Perché scattate se non avete niente da dire?

Discussioni sull'etica e sulla filosofia applicata alla fotografia

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bombolino56
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Re: Perché scattate se non avete niente da dire?

Messaggio da bombolino56 »

Silverprint ha scritto:
12/08/2024, 23:32
Infatti.

La discrepanza che hai trovato tra presentazione verbale e osservazione delle immagini deriva, imho, dalla pretesa di "srivere" con le immagini,
se mi interpreti alla lettera confermo
di fatto la pretesa è di narrare con le immagini



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user20250322

Re: Perché scattate se non avete niente da dire?

Messaggio da user20250322 »

isos1977 ha scritto:
12/02/2016, 9:26
Tra i vari blog di fotografia che seguo c'è quello di Sara Munari.
Il post di oggi pone una domanda che mi faccio spesso anch'io vedendo foto su facebook, flickr, su siti di (aspiranti) fotografi e un po' ovunque (spesso anche qua)

Credo che le considerazioni che fa, sintetizzano bene il fenomeno e si possano trarre spunti per fotografare in modo un po' più consapevole
https://saramunari.wordpress.com/2016/0 ... e-da-dire/
Perché?
Forse per una certa qual sindrome del narcisista. Soprattutto per chi condivide per avere likes, ecco che rientra allora la iattura dei social media.
Poi ci sono gli onanisti da forum, coloro che scattano solo per "ingarellarsi" con altri membri oppure per altre recondite ragioni (es. la sindrome delle prove, gli interminabili posts sui nulla tecnici, che sviluppo uso, come lo uso, parametri inventati che non esistono, grana assente, presente ma poi vai a vedere le foto fanno tutte inevitabilmente appunto schifo).
Io scatto per documentare e per ricordare e mi vergognerei da matti a far vedere le mie foto in pubblico.

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Valerio Ricciardi
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Re: Perché scattate se non avete niente da dire?

Messaggio da Valerio Ricciardi »

Fresco utente da pochi giorni, ho visto il thread e incuriosito sono andato a leggere il commento di questa signora.
In sostanza lei suggerisce che, per utilizzare un parallelo con la letteratura e la pittura, sarebbe meglio che chi si cimenta nel realizzare una immagine fotografica, dovrebbe farlo con l'urgenza di comunicare quella che "tecnicamente" si chiama una (propria) poetica.

Una propria visione del mondo, un giudizio su qualcosa che ha osservato, il voler condividere la scoperta di valori anche soltanto estetici (toni, simmetria, armonia generale) in qualcosa che ha visto, e che magari sospetta possa passare il più delle volte inosservato. Magari anche un punto di vista (in senso di opinione, giudizio) diverso da quello più diffuso. Vedere una realtà comune con occhi nuovi. Eccetera. Una poetica.

Mia spontanea e opinabilissima reazione: ma và ?
Ci sono foto che se non fossero state scattate sarebbe lo stesso? Veramente?
E che se dopo averle scattate l'autore estemporaneo non avesse avuto l'impulso di condividerle... sarebbe stato quasi meglio?
"Ma che', davéro davéro ??" direbbe Gigi Proietti... :D

L'articolata (nemmeno in modo troppo brillante) osservazione del giorno della signora, mi sembra, per prima, del tutto ...priva di una poetica.
Una sorta di "minieditoriale obbligatorio" ...forse motivato dal fatto che avendo un blog ti senti in dovere di scrivere ogni giorno, o ogni tot di tempo che tu hai in qualche modo ritenuto acconcio, qualcosa che altri leggano.
Perciò curiosamente con un'analisi del reale piuttosto gratuita nella sua ovvietà, lei ci sottopone un esempio personale di ciò che critica.
Mah :|
"Nel visco, in cui s'avvenne / quell'augellin talora, / lascia le penne ancora, / ma torna in libertà:
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. Pietro Metastasio (da La Libertà)

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Re: Perché scattate se non avete niente da dire?

Messaggio da bombolino56 »

Silverprint ha scritto:
12/08/2024, 22:10
Non parlavo di progettualità. :)

Parlavo del fatto che non si leggono, ma, appunto, attivano pensieri o emozioni, se vuoi.
Leggere implica che ci siano parole e non ce ne sono.
Chi dice lettura delle immagini, lettura portfolio, etc, usa termini impropri. Interpretare una immagine è diverso, assai, da leggerla.
se parliamo di termini impropi allora figurati se è corretto chiamare "fotografia" il digitale!?

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Valerio Ricciardi
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Re: Perché scattate se non avete niente da dire?

Messaggio da Valerio Ricciardi »

E perché no?

Le immagini digitali generate da I.A., per ora ancora distinguibili (abbastanza) da un occhio esperto dalle fotografie impresse su supporto digitale, non sono fotografia.

Le altre assolutamente sì, con una filiera in cui però sia in ripresa che in stampa, nell'analogico, l'aspetto foto-elettrico non appena si sviluppa l'immagine latente cede completamente il passo alla chimica.

Per il resto tutto uguale. Identico. Preciso.
Le due filiere hanno un grande, grandissimo livello di affinità anche logica in OGNI passaggio.

A me ciò che più intristisce e inquieta dell'immagine digitale è che il "negativo" o "positivo", o meglio l'originale per poter essere fruito necessita non solo semplicemente degli occhi dell'osservatore, ma di essere prima decodificato con un processo numerico (un software) e un device (un processore digitale di un computer) che, per ragioni culturali e tecnologiche, sono soggetti moooolto di più a mutare nel tempo rendendo molto, molto facile che una quantità immane di momenti della realtà svaniscano come lacrime nella pioggia (cit.).

Mentre tanti anni fa, ma non tantissimi, diciamo quindici... con il mio amico Massimo stampammo con irrisoria facilità in BN su carta politenata lastre in vetro sicuramente antecedenti al 1914 (anno della morte del soggetto) dall'archivio vaticano: erano momenti pubblici della vita di papa Pio X (c'era appuntato piccolo piccolo sul bordo a china il giorno e il luogo...).

Io sono piuttosto pessimista sulla probabilità che miei ipotetici nipoti possano vedere su una qualche tipologia di monitor del tempo che sarà, o stampate su un qualche supporto bidimensionale di qualche natura, plastico, di una fibra naturale o artificiale che sia... nel 2109 immagini digitali antecedenti al 2024... mentre guardiamo, oggi, i dipinti ad olio di Antonello da Messina, leggiamo pergamene del XI secolo con canti sacri in latino e decifriamo tavolette mesopotamiche.

L'immagine numerica, in astratto la più eterna (ogni copia di una sequenza di numeri è un originale, come il contenuto intellettuale di un libro, e ne puoi tenere diecimila copie in mille posti del mondo diversi garantendone la preservazione ESATTA a dispetto di guerre, sbadatezza, rivoluzioni, terremoti, incendi e alluvioni) al momento mi sembra nei fatti quella che più rischia in realtà l'oblio. Mentre la più fragile (brucia una diapositiva e hai perso irrimediabilmente la rappresentazione di un istante della storia fissato su un supporto fisico unico e mai PERFETTAMENTE ripetibile) ha più probabilità di fare sapere ai posteri cosa eravamo e come viviamo, ...perché un Kodachrome 64 formato 6x9 cm (il Kodachrome è se ben conservato stabile a differenza delle pellicole per E6) o un Cibachrome saranno belle da vedere e perfettamente comprensibili... anche quando un'ingranditore Krokus 66 o una Fujica 6x9 saranno solo illustrazioni su dei libri.
E una certa quantità di esse nel tempo sopravviveranno all' obsolescenza e alla accidentale o volontaria distruzione.
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