Fresco utente da pochi giorni, ho visto il thread e incuriosito sono andato a leggere il commento di questa signora.
In sostanza lei suggerisce che, per utilizzare un parallelo con la letteratura e la pittura, sarebbe meglio che chi si cimenta nel realizzare una immagine fotografica, dovrebbe farlo con l'urgenza di comunicare quella che "tecnicamente" si chiama una (propria)
poetica.
Una propria visione del mondo, un giudizio su qualcosa che ha osservato, il voler condividere la scoperta di valori anche soltanto estetici (toni, simmetria, armonia generale) in qualcosa che ha visto, e che magari sospetta possa passare il più delle volte inosservato. Magari anche un punto di vista (in senso di opinione, giudizio) diverso da quello più diffuso. Vedere una realtà comune con occhi nuovi. Eccetera. Una poetica.
Mia spontanea e opinabilissima reazione:
ma và ?
Ci sono foto che se non fossero state scattate sarebbe lo stesso?
Veramente?
E che se dopo averle scattate l'autore estemporaneo non avesse avuto l'impulso di condividerle... sarebbe stato quasi meglio?
"Ma che', davéro davéro ??" direbbe Gigi Proietti...
L'articolata (nemmeno in modo troppo brillante) osservazione del giorno della signora, mi sembra, per prima, del tutto
...priva di una poetica.
Una sorta di "minieditoriale obbligatorio" ...forse motivato dal fatto che avendo un blog ti senti in dovere di scrivere ogni giorno, o ogni tot di tempo che tu hai in qualche modo ritenuto acconcio, qualcosa che altri leggano.
Perciò curiosamente con un'analisi del reale piuttosto gratuita nella sua ovvietà, lei ci sottopone un esempio personale di ciò che critica.
Mah
