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Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 02/09/2024, 11:00
da Elmar Lang
Salve,

sul sito tecnico-culturale del noto negozio milanese, è stato pubblicato per ora nella prima parte, un interessante articolo dedicato al noto supergrandangolo 20mm. f:5,6.

Mi dispiace per certe inesattezze nella trascrizione dei nomi russi e dei toponimi, ma la sostanza dello studio è a mio parere del massimo interesse e di piacevole lettura.

https://www.nocsensei.com/camera/tecnic ... ima-parte/

Buon inizio di settembre,

Enzo (E.L.)

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 05/09/2024, 9:04
da -Sandro-
Gli articoli di Marco, che conosco molto bene essendo stato a casa sua almeno un paio di volte, dovrebbero essere letti con una avvertenza di fondo: cum grano salis. Si tratta cioè di digressioni di natura tecnica sull'evoluzione degli studi ottici nel corso degli anni.
Invece spesso sortiscono un effetto nefasto: creano bisogni. Il bisogno di angoli di campo sempre più ampi, e di luminosità sempre maggiore.
Entrambe le cose generano mostri. Le fughe prospettiche di obiettivi ortoscopici rettilineari di cortissima focale sono intollerabili, i soggetti catapultati all'infinito e rimpiccioliti senza costrutto. Gli obiettivi superluminosi poi sono una vera e potente presa per i fondelli, già con un f/2.8 non è possibile avere il fuoco perfetto a tutta apertura per via della trasfocazione, figurarsi poi con aperture maggiori.
Oppure innescano guerre di religione di vario tipo (come planar vs. xenotar, o planar 5/6/7 lenti uno contro l'altro, tutte corbellerie immense, e lo dico perché ho fatto prove serie e non ho mai trovato differenze di sorta, se non negli inutili MTF). Cosa diavolo può importare il comportamento della calotta sagittale o lo sferocromatismo per l'efficiacia visiva di una foto?
Eppure lo vediamo tutti i giorni, gente che spende fortune per accaparrarsi paccottiglie come il russar, oppure il finto biogon e poi snocciola fotogrammi che fanno veramente pena.

Quindi si, possono essere interessanti a livello accademico, ma credo che sarebbe meglio studiare ben altre materie per riuscire a produrre fotografie di pregio.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 05/09/2024, 15:32
da Elmar Lang
E' pur vero che in dieci anni si possa cambiare idea, però...
Non mi esprimo sulla questione commerciale perché concordo pienamente con fotoloco, voglio solo segnalare, da estimatore di ottiche russe (ho diversi jupiter 8,11,12 ed anche l'orion-15), questo articolo dell'amico Marco Cavina sui grandangolari russi per telemetro.

http://www.marcocavina.com/articoli_fot ... M/00_p.htm

Mi piacerebbe avere un russar, ma i prezzi sono schizzati a livelli che sinceramente non hanno senso per un obiettivo del genere, inoltre la focale di 20mm è già un non-senso di per sé, a maggior ragione se ci butti sopra troppi soldi. Mi faccio bastare l'orion-15.
post82966.html#p82966
Le fughe prospettiche di obiettivi ortoscopici rettilineari di cortissima focale sono intollerabili, i soggetti catapultati all'infinito e rimpiccioliti senza costrutto.
Peraltro, non getterei nemmeno la croce addosso allo Hologon, montato sulla Zeiss Ikon "Ultrawide"...

Il resto, credo sia gusto personale o necessità di ottiche speciali per eseguire riprese ove una determinata focale si riveli utile, o addirittura indispensabile.

Quanto ai "superluminosi" magari eviterei il Carl Zeiss "Super-Q Gigantar" 40 mm f:0,33...

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 08/09/2024, 23:50
da antonio montanari
A chi può interessare montando il Russar MR-2 sulla Voigtländer Bessa-L si perde la possibilità di utilizzare l'esposimetro della macchina. La montatura dell'obbiettivo entra fino quasi a toccare le tendine e di conseguenza copre la fotocellula. Ovviamente questo non succede con gli obbiettivi Super Wide Heliar 15 mm f:4,5 e Hultra Wide Heliar 12 mm f:5,6. Saluti.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 09/09/2024, 8:37
da Elmar Lang
antonio montanari ha scritto:
08/09/2024, 23:50
A chi può interessare montando il Russar MR-2 sulla Voigtländer Bessa-L si perde la possibilità di utilizzare l'esposimetro della macchina. La montatura dell'obbiettivo entra fino quasi a toccare le tendine e di conseguenza copre la fotocellula. Ovviamente questo non succede con gli obbiettivi Super Wide Heliar 15 mm f:4,5 e Hultra Wide Heliar 12 mm f:5,6. Saluti.
Certo, perché i due grandangoli "Voigtländer" calcolati per le telemetro Bessa, sono del tipo retrofocus, contrariamente al Russar che, come i Zeiss Jena Biogon 35/2,8 (anteguerra) unitamente alla sua evoluzione sviluppata in URSS, lo Jupiter 12, nonché il 21/4,5 per Contax a telemetro, hanno il gruppo ottico che sporge fin quasi al piano della tendina.

Il fatto che l'esposimetro interno alla macchina non funzioni, credo non sia un problema, visto che -a quanto leggo in queste pagine- praticamente tutti, sono dotati di efficienti e precisi esposimetri a mano

Chi avesse modo di poter esaminare dal vivo una Zeiss Ikon "Ultrawide", dotata dello Hologon 15mm. f:8 (unico valore di diaframma disponibile), potrà notare che la lente posteriore è a forse 2-3 millimetri dalla tendina dell'otturatore.
Certo, per poter dare il meglio di sé, quest'obbiettivo era dotato di un apposito "Verlauffilter" grigio digradante, per compensare la caduta di luce ai bordi (un po' come la stellina rotante azionata ad aria del leggendario Goerz Hypergon doppel-Anastigmat). Questo Hologon, fornisce immagini pressoché perfette e prive di deformazioni. Da prove fatte qualche anno fa, potrei aggiungere che anche senza lo speciale filtro -tanto l'originale, quanto il raro compatibile Heliopan-, i risultati sono ottimi, anche considerando che il filtro fa perdere ben più di un diaframma.

A presto,

Enzo (E.L.)

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 10/09/2024, 8:09
da graic
Non credo che i Voigtlander abbiano un progetto retro-focus, infatti ne esiste anche la versione per Nikon F ma può essere utilizzata con lo specchio alzato e il mirino aggiuntivo. Peraltro lo schema ottico che ho visto, ma di cui non ho il link non presenta il grande elemento negativo anteriore necessario per ogni progetto retrofocus. Si tratta solo di un progetto più moderno che utilizza nuovi tipi di vetro e elementi asferici che consentono una struttura meno "profonda" dei classici progetti simmetrici. Non si tratta di progetti "migliori" ma solo di utilizzare le più moderne tecnologie e strumenti di calcolo disponibili attualmente senza nulla togliere alla importanza dei grandi progettisti (ovviamente compresi quelli sovietici) della prima metà del secolo scorso e del loro contributo all'avanzamento dell'ottica.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 10/09/2024, 13:43
da Elmar Lang
Salve Gianni,

grazie per il chiarimento.

In effetti, pensavo che i "Voigtländer" per Bessa a telemetro, fossero progettati secondo lo schema retrofocus. Buono a sapersi che siano stati studiati e calcolati appositamente per apparecchi che non hanno l'"incomodo" dello specchio reflex.

Sicuramente, nuovi vetri, calcoli effettuati grazie a strumentazioni più moderne hanno portato a grandi cose, appunto senza nulla togliere ai grandi progettisti del passato -compresi i sovietici- le cui realizzazioni ancor oggi sono in grado di dare soddisfazioni.

A presto,

Enzo

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 17/10/2024, 16:17
da Elmar Lang
Salve,

riprendo questa discussione, perché ho trovato interessanti le osservazioni di Sandro.

Credo che gli articoli di Marco Cavina siano degli studi tecnici e storici, interessanti per i dati e la documentazione fornita a supporto di quanto afferma, unitamente alle esperienze da lui effettuate utilizzando le varie ottiche nella pratica e non solo teoricamente.

Che poi, i suoi studi "creino bisogni", è cosa soggettiva e non per questo da condannare a priori, o che debba richiedere un "disclaimer" come "ATTENZIONE: NUOCE FORTEMENTE AL PORTAFOGLIO DEI FOTOGRAFI SUGGESTIONABILI!"...

Ed oltre al "mostro" di creare bisogni, leggo anche del bicefalo "arcimostro" dell'angolo di campo sempre più ampio e della luminosità sempre maggiore.

A me pare -basandomi sulle mie esperienze pratiche di fotoamatore un po' evoluto- che tanto un 20 mm. rettilineare quale il Russar, quanto un 20 mm. "retrofocus" quale ad esempio il Flektogon di pari focale, rendano su pellicola lo stesso angolo di campo con un'immagine sostanzialmente uguale, ove il rettilineare non esaspera prospettiva o soggetto, a differenza del retrofocus. In parole semplici, si tratta di due differenti schemi ottici, per ottenere lo stesso risultato.

Ed in un 20 mm. non ci vedrei questo babau ottico e visivo: esso si rivela utilissimo, ove esso sia necessario, tanto nell'uso generalmente pratico, quanto in quello creativo.

Che poi un'immagine ripresa con un supergrandangolare (varrebbe la pena godersi il 15/8 Hologon della "Superwide" di Zeiss Ikon...) renda immagini, con, cito
soggetti catapultati all'infinito e rimpiccioliti senza costrutto
è un giudizio che generalizza, oltre ad essere cosa del tutto soggettiva ed opinabile.

Circa le ottiche "ultraluminose", apprezzo le ricerche fatte da Sandro sulla trasfocazione e che in parte mi trovo a volentieri condividere, ma di ciò non ne farei un altro babau, ché anche in questo caso, tutto dipende dalle circostanze nelle quali tali ottiche si usino.

Personalmente, non andrei a fare il giro delle tre Cime di Lavaredo con la mia Contax dotata del Sonnar 50/1,5 (o lo Jupiter-3) . Vi monterei piuttosto il Sonnar 50/2 o il Tessar 50/2,8. Diversamente, il Sonnar 50/1,5 mi si rivelò utilissimo anni fa, per realizzare delle foto di scena in un teatro ove lavoravo nel '95. Le foto furono tutte scattate a piena apertura.

Le foto che fanno veramente pena, si possono fare con qualunque ottica, di qualunque costo e di qualunque focale ed apertura relativa.

Usare una o un'altra ottica, comprese quelle "estreme" per focale o luminosità, credo debba restare scelta personale del fotografo, che penso abbia appunto il diritto di scegliere, in base a necessità e/o creatività, ciò che più gli aggrada.

Che poi il 20mm. Russar sia "paccottiglia", assieme allo Jupiter-12 (che non è un "finto Biogon"), è anche questo un parere del tutto soggettivo e certo opinabile benché sostenuto da un, cito,
estimatore di ottiche russe

cui, ri-cito,
piacerebbe avere un Russar
A presto,

E.L.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 17/10/2024, 20:03
da -Sandro-
E c'era davvero bisogno di riscaldare questo pessimo minestrone?

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 31/10/2024, 17:43
da Elmar Lang
Salve ancora,

io mi sono limitato a citare un interessante contributo tecnico e storico di Marco Cavina, che è stato seguito da purtroppo prevedibili contumelie.

Circa il "pessimo minestrone", non lo ho riscaldato, ma ho ritenuto utile citarne certi... ingredienti.

Mit freundlichen Grüßen,

Enzo (E.L.)

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 31/10/2024, 20:41
da gergio
-Sandro- ha scritto:
05/09/2024, 9:04
..., già con un f/2.8 non è possibile avere il fuoco perfetto a tutta apertura per via della trasfocazione, figurarsi poi
Ciao @-Sandro- , dove posso trovare maggiori informazioni e dettagli sulla trasfocazione?
Vorrei capire di cosa si tratta e da cosa viene a dipendere la perdita di nitidezza.
Grazie, Gerardo

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 01/11/2024, 10:21
da -Sandro-
Non esiste una letteratura italiana di riferimento. Lo stesso Jenkins-White al capitolo 3 non ne parla. Così tempo fa contattai il Professor Giuseppe Massone di Torino, ex presidente INAF, noto microscopista e studioso di ottica ad alto livello e gli posi la domanda.
La sua risposta fu la seguente:


Per obiettivi di grande apertura, e’ piu’corretto parlare di “sferocromatismo”, dal momento che i residui di aberrazione cromatica e di aberrazione sferica zonali, che sono diversi per i vari colori, si combinano in modo piu’ complicato, come mostra questa figura:
sferocromatismo.jpg
sferocromatismo.jpg (19.78 KiB) Visto 990 volte
La risposta e' difficile perche' i fattori in gioco sono piu' numerosi.
Intanto devo confessare che non avevo mai trovato il termine "trasfocazione" nelle mie letture, che pero' sono in genere in questa materia su testi di lingua inglese (a volte francese o tedesco)
perche' in italiano non abbiamo molto. Direi che si potrebbe rendere il concetto come "variazione della distanza focale al variare del diaframma" cioe' dell'apertura relativa del sistema ottico.
In questo caso entrano in gioco i residui di tutte le aberrazioni, assiali ed extra-assiali, il cui stato di correzione non e' mai completo (o quasi mai) negli obiettivi fotografici e dipende molto
dal disegno ottico, dal costruttore, ecc... e questo stato di correzione dipende molto dall'apertura del diaframma e quindi modificando questo una variazione del "miglior fuoco" e' sicuramente da aspettarsi. Per quantificarla pero' occorrerebbe avere il disegno ottico completo di ciascun obiettivo.


La trasfocazione può essere misurata con un autocollimatore di fascia alta (come il mio Gokosha LT-500) e tanto mi basta, perché ho capito che per quantificarla ci si deve addentrare in un settore dove le informazioni mancanti sullo schema ottico non permettono di proseguire.
Puoi comunque contattarlo, trovi i suoi recapiti sul web, è una persona squisita e straordinariamente disponibile, mi procurò addirittura i vetrini alluminati microforati per l'analisi delle aberrazioni sugli obiettivi da microscopia.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 03/11/2024, 1:45
da DavideLP
@-Sandro- ho una domanda: perchè affermi che un obiettivo luminoso non sia collimabile a tutta apertura a causa della transfocazione?
Da quel che mi è parso di capire ho inteso che per gli obiettivi luminosi non si riesca ad ottenere un fuoco perfetto a tutta apertura a causa dell'aberrazione sferica che causa un circolo di confusione ampio, e quindi anche dopo una corretta collimazione, che si riesce comunque ad ottenere, e che permette di avere sul piano di fuoco il minimo circolo di confusione possibile, la lente restituirà una bassa risolvenza.
Se l'obiettivo, per assurdo, non avesse diaframma non potrebbe fisicamente andare incontro a transfocazione, ma comunque il problema appena esposto rimane.
E la collimazione di un obiettivo molto luminoso fatta a diaframmi chiusi (f/5.6?) restituisce una resa visibilmente peggiore di un obiettivo gemello, con apertura massima minore?

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 03/11/2024, 6:45
da graic
DavideLP ha scritto:
03/11/2024, 1:45
@-Sandro- ho una domanda: perchè affermi che un obiettivo luminoso non sia collimabile a tutta apertura a causa della transfocazione?
Da quel che ho capito dai discorsi di @-Sandro- il problema non è questo, ma è che una volta collimato con una certa apertura risultano non perfettamente a fuoco i fotogrammi presi con altre aperture. Facciamo l'esempio di una reflex che, ovviamente, viene messa a fuoco a T.A., nel momento in cui il diaframma automatico si chiude per lo scatto si perde la precisione di messa a fuoco, non è che con una telemetro la situazione cambi perchè anche il tememetro deve essere tarato per riferimento preciso che corrisponderà ad un solo valore del diaframma.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 03/11/2024, 8:51
da DavideLP
@graic Sì esatto, ho capito anche io così. Ma allora è più corretto dire che con un obiettivo che soffre di transfocazione è necessario decidere se ottimizzare il suo comportamento a diaframmi chiusi o aperti, e che in tal caso si sacrifica notevolmente la resa a diaframmi aperti o chiusi rispettivamente. Ma sapendo ció uno fa le sue valutazioni e utilizza correttamente un obiettivo.

P.S.
Nel caso si utilizzasse una SLR l’allontanamento del piano di fuoco per la transfocazione è compensabile mettendo a fuoco ad una distanza minore di quella effettiva, che è sempre possibile a parte alla distanza minima di messa a fuoco. Anche se forse a infinito risulterebbe difficile in pratica

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 03/11/2024, 10:08
da -Sandro-
La spiegazione è semplice: la regolazione del diaframma comporta una variazione della lunghezza focale dell'obiettivo.

La collimazione è un'operazione tramite la quale si sposta il piano di fuoco dell'obiettivo, tramite registri o spessori, mentre si guarda dentro lo strumento un reticolo oppure una figura di riferimento (esistono molte varianti) che indica l'avvenuta messa a fuoco.
Bisogna scegliere un diaframma di riferimento, e solitamente si sceglie il diaframma intermedio dell'escursione (solitamente 5.6 oppure 8) perché in questo modo si dimezza il difetto di trasfocazione.

Faccio un esempio.

Nel caso delle Rolleiflex il planar 2.8 soffre di 19 centesimi di millimetro di trasfocazione, mentre il planar 3.5 ne soffre per 9 centesimi.
Collimando a diaframma intermedio sul planar 2.8 a tutta apertura avrò una trasfocazione di 9.5 centesimi, mentre per il planar 3.5 l'errore sarà di 4.5 centesimi.
Una pellicola fotografica è spessa mediamente 10 centesimi di millimetro di cui circa metà, cioè circa 5 centesimi è lo spessore dell'emulsione fotografica.
L'apparecchio fotografico deve produrre il piano di fuoco idealmente sulla superficie dell'emulsione, ma può sconfinare al suo interno per circa 3-5 centesimi che solitamente è la tolleranza di fuoco ammessa dai costruttori.
Ora se un planar 2.8 a tutta apertura trasfuoca di quasi 10 centesimi, significa che l'immagine è prodotta DIETRO l'emulsione, quasi sulla superficie posteriore del supporto. E questo comporta una perdita di nitidezza, il che spiega perché gli obiettivi ad ampia apertura siano del tutto inutili. Li si compra per usarli a tutta apertura, ma a tutta apertura non saranno mai perfettamente nitidi. Chiudendo invece il diaframma la trasfocazione viene parzialmente compensata dall'aumento di profondità di campo.
Esistono obiettivi stupidi, come ad esempio il Noctilux, oppure il Canon f/0.95 (che ho avuto). Stupidi perché potranno essere nitidi soltanto al diaframma su cui sono stati tarati. Tutti gli altri non lo saranno, anche pesantemente. Non potendo avere una definizione matematica (che secondo il Prof.Massone è molto complessa) non posso dire come vari la trasfocazione con l'apertura massima, ma non è affatto lineare (restando nell'esempio tra 2.8 e 3.5 c'è mezzo diaframma ma la trasfocazione raddoppia, ed è enormemente maggiore per obiettivi 1.4 o 1.2).
Ho avuto dei clienti che mi hanno espressamente chiesto di collimare le rolleiflex 2,8 esclusivamente a tutta apertura perché le usano per ritratti ed almeno un piano nitido serve. Con l'avvertenza però, che tutti gli altri diaframmi daranno luogo a perdita di nitidezza.
E' un caso forse che gli obiettivi Hasselblad, planar a parte, siano tutti massimo f/4, ma anche 5.6 oppure 8? No, non lo è affatto, è stata una scelta ben precisa per garantire la qualità assoluta dell'intero sistema fotografico.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 03/11/2024, 10:21
da -Sandro-
DavideLP ha scritto:
03/11/2024, 8:51
P.S.
Nel caso si utilizzasse una SLR l’allontanamento del piano di fuoco per la transfocazione è compensabile mettendo a fuoco ad una distanza minore di quella effettiva, che è sempre possibile a parte alla distanza minima di messa a fuoco. Anche se forse a infinito risulterebbe difficile in pratica
Eh, no, l'occhio umano ha una risoluzione di un decimo di millimetro, ad occhio non potrai mai apprezzare errori centesimali, ma ingrandendo i negativi si nota.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 03/11/2024, 11:29
da DavideLP
Ok, tutto chiaro. Grazie!

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 04/11/2024, 18:46
da Elmar Lang
Persisto nell'OT (l'argomento è il grandangolo Russar), rilevando quindi con sorpresa che Carl Zeiss (Jena prima ed Oberkochen poi), col suo Sonnar 50/1,5 avrebbe preso un enorme granchio, dove un paio di generazioni di fotografi professionisti (e di ricchi fotoamatori), non si sono accorti di aver scattato le loro foto (tutte sfuocate) con un "vetro" inutile ed inutilmente costoso.

Sorprende che Zeiss, ed aggiungiamoci Leitz, Nikon ed altri, abbiano realizzato dei progetti (gli obbiettivi ultraluminosi), all'atto pratico, inutili ed inusabili...

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 04/11/2024, 19:00
da DavideLP
Elmar Lang ha scritto:
04/11/2024, 18:46
Persisto nell'OT (l'argomento è il grandangolo Russar), rilevando quindi con sorpresa che Carl Zeiss (Jena prima ed Oberkochen poi), col suo Sonnar 50/1,5 avrebbe preso un enorme granchio, dove un paio di generazioni di fotografi professionisti (e di ricchi fotoamatori), non si sono accorti di aver scattato le loro foto (tutte sfuocate) con un "vetro" inutile ed inutilmente costoso.

Sorprende che Zeiss, ed aggiungiamoci Leitz, Nikon ed altri, abbiano realizzato dei progetti (gli obbiettivi ultraluminosi), all'atto pratico, inutili ed inusabili...
Non è quello che si è detto. L'effetto delle grandi aperture sul Circolo di Confusione sul problema della trasfocazione è un fenomeno fisico misurabile, non è un'opinione. Sapere ti permette di scegliere.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 04/11/2024, 19:48
da Elmar Lang
Gli obiettivi superluminosi poi sono una vera e potente presa per i fondelli, già con un f/2.8 non è possibile avere il fuoco perfetto a tutta apertura per via della trasfocazione, figurarsi poi con aperture maggiori.
Beh, questo non lo dico io, che sono l'ultimo arrivato.

Leggo anche -e prendo quindi per buono- che il Canon f:0,95 sarebbe fotograficamente "inusabile".

Se ne trarrebbe quindi la conclusione che ottiche le quali han fatto (sulla carta solamente, a quanto pare) la storia della fotografia, quali lo Zeiss 50/1,5, siano unicamente, cito, una vera e potente presa per i fondelli.

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 04/11/2024, 20:47
da -Sandro-
L'ottica è basata su principi matematici e fisici, e descrive complessi fenomeni misurabili e ripetibili. E' la scienza.
La pubblicità invece è basata sulla speranza, quella di colmare le proprie lacune, dovute poi ad ignoranza dei suddetti principi, con un prodotto "migliore", "superiore", "più moderno", "automatico", ed oggi, che pensa anche da sé.
La pubblicità poi produce anche effetti collaterali come cameratismo, fedeltà al marchio, negazione dell'evidenza tramite frasi fatte, spesso contenute negli splendidi opuscoli illustrativi dei mirabolanti prodotti da vendere. Poi c'è il collezionismo, ma questo è un altro discorso perché ti spinge a comprare cose inutili per la brama del possesso. E' così evidente che è davvero superfluo sottolinearlo. Ovvio che ogni opinione è lecita, però poi ti trovi il negativo sfuocato dopo aver speso 10 cocuzze per un noctilux, o vignettature pesanti perché hai comprato la pallina grandangolare russa(r), (a suo tempo mi bastò e avanzò l'orion-20, paccottiglia che insieme allo 0.95 rivendetti senza rimpianti) ma questo, come faccio a non capirlo, deriva sicuramente dal fatto che questa roba ha un suo "carattere", una vera e propria "anima".
Se è lapalissiano che esistono settori dove la ricerca si è sicuramente giovata delle ricerche fatte per aumentare luminosità ed angolo di campo per gli obiettivi, è anche vero che per la STRAGRANDE maggioranza degli appassionati si tratta di caratteristiche inutili, anche perché accompagnate dai problemi collaterali già descritti. Sembra poi che cambiare idea nel corso degli anni sia un reato.
Sic transit gloria mundi!

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 18/11/2024, 14:24
da Elmar Lang
Salve,

dalla mia citazione del link alla prima parte dello studio di Marco Cavina sulla storia ed evoluzione del grandangolo Russar MR-2 2/5,6, è intercorsa una serrata discussione.

Per aggiornare, vorrei aggiungere che la seconda parte dello studio è a questo link: https://www.nocsensei.com/camera/tecnic ... nda-parte/

A presto,

Enzo

Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia

Inviato: 02/12/2024, 5:03
da Valerio Ricciardi
-Sandro- ha scritto:
04/11/2024, 20:47
L'ottica è basata su principi matematici e fisici, e descrive complessi fenomeni misurabili e ripetibili. E' la scienza. (...) però poi ti trovi il negativo sfuocato dopo aver speso 10 cocuzze per un noctilux (...) la ricerca si è sicuramente giovata delle ricerche fatte per aumentare luminosità ed angolo di campo per gli obiettivi, è anche vero che per la STRAGRANDE maggioranza degli appassionati si tratta di caratteristiche inutili, anche perché accompagnate dai problemi collaterali già descritti.
Già decidere il punto di fuoco esatto nel campo di una immagine fotografica che abbia una sua tridimensionalità con un 50 o 35/1,4 con una reflex colle distanze piano bocchettone - piano pellicola e piano vetrino messa a fuoco può richiedere un certo occhio; e poi comunque un paio di stop li chiudi per avere uno straccio di PdC, e migliorare la resa.
Figurati con una telemetro ...con telemetri che hanno basi di visione da 3,5 cm scarsi a, quando va bene, cinque e mezzo maaassimo sei (se pure). Collegati all'obiettivo con una camma che può usurarsi un minimo col tempo, avere il foro per il perno attorno al quale ruota che si ovalizza... ma che si pretende dalla meccanica di un prodotto industriale, per buono che sia?
L'1,2 è una ricerca di gratificazione personale, come comprare gli stessi sci in Kevlar/carbonio di Ingemar Stenmark e poi scendere a spazzaneve... Poi ammettiamo di aver frustato con ferocia un povero riparatore dotato di strumenti degni del CERN di Ginevra perché, per paura di altre torture, tarasse con precisione molto più che maniacale il suddetto telemetro in modo che alle distanze più critiche fra 1 e 3 m raggiungesse una precisione adeguata senza reflex. Che ci fai poi con uno scatto a 1,2? Già se fai un ritratto con un 85 a un metro e trenta... a 1,4 se non è PERFETTAMENTE frontale (sai che noia, una foto segnaletica) una pupilla del soggetto è a fuoco e una no...