Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
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Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
Salve,
sul sito tecnico-culturale del noto negozio milanese, è stato pubblicato per ora nella prima parte, un interessante articolo dedicato al noto supergrandangolo 20mm. f:5,6.
Mi dispiace per certe inesattezze nella trascrizione dei nomi russi e dei toponimi, ma la sostanza dello studio è a mio parere del massimo interesse e di piacevole lettura.
https://www.nocsensei.com/camera/tecnic ... ima-parte/
Buon inizio di settembre,
Enzo (E.L.)
sul sito tecnico-culturale del noto negozio milanese, è stato pubblicato per ora nella prima parte, un interessante articolo dedicato al noto supergrandangolo 20mm. f:5,6.
Mi dispiace per certe inesattezze nella trascrizione dei nomi russi e dei toponimi, ma la sostanza dello studio è a mio parere del massimo interesse e di piacevole lettura.
https://www.nocsensei.com/camera/tecnic ... ima-parte/
Buon inizio di settembre,
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"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
(Erwin Rommel)
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
Gli articoli di Marco, che conosco molto bene essendo stato a casa sua almeno un paio di volte, dovrebbero essere letti con una avvertenza di fondo: cum grano salis. Si tratta cioè di digressioni di natura tecnica sull'evoluzione degli studi ottici nel corso degli anni.
Invece spesso sortiscono un effetto nefasto: creano bisogni. Il bisogno di angoli di campo sempre più ampi, e di luminosità sempre maggiore.
Entrambe le cose generano mostri. Le fughe prospettiche di obiettivi ortoscopici rettilineari di cortissima focale sono intollerabili, i soggetti catapultati all'infinito e rimpiccioliti senza costrutto. Gli obiettivi superluminosi poi sono una vera e potente presa per i fondelli, già con un f/2.8 non è possibile avere il fuoco perfetto a tutta apertura per via della trasfocazione, figurarsi poi con aperture maggiori.
Oppure innescano guerre di religione di vario tipo (come planar vs. xenotar, o planar 5/6/7 lenti uno contro l'altro, tutte corbellerie immense, e lo dico perché ho fatto prove serie e non ho mai trovato differenze di sorta, se non negli inutili MTF). Cosa diavolo può importare il comportamento della calotta sagittale o lo sferocromatismo per l'efficiacia visiva di una foto?
Eppure lo vediamo tutti i giorni, gente che spende fortune per accaparrarsi paccottiglie come il russar, oppure il finto biogon e poi snocciola fotogrammi che fanno veramente pena.
Quindi si, possono essere interessanti a livello accademico, ma credo che sarebbe meglio studiare ben altre materie per riuscire a produrre fotografie di pregio.
Invece spesso sortiscono un effetto nefasto: creano bisogni. Il bisogno di angoli di campo sempre più ampi, e di luminosità sempre maggiore.
Entrambe le cose generano mostri. Le fughe prospettiche di obiettivi ortoscopici rettilineari di cortissima focale sono intollerabili, i soggetti catapultati all'infinito e rimpiccioliti senza costrutto. Gli obiettivi superluminosi poi sono una vera e potente presa per i fondelli, già con un f/2.8 non è possibile avere il fuoco perfetto a tutta apertura per via della trasfocazione, figurarsi poi con aperture maggiori.
Oppure innescano guerre di religione di vario tipo (come planar vs. xenotar, o planar 5/6/7 lenti uno contro l'altro, tutte corbellerie immense, e lo dico perché ho fatto prove serie e non ho mai trovato differenze di sorta, se non negli inutili MTF). Cosa diavolo può importare il comportamento della calotta sagittale o lo sferocromatismo per l'efficiacia visiva di una foto?
Eppure lo vediamo tutti i giorni, gente che spende fortune per accaparrarsi paccottiglie come il russar, oppure il finto biogon e poi snocciola fotogrammi che fanno veramente pena.
Quindi si, possono essere interessanti a livello accademico, ma credo che sarebbe meglio studiare ben altre materie per riuscire a produrre fotografie di pregio.
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
E' pur vero che in dieci anni si possa cambiare idea, però...
Il resto, credo sia gusto personale o necessità di ottiche speciali per eseguire riprese ove una determinata focale si riveli utile, o addirittura indispensabile.
Quanto ai "superluminosi" magari eviterei il Carl Zeiss "Super-Q Gigantar" 40 mm f:0,33...
post82966.html#p82966Non mi esprimo sulla questione commerciale perché concordo pienamente con fotoloco, voglio solo segnalare, da estimatore di ottiche russe (ho diversi jupiter 8,11,12 ed anche l'orion-15), questo articolo dell'amico Marco Cavina sui grandangolari russi per telemetro.
http://www.marcocavina.com/articoli_fot ... M/00_p.htm
Mi piacerebbe avere un russar, ma i prezzi sono schizzati a livelli che sinceramente non hanno senso per un obiettivo del genere, inoltre la focale di 20mm è già un non-senso di per sé, a maggior ragione se ci butti sopra troppi soldi. Mi faccio bastare l'orion-15.
Peraltro, non getterei nemmeno la croce addosso allo Hologon, montato sulla Zeiss Ikon "Ultrawide"...Le fughe prospettiche di obiettivi ortoscopici rettilineari di cortissima focale sono intollerabili, i soggetti catapultati all'infinito e rimpiccioliti senza costrutto.
Il resto, credo sia gusto personale o necessità di ottiche speciali per eseguire riprese ove una determinata focale si riveli utile, o addirittura indispensabile.
Quanto ai "superluminosi" magari eviterei il Carl Zeiss "Super-Q Gigantar" 40 mm f:0,33...
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
A chi può interessare montando il Russar MR-2 sulla Voigtländer Bessa-L si perde la possibilità di utilizzare l'esposimetro della macchina. La montatura dell'obbiettivo entra fino quasi a toccare le tendine e di conseguenza copre la fotocellula. Ovviamente questo non succede con gli obbiettivi Super Wide Heliar 15 mm f:4,5 e Hultra Wide Heliar 12 mm f:5,6. Saluti.
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
Certo, perché i due grandangoli "Voigtländer" calcolati per le telemetro Bessa, sono del tipo retrofocus, contrariamente al Russar che, come i Zeiss Jena Biogon 35/2,8 (anteguerra) unitamente alla sua evoluzione sviluppata in URSS, lo Jupiter 12, nonché il 21/4,5 per Contax a telemetro, hanno il gruppo ottico che sporge fin quasi al piano della tendina.antonio montanari ha scritto: ↑08/09/2024, 23:50A chi può interessare montando il Russar MR-2 sulla Voigtländer Bessa-L si perde la possibilità di utilizzare l'esposimetro della macchina. La montatura dell'obbiettivo entra fino quasi a toccare le tendine e di conseguenza copre la fotocellula. Ovviamente questo non succede con gli obbiettivi Super Wide Heliar 15 mm f:4,5 e Hultra Wide Heliar 12 mm f:5,6. Saluti.
Il fatto che l'esposimetro interno alla macchina non funzioni, credo non sia un problema, visto che -a quanto leggo in queste pagine- praticamente tutti, sono dotati di efficienti e precisi esposimetri a mano
Chi avesse modo di poter esaminare dal vivo una Zeiss Ikon "Ultrawide", dotata dello Hologon 15mm. f:8 (unico valore di diaframma disponibile), potrà notare che la lente posteriore è a forse 2-3 millimetri dalla tendina dell'otturatore.
Certo, per poter dare il meglio di sé, quest'obbiettivo era dotato di un apposito "Verlauffilter" grigio digradante, per compensare la caduta di luce ai bordi (un po' come la stellina rotante azionata ad aria del leggendario Goerz Hypergon doppel-Anastigmat). Questo Hologon, fornisce immagini pressoché perfette e prive di deformazioni. Da prove fatte qualche anno fa, potrei aggiungere che anche senza lo speciale filtro -tanto l'originale, quanto il raro compatibile Heliopan-, i risultati sono ottimi, anche considerando che il filtro fa perdere ben più di un diaframma.
A presto,
Enzo (E.L.)
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
Non credo che i Voigtlander abbiano un progetto retro-focus, infatti ne esiste anche la versione per Nikon F ma può essere utilizzata con lo specchio alzato e il mirino aggiuntivo. Peraltro lo schema ottico che ho visto, ma di cui non ho il link non presenta il grande elemento negativo anteriore necessario per ogni progetto retrofocus. Si tratta solo di un progetto più moderno che utilizza nuovi tipi di vetro e elementi asferici che consentono una struttura meno "profonda" dei classici progetti simmetrici. Non si tratta di progetti "migliori" ma solo di utilizzare le più moderne tecnologie e strumenti di calcolo disponibili attualmente senza nulla togliere alla importanza dei grandi progettisti (ovviamente compresi quelli sovietici) della prima metà del secolo scorso e del loro contributo all'avanzamento dell'ottica.
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Gianni
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
Salve Gianni,
grazie per il chiarimento.
In effetti, pensavo che i "Voigtländer" per Bessa a telemetro, fossero progettati secondo lo schema retrofocus. Buono a sapersi che siano stati studiati e calcolati appositamente per apparecchi che non hanno l'"incomodo" dello specchio reflex.
Sicuramente, nuovi vetri, calcoli effettuati grazie a strumentazioni più moderne hanno portato a grandi cose, appunto senza nulla togliere ai grandi progettisti del passato -compresi i sovietici- le cui realizzazioni ancor oggi sono in grado di dare soddisfazioni.
A presto,
Enzo
grazie per il chiarimento.
In effetti, pensavo che i "Voigtländer" per Bessa a telemetro, fossero progettati secondo lo schema retrofocus. Buono a sapersi che siano stati studiati e calcolati appositamente per apparecchi che non hanno l'"incomodo" dello specchio reflex.
Sicuramente, nuovi vetri, calcoli effettuati grazie a strumentazioni più moderne hanno portato a grandi cose, appunto senza nulla togliere ai grandi progettisti del passato -compresi i sovietici- le cui realizzazioni ancor oggi sono in grado di dare soddisfazioni.
A presto,
Enzo
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
Salve,
riprendo questa discussione, perché ho trovato interessanti le osservazioni di Sandro.
Credo che gli articoli di Marco Cavina siano degli studi tecnici e storici, interessanti per i dati e la documentazione fornita a supporto di quanto afferma, unitamente alle esperienze da lui effettuate utilizzando le varie ottiche nella pratica e non solo teoricamente.
Che poi, i suoi studi "creino bisogni", è cosa soggettiva e non per questo da condannare a priori, o che debba richiedere un "disclaimer" come "ATTENZIONE: NUOCE FORTEMENTE AL PORTAFOGLIO DEI FOTOGRAFI SUGGESTIONABILI!"...
Ed oltre al "mostro" di creare bisogni, leggo anche del bicefalo "arcimostro" dell'angolo di campo sempre più ampio e della luminosità sempre maggiore.
A me pare -basandomi sulle mie esperienze pratiche di fotoamatore un po' evoluto- che tanto un 20 mm. rettilineare quale il Russar, quanto un 20 mm. "retrofocus" quale ad esempio il Flektogon di pari focale, rendano su pellicola lo stesso angolo di campo con un'immagine sostanzialmente uguale, ove il rettilineare non esaspera prospettiva o soggetto, a differenza del retrofocus. In parole semplici, si tratta di due differenti schemi ottici, per ottenere lo stesso risultato.
Ed in un 20 mm. non ci vedrei questo babau ottico e visivo: esso si rivela utilissimo, ove esso sia necessario, tanto nell'uso generalmente pratico, quanto in quello creativo.
Che poi un'immagine ripresa con un supergrandangolare (varrebbe la pena godersi il 15/8 Hologon della "Superwide" di Zeiss Ikon...) renda immagini, con, cito
Circa le ottiche "ultraluminose", apprezzo le ricerche fatte da Sandro sulla trasfocazione e che in parte mi trovo a volentieri condividere, ma di ciò non ne farei un altro babau, ché anche in questo caso, tutto dipende dalle circostanze nelle quali tali ottiche si usino.
Personalmente, non andrei a fare il giro delle tre Cime di Lavaredo con la mia Contax dotata del Sonnar 50/1,5 (o lo Jupiter-3) . Vi monterei piuttosto il Sonnar 50/2 o il Tessar 50/2,8. Diversamente, il Sonnar 50/1,5 mi si rivelò utilissimo anni fa, per realizzare delle foto di scena in un teatro ove lavoravo nel '95. Le foto furono tutte scattate a piena apertura.
Le foto che fanno veramente pena, si possono fare con qualunque ottica, di qualunque costo e di qualunque focale ed apertura relativa.
Usare una o un'altra ottica, comprese quelle "estreme" per focale o luminosità, credo debba restare scelta personale del fotografo, che penso abbia appunto il diritto di scegliere, in base a necessità e/o creatività, ciò che più gli aggrada.
Che poi il 20mm. Russar sia "paccottiglia", assieme allo Jupiter-12 (che non è un "finto Biogon"), è anche questo un parere del tutto soggettivo e certo opinabile benché sostenuto da un, cito,
cui, ri-cito,
E.L.
riprendo questa discussione, perché ho trovato interessanti le osservazioni di Sandro.
Credo che gli articoli di Marco Cavina siano degli studi tecnici e storici, interessanti per i dati e la documentazione fornita a supporto di quanto afferma, unitamente alle esperienze da lui effettuate utilizzando le varie ottiche nella pratica e non solo teoricamente.
Che poi, i suoi studi "creino bisogni", è cosa soggettiva e non per questo da condannare a priori, o che debba richiedere un "disclaimer" come "ATTENZIONE: NUOCE FORTEMENTE AL PORTAFOGLIO DEI FOTOGRAFI SUGGESTIONABILI!"...
Ed oltre al "mostro" di creare bisogni, leggo anche del bicefalo "arcimostro" dell'angolo di campo sempre più ampio e della luminosità sempre maggiore.
A me pare -basandomi sulle mie esperienze pratiche di fotoamatore un po' evoluto- che tanto un 20 mm. rettilineare quale il Russar, quanto un 20 mm. "retrofocus" quale ad esempio il Flektogon di pari focale, rendano su pellicola lo stesso angolo di campo con un'immagine sostanzialmente uguale, ove il rettilineare non esaspera prospettiva o soggetto, a differenza del retrofocus. In parole semplici, si tratta di due differenti schemi ottici, per ottenere lo stesso risultato.
Ed in un 20 mm. non ci vedrei questo babau ottico e visivo: esso si rivela utilissimo, ove esso sia necessario, tanto nell'uso generalmente pratico, quanto in quello creativo.
Che poi un'immagine ripresa con un supergrandangolare (varrebbe la pena godersi il 15/8 Hologon della "Superwide" di Zeiss Ikon...) renda immagini, con, cito
è un giudizio che generalizza, oltre ad essere cosa del tutto soggettiva ed opinabile.soggetti catapultati all'infinito e rimpiccioliti senza costrutto
Circa le ottiche "ultraluminose", apprezzo le ricerche fatte da Sandro sulla trasfocazione e che in parte mi trovo a volentieri condividere, ma di ciò non ne farei un altro babau, ché anche in questo caso, tutto dipende dalle circostanze nelle quali tali ottiche si usino.
Personalmente, non andrei a fare il giro delle tre Cime di Lavaredo con la mia Contax dotata del Sonnar 50/1,5 (o lo Jupiter-3) . Vi monterei piuttosto il Sonnar 50/2 o il Tessar 50/2,8. Diversamente, il Sonnar 50/1,5 mi si rivelò utilissimo anni fa, per realizzare delle foto di scena in un teatro ove lavoravo nel '95. Le foto furono tutte scattate a piena apertura.
Le foto che fanno veramente pena, si possono fare con qualunque ottica, di qualunque costo e di qualunque focale ed apertura relativa.
Usare una o un'altra ottica, comprese quelle "estreme" per focale o luminosità, credo debba restare scelta personale del fotografo, che penso abbia appunto il diritto di scegliere, in base a necessità e/o creatività, ciò che più gli aggrada.
Che poi il 20mm. Russar sia "paccottiglia", assieme allo Jupiter-12 (che non è un "finto Biogon"), è anche questo un parere del tutto soggettivo e certo opinabile benché sostenuto da un, cito,
estimatore di ottiche russe
cui, ri-cito,
A presto,piacerebbe avere un Russar
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
E c'era davvero bisogno di riscaldare questo pessimo minestrone?
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Re: Il Supergrandangolo Russar MR-2 e la sua storia
Salve ancora,
io mi sono limitato a citare un interessante contributo tecnico e storico di Marco Cavina, che è stato seguito da purtroppo prevedibili contumelie.
Circa il "pessimo minestrone", non lo ho riscaldato, ma ho ritenuto utile citarne certi... ingredienti.
Mit freundlichen Grüßen,
Enzo (E.L.)
io mi sono limitato a citare un interessante contributo tecnico e storico di Marco Cavina, che è stato seguito da purtroppo prevedibili contumelie.
Circa il "pessimo minestrone", non lo ho riscaldato, ma ho ritenuto utile citarne certi... ingredienti.
Mit freundlichen Grüßen,
Enzo (E.L.)
"Evitate il tono troppo aspro e duro, usato dalla maggior parte di coloro che debbono nascondere la loro scarsa capacità".
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