Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Moderatori: Silverprint, chromemax
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Ciao Enrico,
ho fatto delle prove con perspex pianoparallelo e funziona nella stragrande maggioranza dei casi.
Quando hai soggetti con densità molto uniforme ottieni un poco di vignettatura ai bordi ( che alcuni ricercano pure...).
Rimane sempre valida l'opzione di utilizzare il formato immediatamente superiore (13x18 nel mio caso), perdi stop ( circa uno e mezzo) ma guadagni uniformità e recuperi l'esposizione con il tempo di posa del negativo.
ho fatto delle prove con perspex pianoparallelo e funziona nella stragrande maggioranza dei casi.
Quando hai soggetti con densità molto uniforme ottieni un poco di vignettatura ai bordi ( che alcuni ricercano pure...).
Rimane sempre valida l'opzione di utilizzare il formato immediatamente superiore (13x18 nel mio caso), perdi stop ( circa uno e mezzo) ma guadagni uniformità e recuperi l'esposizione con il tempo di posa del negativo.
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Ottimo a sapersi, grazie mille per il suggerimento @olmo900 
Posso chiederti dove ti sei procurato il perspex tagliato a misura e dello spessore giusto? Mi servirebbe soprattutto per realizzare il diffusore della CLS 301 su cui ho fatto domanda nell'altro thread (a proposito, grazie per le misure del diffusore!).
Posso chiederti dove ti sei procurato il perspex tagliato a misura e dello spessore giusto? Mi servirebbe soprattutto per realizzare il diffusore della CLS 301 su cui ho fatto domanda nell'altro thread (a proposito, grazie per le misure del diffusore!).
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Ciao Enrico,
io sono andato da un artigiano che produce insegne luminose al neon e me ne son fatto tagliare un pezzetto,
il materiale è convenzionale, potresti provare in qualche brico.
io sono andato da un artigiano che produce insegne luminose al neon e me ne son fatto tagliare un pezzetto,
il materiale è convenzionale, potresti provare in qualche brico.
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Il Perspex non è altro che plexiglas lo trovi anche da una miriade di venditori online, se lo stampi 3D ottieni un pezzo molto rugoso e pieno di micro inclusioni ecc direi che perdi un botto di luce
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
grazie @Simeons, ho fatto come mi ha suggerito @olmo900 ed ho trovato una ditta che fa insegne luminose che mi ha tagliato un paio di pezzi a misura di plexiglas/perspex/acrilico/PMME (comunque lo si voglia chiamare) bianco opalino.
Ho in programma di fare qualche prova per cercare di sagomare con la CNC il lato convesso, proverò sia sul plexi che sul Lexan (policarbonato compatto) bianco opalino, che risulta più lavorabile a detta del mio amico che ha la CNC.
Vi farò sapere se il tentativo andrà a buon fine, intanto vi allego il progetto 3D
Ho in programma di fare qualche prova per cercare di sagomare con la CNC il lato convesso, proverò sia sul plexi che sul Lexan (policarbonato compatto) bianco opalino, che risulta più lavorabile a detta del mio amico che ha la CNC.
Vi farò sapere se il tentativo andrà a buon fine, intanto vi allego il progetto 3D
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Volevo fare una considerazione, ovviamente la sezione "lenticolare" del diffusore non viene utilizzata per ottenere un qualche effetto effetto "ottico", ma solo per uniformare la distribuzione delle luce grazie alla minore trasmissività della parte più spessa rispetto a quella più sottile, quindi una esatta ricopiatura della forma del diffusore originale ottiene il medesimo risultato solo se il materiale usato è esattamente lo stesso di quello originale. Si dovrebbe anche tenere conto dell'eventuale effetto che la lavorazione meccanica ha sulle caratteristiche trasmissive/riflessive della superficie. Quindi forse tanto impegno non è giustificato
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Ciao @graic, è vero che la variazione di spessore del diffusore serve a variare la l'intensità trasmissione della luce, ma non è necessario che il materiale sia identico a quello originale per produrre una distribuzione di luce uniforme, e ti spiego perché... perdona in anticipo se sarò un po' prolisso o se dirò cose che già sai.
Attraversando il diffusore la luce viene in parte assorbita e in parte diffusa per scattering da parte delle particelle nel materiale che rendono il materiale "opalino", esattamente come accade alla luce di una torcia nella nebbia, diffuse ed assorbite dalle minuscole gocce d'acqua in sospensione.
Se l'opalino fosse di spessore costante, l'emittanza (Energia/superficie o lux) sulla sua faccia inferiore risulterebbe uniforme e l'illuminanza (Energia/superficie o lux) sul piano del negativo illuminato risulterebbe massima al centro e decrescente allontanandosi dal centro per il fatto che la sorgente ha estensione finita (un bordo), e per il decadimento dell'intensità luminosa con l'inverso del quadrato della distanza dalla sorgente.
Si può fare il paragonare con una stanza che abbia il soffitto completamente "piastrellato" di lampade (il fondo del diffusore opalino) di uguale intensità e intensità radiante isotropa (energia luminosa emessa uguale in ogni direzione).
Poiché ogni punto del pavimento (la pellicola) è illuminato dalla luce proveniente da tutte le lampade (in termini matematici, per calcolare l'lluminanza in un punto bisogna sommare -integrare- la radianza proveniente da tutte le direzioni, cioè sommare l'emittanza di ogni lampada e dividere per il quadrato dell distanza di ciascuna), risulta abbastanza intuitivo che il centro della stanza è il punto più luminoso, e i quattro angoli della stanza son i punti meno luminosi perché sono i punti in più "lontani" dalle luci considerate nell'insieme .
Problema: come faccio ad avere la stessa illuminanza in ogni punto della stanza (il negativo uniformemente illuminato)?
Bisogna rendere le luci del soffitto sempre più intense man mano che mi sposto verso i bordi...ma quanto più intense? Dipende dalla geometria dalla stanza! cioè dalla forma della stanza e dall'altezza del soffitto. Bastano infatti queste informazioni a determinare completamente una funzione E(x,y) che specifica l'emittanza di una lampada sul soffitto in funzione della sua posizione in maniera tale che un tale insieme di lampade illumini il pavimento uniformemente. L'aspetto essenziale è che questa questa funzione specifica la differenza relativa di emittanza di una lampada che occupa una certa posizione rispetto ad una qualunque altra lampada di riferimento, quella centrale per esempio.
Tornando all'opalino: la propagazione della radiazione in un mezzo diffusivo come la plastica dell'opalino può essere trattata in una approssimazione detta per diffusione, da cui risulta che l'attenuazione della radiazione che attraversa un mezzo omogeneo e isotropo è proporzionale allo spessore - l'intensità decade linearmente. Sotto questa ipotesi, una volta trovata la funzione spaziale dell'emittanza, si può determinare senza ambiguità il profilo geometrico della lastra di materiale diffusivo.
Materiali diversi possono avere un assorbimento più o meno intenso ma se lo spessore al bordo è la metà di quello al centro, la luce che emerge dall'opalino ai bordi sarà doppia di quella che emerge dal centro, indipendentemente dallo spessore assoluto al centro e soprattutto dalle proprietà attenuanti del materiale, purché omogeneo ed isotropo , ipotesi ragionevolissima per ogni tipo di materiale plastico usato per diffondere la luce: insegne luminose, lampadari, tavoli luminosi...
Dunque se ho diffusori opalini di materiali diversi ma tutti con la stessa forma, quella "giusta" per produrre illuminazione uniforme sul negativo, l'unica cosa che varierà sarà il valore locale dell'illuminanza sul piano (uguale in ogni punto): minore se il materiale è maggiormente assorbente di quello originale e viceversa. Potrei anche fare in modo che due materiali producano lo stesso output luminoso scalando in maniera adeguata il profilo in modo da compensare i differenti coefficienti di attenuazione - perché l'attenuazione è lineare nello spessore del mezzo.
Analogamente, l'alterazione della superficie dovuta alla lavorazione, essendo uniforme su tutta la superficie, produce un effetto netto quindi "fattorizzabile", ai fini della distribuzione di intensità luminosa in uscita quello che conta è solo e soltanto al differenza di spessore relativo tra due punti della lastra. L'intensità totale (flusso luminoso) è ininfluente nel determinare l'uniformità della distribuzione di illuminanza sul pavimento, contano solo i rapporti di emittanza tra i vari punti della sorgente luminosa rettangolare.
Tutto il discorso chiaramente prescinde dalle proprietà dispersive del mezzo (assorbimento e scattering dipendenti dalla frequenza della radiazione), ma tanto stiamo parlando di una testa colore quindi se entra luce con una certa dominante ed esce con una dominante diversa perché una certa banda di frequenze è assorbita meno di altre è perfettamente ininfluente: basta regolare i filtri dicroici e ottengo la distribuzione spettrale di cui ho bisogno per la stampa!
Evito di mettere formule o di dare riferimenti bibliografici che tanto sicuramente non interessano a nessuno, però allego un grafico che ho disegnato a partire da una possibile soluzione analitica del problema e che mi pare esplicativo: nel riquadro di sinistra sono disegnati 4 sorgenti luminose con diversi profili di intensità, in sezione: piatto o parabolico con tre curvature diverse (intensità minore al centro, maggiore ai bordi). La forma del profilo geometrico dell'opalino che produce tali distribuzioni si trova "capovolgendo" queste curve.
Nel grafico di destra è riportata l'illuminanza sul piano del negativo corrispondente a ciascuna delle sorgenti luminose con il grafico di colore uguale: In blu, si vede che la sorgente luminosa piatta (opalino senza curvatura) produce una distribuzione di illuminanza bombata al centro, dando una curvatura parabolica alla superficie superiore dell'opalino si modera l'eccesso di luminosità centrale, e per un valore opportuno della curvatura (grafico celeste), l'illuminanza risulta costante in tutta la regione centrale, esagerando con la curvatura si può avere una situazione in cui l'illuminazione al centro risulta minore che ai bordi.
Se poi mi sbaglio, la prova sperimentale mi confuterà, anche perché @graic puoi stare certo che l'impegno di buttare un rettangolo di plastica nella CNC di un amico e fargli fresare un profilo geometrico disegnato in cad in 2 minuti è veramente scarso, soprattutto a fronte del potenziale vantaggio di trovare una soluzione generale al problema della ricostruzione degli opalini danneggiati, ingialliti o smarriti di qualunque Latibox. Non sarebbe male, no?
Attraversando il diffusore la luce viene in parte assorbita e in parte diffusa per scattering da parte delle particelle nel materiale che rendono il materiale "opalino", esattamente come accade alla luce di una torcia nella nebbia, diffuse ed assorbite dalle minuscole gocce d'acqua in sospensione.
Se l'opalino fosse di spessore costante, l'emittanza (Energia/superficie o lux) sulla sua faccia inferiore risulterebbe uniforme e l'illuminanza (Energia/superficie o lux) sul piano del negativo illuminato risulterebbe massima al centro e decrescente allontanandosi dal centro per il fatto che la sorgente ha estensione finita (un bordo), e per il decadimento dell'intensità luminosa con l'inverso del quadrato della distanza dalla sorgente.
Si può fare il paragonare con una stanza che abbia il soffitto completamente "piastrellato" di lampade (il fondo del diffusore opalino) di uguale intensità e intensità radiante isotropa (energia luminosa emessa uguale in ogni direzione).
Poiché ogni punto del pavimento (la pellicola) è illuminato dalla luce proveniente da tutte le lampade (in termini matematici, per calcolare l'lluminanza in un punto bisogna sommare -integrare- la radianza proveniente da tutte le direzioni, cioè sommare l'emittanza di ogni lampada e dividere per il quadrato dell distanza di ciascuna), risulta abbastanza intuitivo che il centro della stanza è il punto più luminoso, e i quattro angoli della stanza son i punti meno luminosi perché sono i punti in più "lontani" dalle luci considerate nell'insieme .
Problema: come faccio ad avere la stessa illuminanza in ogni punto della stanza (il negativo uniformemente illuminato)?
Bisogna rendere le luci del soffitto sempre più intense man mano che mi sposto verso i bordi...ma quanto più intense? Dipende dalla geometria dalla stanza! cioè dalla forma della stanza e dall'altezza del soffitto. Bastano infatti queste informazioni a determinare completamente una funzione E(x,y) che specifica l'emittanza di una lampada sul soffitto in funzione della sua posizione in maniera tale che un tale insieme di lampade illumini il pavimento uniformemente. L'aspetto essenziale è che questa questa funzione specifica la differenza relativa di emittanza di una lampada che occupa una certa posizione rispetto ad una qualunque altra lampada di riferimento, quella centrale per esempio.
Tornando all'opalino: la propagazione della radiazione in un mezzo diffusivo come la plastica dell'opalino può essere trattata in una approssimazione detta per diffusione, da cui risulta che l'attenuazione della radiazione che attraversa un mezzo omogeneo e isotropo è proporzionale allo spessore - l'intensità decade linearmente. Sotto questa ipotesi, una volta trovata la funzione spaziale dell'emittanza, si può determinare senza ambiguità il profilo geometrico della lastra di materiale diffusivo.
Materiali diversi possono avere un assorbimento più o meno intenso ma se lo spessore al bordo è la metà di quello al centro, la luce che emerge dall'opalino ai bordi sarà doppia di quella che emerge dal centro, indipendentemente dallo spessore assoluto al centro e soprattutto dalle proprietà attenuanti del materiale, purché omogeneo ed isotropo , ipotesi ragionevolissima per ogni tipo di materiale plastico usato per diffondere la luce: insegne luminose, lampadari, tavoli luminosi...
Dunque se ho diffusori opalini di materiali diversi ma tutti con la stessa forma, quella "giusta" per produrre illuminazione uniforme sul negativo, l'unica cosa che varierà sarà il valore locale dell'illuminanza sul piano (uguale in ogni punto): minore se il materiale è maggiormente assorbente di quello originale e viceversa. Potrei anche fare in modo che due materiali producano lo stesso output luminoso scalando in maniera adeguata il profilo in modo da compensare i differenti coefficienti di attenuazione - perché l'attenuazione è lineare nello spessore del mezzo.
Analogamente, l'alterazione della superficie dovuta alla lavorazione, essendo uniforme su tutta la superficie, produce un effetto netto quindi "fattorizzabile", ai fini della distribuzione di intensità luminosa in uscita quello che conta è solo e soltanto al differenza di spessore relativo tra due punti della lastra. L'intensità totale (flusso luminoso) è ininfluente nel determinare l'uniformità della distribuzione di illuminanza sul pavimento, contano solo i rapporti di emittanza tra i vari punti della sorgente luminosa rettangolare.
Tutto il discorso chiaramente prescinde dalle proprietà dispersive del mezzo (assorbimento e scattering dipendenti dalla frequenza della radiazione), ma tanto stiamo parlando di una testa colore quindi se entra luce con una certa dominante ed esce con una dominante diversa perché una certa banda di frequenze è assorbita meno di altre è perfettamente ininfluente: basta regolare i filtri dicroici e ottengo la distribuzione spettrale di cui ho bisogno per la stampa!
Evito di mettere formule o di dare riferimenti bibliografici che tanto sicuramente non interessano a nessuno, però allego un grafico che ho disegnato a partire da una possibile soluzione analitica del problema e che mi pare esplicativo: nel riquadro di sinistra sono disegnati 4 sorgenti luminose con diversi profili di intensità, in sezione: piatto o parabolico con tre curvature diverse (intensità minore al centro, maggiore ai bordi). La forma del profilo geometrico dell'opalino che produce tali distribuzioni si trova "capovolgendo" queste curve.
Nel grafico di destra è riportata l'illuminanza sul piano del negativo corrispondente a ciascuna delle sorgenti luminose con il grafico di colore uguale: In blu, si vede che la sorgente luminosa piatta (opalino senza curvatura) produce una distribuzione di illuminanza bombata al centro, dando una curvatura parabolica alla superficie superiore dell'opalino si modera l'eccesso di luminosità centrale, e per un valore opportuno della curvatura (grafico celeste), l'illuminanza risulta costante in tutta la regione centrale, esagerando con la curvatura si può avere una situazione in cui l'illuminazione al centro risulta minore che ai bordi.
Se poi mi sbaglio, la prova sperimentale mi confuterà, anche perché @graic puoi stare certo che l'impegno di buttare un rettangolo di plastica nella CNC di un amico e fargli fresare un profilo geometrico disegnato in cad in 2 minuti è veramente scarso, soprattutto a fronte del potenziale vantaggio di trovare una soluzione generale al problema della ricostruzione degli opalini danneggiati, ingialliti o smarriti di qualunque Latibox. Non sarebbe male, no?
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
Complimenti! Sono convinto, del resto lamia osservazione era dubitativa, dubbi che mi hai tolto. 
Saluti
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Gianni
La situazione è grave ma non seria.
Re: Latibox 4x5 ricostruzione perspex traslucido
In teoria: se vuoi perseguire la soluzione della stampa 3D il tuo problema lo potrebbe risolvere una stampante a resina, le comuni additive sono agli antipodi dello scopo.
In pratica: dovresti trovare trovare una resina che una volta indurita rispecchi quanto più possibile le caratteristiche descritte da @Enrico_D
In definitiva: esiste una resina che si avvicini alle caratteristiche richieste? Cerca, e se ti va bene ti basterà trovare qualcuno con suddetta stampante.
In pratica: dovresti trovare trovare una resina che una volta indurita rispecchi quanto più possibile le caratteristiche descritte da @Enrico_D
In definitiva: esiste una resina che si avvicini alle caratteristiche richieste? Cerca, e se ti va bene ti basterà trovare qualcuno con suddetta stampante.
“quando ci penso vorrei tornare
dalla mia bella al casolare
Emilia mia Emilia in fiore
tu sei la stella tu sei l’amore”
dalla mia bella al casolare
Emilia mia Emilia in fiore
tu sei la stella tu sei l’amore”