George Hoyningen-Huene, fra rigore classico e sperimentazione

Scelte tecniche, stilistiche ed espressive dei maestri della fotografia, analisi delle loro opere e del contesto in cui operavano.

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Valerio Ricciardi
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George Hoyningen-Huene, fra rigore classico e sperimentazione

Messaggio da Valerio Ricciardi »

L'apertura anche a Roma della mostra su George Hoyningen-Huene (1900- 1968) mi da' lo spunto per parlare di un creativo troppo poco noto almeno fra gli appassionati di fotografia, che, pure, fu attrattore di filoni culturali del suo tempo, assimilatore critico e creativo di tendenze espressive che nello stesso tempo sintetizzava nel suo lavoro di alto artigianato, per diventare poi fonte di ispirazione di altri celebri fotografi e direttori della fotografia sia contemporanei che successivi.
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04 foto di Robert Randall per Vogue, 1952.JPG
Foto del 1952 di Robert Randall per Vogue: quanti di noi lo riconoscerebbero?

Passeggi per la sua mostra, e ti sembra di continuamente di vedere suggestioni e rimandi di altri grandi fotografi a volte sovrapponibili al suo arco temporale di attività, a volte nostri contemporanei. Riconosci stilemi, e non sai mai dire se il ritrovarli anche in altri, declinati ovviamente con l'originalità di ciascuno, sian frutto del mood del tempo o il risultato di una memoria visiva che assimilata nell'inconscio diventa patrimonio comune. A volte non sapresti più dire chi ha influenzato o ispirato chi, di sicuro la sensazione è che - solo per fare i primi due nomi che gli vengono in mente - Cecil Beaton e Richard Avedon gli debbano tantissimo, ma anche per quanto attiene la gestione della luce e certe scelte di taglio, Helmut Newton e Giampaolo Barbieri.

Qui l'amica, modella e poi valente fotografa Lee Miller ha una posa che fa pensare a Le Violon d'Ingres di Man Ray, che conobbe a Parigi e frequentò assiduamente. La foto di Ray è del 1924, in questo caso probabilmente è Huene ad aver interiorizzato la postura.
05 Lee Miller.JPG
Del resto, lo stesso Man Ray dichiarò che l'idea gli era nata anche per l'impressione visiva di due quadri, dipinti a distanza di mezzo secolo l'uno dall'altro, di Jean-Auguste-Dominique Ingres: Bagno Turco e forse di più La bagnante di Valpinçon del 1908.
05 la bagnante di Valpinçon.JPG
ossia questo, vedi caso già al tempo custodito proprio al Louvre.

I suoi ritratti di personalità, non solo modelle e non solo star Hollywoodiane del tempo non si contano.
11 Henry Cartier-Bresson.JPG
Ricordate Henry Cartier-Bresson che diceva che "Fotografare è mettere sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore"? Serviti. Verifica nel multifocale se l'inquadratura "vista" si può comporre come ha prima immaginato, prima ancora di estrarre l'Elmar della sua Leica.

Frequentò molto anche Salvador Dalì, cui dedicò un collage (tecnica usata senza inibizioni da Man Ray...)
06 Dalì e la moglie su l'instant sublime, 1939.JPG
con i coniugi Dalì inseriti ne l'Instant sublime, il fotomontaggio è del 1939.

Mentre questo ritratto di Tilly Losch del 1933 ha la malinconia de Le Lacrime di vetro di Man Ray del 1932
10 Tilly Losch, 1933.JPG
ma postura e fiori sulla veletta reinterpretano un po' in low key il nostro Dante Gabriele Rossetti, e forse anche l'Ofelia di John Everett Millais.

L'influenza del surrealismo di Man Ray e di Dalì sono dirette anche in questo splendido Riflessi del 1930
12 Riflessi - Miss Hubbell, 1930.JPG
protagonista Miss Hubbell trasformata in una misteriosa deità attica, al secolo Wanda Hubbell, resa immortale dal fatto che fu fotografata per un progetto di Photo (per il n.4 del 1931) da dieci fotografi celebri, fra cui André Kertész (Ungheria 1894 - USA 1985) e Germaine Krull (1897-1985).

Sempre l'influenza consapevole del surrealismo ispira il magistrale fotomontaggio in cui Lee Miller vede "con gli occhi di Vogue"
16 Lee Miller guarda Agneta Fischer con l'occhio di Vogue, 1932.JPG
nella palla di vetro (1932) Agneta Fischer - altra modella divenuta anch'essa fotografa

L'architettura, la classica serenità e le perfette proporzioni dalle radici culturali della Grecia furono per lui quasi un'ossessione:
guardate come rappresenta Maggy Rouff nel 1939, col coraggio per giunta delle ombre crude che intenzionalmente coprono in parte la modella,
08 Maggy Rouff, 1939.JPG
laddove criteri standard avrebbero imposto di evitarlo con cura... così non si limita ad affiancare, ma pone in relazione diretta lei e la statua. E' come se la Ruff, già statua anch'essa, prendesse vita e si apprestasse ad avanzare, proprio come nel film "Il mostro della villa" (1935), diretto da James Whale, in cui l'opera di uno scultore, colpita da un fulmine, prende vita, diventando una presenza inquietante e misteriosa, ma non come quella del mostro di Frankenstein, ma un'entità a sé stante. Qui c'è anche un po' del gusto di Leni Riefenstahl (Olympia...)

Ad ogni occasione, il riferimento alla perfezione ideale del mondo classico riaffiora, del resto è stato molto attivo negli anni del razionalismo
Evening dress  di Paquin 1934.jpg
nell'accostamento (peraltro molto anni '20) come in questo Abito da sera di Paquin del 1934
In cui non è difficile percepire anche un omaggio a Man Ray
Man Ray 1931.JPG
come questa Composizione classica di Ray parte di una serie del 1931

E qualcosa della ricerca di classicità senza tempo nel gesto sportivo alla Riefenstahl la si ritrova persino in foto di moda del 1929
14 costume di Jean Patou, 1929.JPG
13 costumi in Jersey, 1929.JPG
...la prima è per un costume di Jean Patou, nella seconda c'è un po' di De Chirico, che in quei decenni era attivissimo, un po' di Donghi

Il lavoro di Huene, che fu direttore della fotografia di Vogue a partire dal 1925, ebbe grande influenza peraltro su scenografi e direttori della fotografia specie americani negli anni d'oro dei film in BN, in cui il controllo dell'illuminazione, della plasticità e del contrasto erano arte raffinata
09 Carole Lombard, 1934.JPG
Come fa pensare questo ritratto di Carole Lombard del 1934

Frequentò molto, e stimò moltissimo, Gabrielle (Coco) Chanel, chissà se in qualche modo questo statuario torso maschile
photo_2025-07-20_07-20-08.jpg
che mi ricorda il Torso del Belvedere di Apollonio di Atene, qui ridisegnato dal cinquecentesco Maarten vad Heemskerck
Torso del Belvedere dis. Maarten van Heemskerck.JPG
è stato deliberatamente citato, come un omaggio a Heue, nella pubblicità con un novello Anteo (che nell'originale porta sulle spalle il mondo)
Antaeus di Chanel.JPG
che, stavolta è Antaeus, un profumo.. proprio di Chanel

Coco Channel cui dedicò anche un intenso ritratto deliberatamente tenuto su un contrasto assai alto, cosa inconsueta in un ritratto di donna, forse per rimarcarne la forte personalità e capacità di osservare con spirito critico il mondo alla ricerca di frammenti di una bellezza inconvenzionale
12 Chanel.JPG
scelta tonale non consueta che, devo dire, mi ha fatto tornare in mente un interessante ritratto dell'utente di Analogica zone-seven
ritratto di donna zone-seven 2024.JPG
ritratto di donna zone-seven 2024.JPG (18.76 KiB) Visto 809 volte
che apprezzai molto in galleria a fine 2024.

A Parigi frequentò anche Jean Coucteau negli anni della sua giovinezza, ed uno dei primi ritratti che si scelgono se si vuole realizzare una retrospettiva su questo intellettuale, che al tempo assai presente nei circoli più creativi di Parigi...
15 Jean Couctou, 1930.JPG
è spesso proprio questo ritratto con la testa di cavallo... un po' scultura un po' pittorica alla De Chirico che gli fece nel 1930.


"Nel visco, in cui s'avvenne / quell'augellin talora, / lascia le penne ancora, / ma torna in libertà:
poi le perdute penne / in pochi dì rinnova, / cauto divien per prova / né più tradir si fa"
. Pietro Metastasio (da La Libertà)

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Valerio Ricciardi
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Re: George Hoyningen-Huene, fra rigore classico e sperimentazione

Messaggio da Valerio Ricciardi »

L'accostamento visivo delle modelle indossanti capi haute couture con le sculture del passato ricorre spesso,
ma non certo solo per suggerire un'idea di benessere e lusso elitario come si farebbe oggi, è suggerire elegante rigore
per Balenciaga, 1938.JPG
come in questo scatto del 1938 per Balenciaga, con una modella i cui lineamenti perfetti ricordano la giovane Grace Kelly

Nel 1931 fotografa i famosi ballerini Serge Lifar e Olga Spessivtzeva mentre interpretano il mito di Bacco e Ariadne
In una composizione in teoria bilanciata che suggerisce però un'idea di movimento, vuol quasi che lo spettatore "veda" la rotazione
che ha portato i due a trovarsi in quella posizione, giocando sulla regolare "spaziatura" sullo sfondo delle gambe,
07 Serge Lifar e Olga Spessivtzeva come Bacco e Ariadne , 1931.JPG
e approfittando scientemente del fatto che le calze da danza sono visivamente identiche per uomini e donne
...ciò fu reso oggettivo, scientifico dopo il 1932 quando ebbero molta risonanza le scomposizioni del movimento rese possibile
Harold Eugene Edgerton post 1932.JPG
dall'invenzione della fotografia stroboscopica di Harold Eugene Edgerton; sui maggiori magazines le sue foto facevano scalpore

A volte nelle sue foto l'ambientazione si riduce solo a uno sfondo neutro finalizzato al puro stacco tonale,
come fotografando nel 1938 la svedese Lisa Fonssangrives-Penn, prima "supermodel", come si dice oggi, della storia,
Lisa Fonssangrives-Penn 1938.JPG
che fu peraltro in seconde nozze sposata con Irving Penn (un altro che a Hoyningen-Huene a mio avviso deve molto)

Il tema della non-vita che può prender vita era divenuto molto popolare dopo che nel 1931 James Whale aveva per la prima volta
trasposto per il cinema il capolavoro ottocentesco di Mary Shelley, aiutato dalla scelta "perfetta" di Boris Karloff. seguì, come detto,
"Il mostro della villa" del 1935. Ma in realtà l'idea della tecnologia, che al tempo nell'immaginario collettivo si identificava
facilmente con tutto ciò che era "elettrico", era vista un domani capace di confondere il confine fra materia e forma vivente.
Nel 1927 nel capolavoro (anche come fotografia) di Fritz Lang ecco l'androide prima di assumere le sembianze di Maria
Manifesto Metropolis 1927.JPG
Manifesto Metropolis 1927.JPG (32.39 KiB) Visto 637 volte
ed ecco che nel 1932 un braccialetto, motivo dell'immagine, diventa oggetto del desiderio grazie a una composizione
deliberatamente ambigua in cui la mano è della modella ma la testa del mannequin, apparentemente sospesa nel vuoto dalla mano
Braccialetto Boucheron, capelli Antoine, 1932.JPG
è stata truccata e acconciata con maniacale cura e realismo "alla Kubrick" per lasciare un residuo dubbio in chi osserva

Hoyningen-Huene aveva un controllo della tecnica fotografica elevatissimo, ma sempre subordinato all'idea e alla composizione,
non come accade a volte oggi, mera esibizione di controllo della scala tonale in immagini... per il resto ...presto dimenticabili
in questa foto con Miriam Hopkins del 1934 l'immagine è impostata su un numero di toni deliberatamente contenuto,
Miriam Hopkins 1934.JPG
ma la leggibilità di ogni parte, persino le ombre più scure è impeccabile (anche Anselmo avrebbe accennato una smorfia di soddisfazione)
Notare la modella rivolta verso la luce principale, che si fa schermo sul volto contro ogni standard scontato

Del resto, conoscere le "regole", e saperle umilmente seguire senza bisogno di "tentare sempre la trasgressione per sentirsi artisti"...
...meno quando vanno motivatamente infrante con consapevolezza, è la cifra di chi ha maturità compositiva.
12 Gary Cooper, 1934.JPG
Qui Gary Cooper guarda completamente fuori dell'inquadratura, e Huene lo decentra dall'altro lato lo strettissimo indispensabile

La ritrattistica di personaggi famosi è sterminata; curiosamente questa immagine di Marlene Dietrich (o della Marlene diva
"creata" dal suo regista di riferimento, Josef von Sternberg, che probabilmente seppe esaltare tratti caratteriali reali)
photo_2025-07-20_06-52-56.jpg
non è delle più diffuse e immediatamente reperibili se si prova a googlare per immagini. Eppure i tratti ci sono tutti, lei è
distaccata, dominatrice, altera, fiera e irragiungibile, vera femme fatale, in una composizione diagonale in cui lui sa
invertire il senso "naturale" di lettura partendo dall'immancabile sigaretta, col fumo che indirizza lo sguardo verso la donna.

Taglio diverso darà a un ritratto sempre presente nelle principali retrospettive dell'alter ego, sotto certi aspetti,
della Dietrich: Greta Garbo. Una certa affinità di impostazione del volto era innegabile, così come l'aria nelle foto ufficiali
com'avesse l' mondo a gran dispitto (lib. cit.). Qui siamo nel 1955, la Garbo ha 50 anni, e Hoyningen-Huene sceglie di
Greta Garbo 1955.JPG
riprenderla con illuminazione molto avvolgente, in high key, con un'ottica che mostrasse delle aberrazioni residue per offrire una
resa morbida, indefinita, onirica (era negli USA, potrebbe essere un Dallmeyer Pentac focale 8” f2.9, o anche un Wollensak Verito 9" f/4,
se non uno storico Petzval la cui disponibilità al tempo era comune) e tenendo a fuoco intenzionalmente più i braccialetti del viso

Più di genere fashion, ma comunque adatto alla personalità dell'attrice, questo ritratto in studio di
Katherine Hepburn, in questo caso solo trentunenne e all'apice della popolarità è impostato molto sulla postura del corpo:
Katherine Hepburn 1938.JPG
leggermente incurvato in modo asimmetrico nell'appoggio sulla sedia di gusto un po' coloniale, il volto rivolto un po' in basso,
la gonna sistemato in modo sapiente per completare l'ampia "s", dimostra di avere interiorizzato l'equilibrio rivoluzionario
fra staticità e dinamismo del Poseidon di Capo Artemisio del Museo di Atene, declinandolo invece in un momento riflessivo

Anche Josephine Baker ebbe dei ritratti di Huene, qui sceglie un taglio diagonale, fortemente dinamico, lo sguardo in direzione di
"contro-lettura" accentua al vivacità del personaggio facendo risaltare il bianco degli occhi e dei denti rispetto alla pelle abbastanza scura
Vanity Fair 1 ott. 1934.JPG
Baker che peraltro era stata da lui già ritratta in un nudo del 1929 di gusto molto classico, cosa inconsueta al tempo
quando si trattava di modelle di colore, in cui si tendeva sempre ad esaltarne la sensualità primordiale
Baker, nudo 1929.JPG
Riferimenti classici che ...niente, lo affascinavano costantemente, ogni volta che ne avesse occasione
Toto Koopman, abito Augustabernard, 1933.JPG
come in questa foto di Toto Koopman che indossa un abito da sera di Augusta Bernard nel 1933

Lo sport si è sempre prestato, nell'immaginario collettivo, a ricercare ascendenze classiche, sin dal sogno
di Le Coubertin - non per caso gli sport inizialmente previsti per le Olimpiadi coincidevano con quelli
tramandati dalle cronache della Grecia del tempo...
Miss Alicia costume Patou 1928.JPG
Hoyningen-Heue riesce ad infilare un po' di Olympia anche in una foto di Miss Alicia
per un costume da bagno di Patou nel 1928

E non resiste a "tentare" un tema già al tempo, e prima, e dopo, abbastanza inflazionato che "aggiorna" con una luce molto orientata
Erna Carise e l'hula-hoop 1930.JPG
che dà la terza dimensione ad una composizione altrimenti molto bidimensionale (Erna Carise, nel 1930)

Del resto, erano gli anni del razionalismo in architettura, e in questa foto (1928) con Bettina Jones che indossa un costume di
Schiaparelli c'è sia il rigore di Terragni, che, nel gioco di piani ottenuto tinteggiando di nero il lato esterno della prima rampa
Bettina Jones, costume Schiaparelli, 1928.JPG
di gradini, a contrasto con l'altra... c'è un po' di Gropius, ma anche un po' del realismo magico di Antonio Donghi
"Nel visco, in cui s'avvenne / quell'augellin talora, / lascia le penne ancora, / ma torna in libertà:
poi le perdute penne / in pochi dì rinnova, / cauto divien per prova / né più tradir si fa"
. Pietro Metastasio (da La Libertà)

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Re: George Hoyningen-Huene, fra rigore classico e sperimentazione

Messaggio da angelodelnegro »

Ciao Valerio,
non conoscevo il fotografo, devo ammettere che sono entrato per curiosità verso il nome.
Molto interessante grazie.

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Nuvola Bianca
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Re: George Hoyningen-Huene, fra rigore classico e sperimentazione

Messaggio da Nuvola Bianca »

....davvero una sorprendente volontà creatrice

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