesi sottrattiva ed additiva dei colori trasformando gli accostamenti cromatici in una vera scienza ad uso degli artisti, che ha permesso una analisi globale della visione e della scelta degli accostamenti cromatici, portandola a un livello più evoluto e profondo.

Non sfoggiava una tecnica di ripresa o di elaborazione particolarmente raffinata, al di là di ottime "normali" competenze tecniche da professionista, perché lui era concentrato su cosa voleva trasmettere e come farlo, e gli interessava esplorare e spostare in avanti i confini della capacità comunicativa dell'immagine, più che quelli degli effetti visivi più sofisticati e originali o di una ricerca estetica assoluta.
In alcuni casi ha utilizzato criteri squisitamente fotogiornalistici di inquadratura e taglio dell'immagine, non affini a quelli della fotografia di moda e di prodotto come ci si sarebbe potuto legittimamente aspettare.

Disse “Chi cerca idee non ne ha. L’artista non cerca idee, fa quello che è capace rispetto a un problema che si trova di fronte”.
I "coccodrilli", purtroppo, erano pronti da tempo stante la gravità e la prospettiva della malattia che lo aveva colpito; stanno uscendo su ogni testata ed ogni sito, non serve davvero riportare qui foto o narrazioni.

* consiglio con grande convinzione a tutti di leggere di Jonathan Itten almeno l'edizione ridotta, curata dall'autore anche con l'aiuto della moglie, de L'Arte del Colore (originariamente del 1961) che è - molto al di là delle applicazioni nella fotografia - di importanza a mio contestabile avviso paragonabile alla "trilogia" di Ansel Adams. La trovate in cartaceo anche su Amazon a partire da una ventina di euro; poco più di una decina per la versione in kindle.


"Nel visco, in cui s'avvenne / quell'augellin talora, / lascia le penne ancora, / ma torna in libertà:
poi le perdute penne / in pochi dì rinnova, / cauto divien per prova / né più tradir si fa"
. Pietro Metastasio (da La Libertà)

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Valerio Ricciardi
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Re: È morto Oliviero Toscani

Messaggio da Valerio Ricciardi »

Una, foto, un po' differente dalle tante che si stanno vedendo oggi fatte per United Colors of Benetton volevo ricordarla qui:
è quello di un poster del 1971, in effetti un manifesto pubblicitario per affissione diffusa, in formato 70x100 stampato in offset dalle Ind. Tipografiche Moneta di Milano; commissionato se non rammento male per una mostra del tempo. Oggi una copia rimasta non utilizzata, in ottime condizioni vale fra i 350 e i 600 euro.

Toscani aveva solo 29 anni. La tecnica che c'è dietro è in fondo molto schematica: pur esponendo correttamente il fotocolor, viene scelta fra le tante una coppia tempo-diaframma che permetta, durante lo scatto, di muovere verso l'alto o il basso la macchina. Penso (non ne sono sicuro) a mano libera, perché la traccia di movimento non è perfettamente dritta, ma descrive un accenno di arco con concavità a destra. Probabilmente provandone molti per scegliere quello venuto meglio, guardando la pellicola col lentino nel "plasticone" in strisce, dopo.

Il giovane Toscani sfrutta l'abbondanza di linee verticali nell'architettura del Duomo, che puntano al cielo nella poetica di "salita verso lo spirito, l'Assoluto, la purezza, l'ultraterreno etc" comune all'architettura gotica, e crea un legame a fra il monumento simbolo, grande, solenne, normalmente percepito "massiccio, di solida pietra, ben piazzato" al centro di Milano, e la vita frenetica della città. Le figure umane, vestite in colori vivaci, che si intuiscono al centro sembrano muoversi (dunque in orizzontale) malgrado il "mosso" sia nell'altro senso...
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1 - Toscani 1971.jpg
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Toscani non concepisce dal nulla quest'idea creativa; non copia ma ha saputo assimilare quel che ha studiato a Zurigo...
L'uso a fini espressivi ben calcolati del mosso, o della scomposizione dell'immagine per suggerire il movimento esplode davvero col Movimento Futurista italiano, e a parte le più ovvie immagini o dipinti di treni ed automobili riprese in movimento di 3/4, di cui solo il frontale appare relativamente più nitido ed il resto sfuma nelle strie del movimento... se vi mettete una mano in tasca e prendete una moneta da 20 cent, guardandola con un lentino vedete la riproduzione di un bronzo del 1913 di Umberto Boccioni: “Forme uniche nella continuità dello spazio” (1913). E' nella collezione Mattioli, sempre a Milano. La scultura, conservata nella collezione Mattioli di Milano, rappresenta un uomo in movimento. In movimento, non "congelato" nell'istante scelto, e nel quale possiamo desumere che si muove dalla posizione del corpo, degli arti, dallo sbilanciamento del baricentro che percepiamo nella figura.
Hanno parlato di “sintesi dinamica”: Boccioni tentò, con successo, di rappresentare il movimento colto nella sua essenzialità, la velocità, che interessa sia l’oggetto stesso che si muove, sia lo spazio in cui si muove. Per questo l'idea di "forma unica", una forma unitaria del corpo, che si muove in una direzione e dello spazio che essa attraversa, spazio che sembra muoversi in senso opposto. Non è tanto il passo proteso in avanti a sottolineare il movimento del corpo, ma il gioco di pieni e vuoti, luci e ombre che fa vibrare la figura, sembra quasi di vedere le pieghe di un abito un po' grande che si stanno muovendo per il vento generato dal moto
1 - Boccioni bronzo 1913.JPG
E se andiamo a vedere "La città che sale", del 1910, oltre al movimento sublimato nella scomposizione dell'immagine del cavallo, "aiutato" in uno sforzo titanico da tre figure molto inclinate per guidare l'occhio nella direzione dello sforzo... mentre l'animale s'inarca nel tentativo di trascinare qualcosa di molto pesante, vediamo sullo sfondo anche tanti elementi verticali, a suggerire che il lavoro frenetico di tanta gente che si dà da fare in modo intenso e veloce "a livello del suolo", senza aver mai tempo da perdere (come a Milano...) porta avanti i cantieri che costruiscono grattacieli, verso l'alto, simbolo di progresso - la modernità come rinnovamento e rivoluzione delle macchine, opposta al culto della classicità immutabile e definita (ricordate "...uccidiamo il chiaro di Luna!" ?) mentre le bandiere sventolano e un altro uomo trattiene con un gesto molto dinamico e "sforzato" il suo cavallo per evitare lo scontro col primo che gli taglia la strada...
un po' come il Duomo di Toscani che sembra continuare a crescere, a innalzarsi ancora, propulso dall'attività diuturna sotto di lui
1 - Boccioni 1910.jpg
Dopo il Futurismo, fra gli altri in particolare Erns Haas, per molti anni anche presidente della Magnum oltre che reporter di Life, fece presto, col colore del Kodachrome, studi sul movimento della vita nelle città espresso attraverso il mosso come la lunga celebrata serie New York in Colour degli anni '52-'62; o le celebri foto alle corride di Pamplona... o La Creazione, forse il più bel fotolibro che sia mai stato pubblicato...
d'altra parte, il suo approccio alla cultura delle immagini era quello di un artista, dato che i suoi studi giovanili non avevano riguardato la fotografia (cui si avvicinò, diciannovenne, nel 1940) bensì la storia dell’arte, la letteratura e la filosofia... ma andremmo a finire troppo OT.
1 - Haas New York.jpg
1 - Haas Pamplona '56.jpg
ErnstHaas - Free spirits.jpg
*edit 15.9.25: riletto per caso, ho corretto un refuso che mi era sfuggito.
Ultima modifica di Valerio Ricciardi il 15/09/2025, 10:22, modificato 1 volta in totale.
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Re: È morto Oliviero Toscani

Messaggio da angelodelnegro »

molto interessante, grazie

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Valerio Ricciardi
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Re: È morto Oliviero Toscani

Messaggio da Valerio Ricciardi »

Grazie a te, per aver speso del tuo tempo per leggerlo.
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