Pino Musi a Lecce

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carlo60
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Pino Musi a Lecce

Messaggio da carlo60 »

Per chi è di passaggio o abita in zona, segnalo una bella mostra a Lecce che ho visitato oggi presso la Fondazione Biscozzi Rimbaud. Allestimento minimale e una illuminazione splendida delle fotografie ma devo aggiungere che tutto il museo è un autentico gioiello per quanto riguarda la ristrutturazione dell'antico immobile e le soluzioni espositive scelte per la pregevole collezione di arte moderna. Di seguito copia e incolla della presentazione della mostra. Le foto le ho fatte al volo con cellulare, le stampe esposte sono di altissima qualità.

https://www.fondazionebiscozzirimbaud.it/it/
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Pino Musi ha iniziato a fotografare giovanissimo, a 14 anni, formandosi da autodidatta nella tecnica del bianco e nero. Il suo percorso è stato influenzato in modo significativo da una frequentazione del teatro d’avanguardia e sperimentale, almeno fino alla fine degli anni Ottanta. Nel corso del tempo, la sua ricerca ha incontrato e messo in relazione differenti ambiti culturali, intrecciando in maniera personale antropologia e architettura, archeologia e industria.

La sua fotografia si fonda su rigore formale, ritmo e sottrazione. L’obiettivo non è quello di rappresentare la realtà visibile, ma di produrre, attraverso un sottile equilibrio, fra astrazione e dimensione analitica, spogliato da ogni forma di estetizzazione o nostalgia, spunti inattesi e contrappunti visivi che si accordino in una complessa armonia. In Polyphōnia, lavorando esclusivamente in bianco e nero, Musi adotta la tecnica digitale con misurati interventi che rivelano l’essenza nascosta e ambigua dei soggetti fotografati.

Dal 2018 l’artista ha rivolto la sua ricerca alle nuove periferie delle grandi città europee — tra le altre, Parigi, Anversa, Berlino — luoghi segnati da espansioni anonime e contraddizioni architettoniche. Le sue immagini, prive di espliciti riferimenti geografici o temporali, non cercano il riconoscimento del referente, ma offrono un’esperienza visiva che ha molto a che fare con la notazione musicale. Nessuna indulgenza narrativa o documentaria viene messa in opera: il suo sguardo indaga pieni e vuoti, strutture e tensioni, componendo vere e proprie partiture visive.
Allegati
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