La discussione sul forum ha risvegliato un vecchio tarlo di gioventù quando per me, studente squattrinato con un corredino 35mm, la qualità delle stampe da negativo di grande formato dei fotografi della scuola californania (Adams, Caponigro, Weston, White, Barnbaum, ecc.) era solo un sogno. Al tempo aggrappai le mie speranze di stampa "fine-art" alla dichiarazione di Kodak per cui una stampa 20x25 da 35mm su Technical Pan 2415 era indistinguibile da una stampa delle stesse dimensioni da negativo 4x5, ma nella cieca convinzione che le cose dovevano essere come era scritto sui datsheet i risultati non è che migliorarono molto. Mi ci volle molto tempo per capire che quello che rendeva quelle stampe così vivide e "tridimensionali" non era il formato della pellicola ma il manico.
L'argomento se vale o meno la pena passare ad un formato superiore in funzione delle dimensioni di stampa è stato dibattuto in passato (Thornton e Ctein i primi che mi vengono in mente) ma la curiosità resta.
Premetto che test di questo tipo lasciano un po' il tempo che trovano, le variabili sono moltissime e il rischio di confrontare mele con le pere è sempre presente: ottiche, angoli di campo, pellicole, sviluppi, trattamento, ottiche da ingrandimento, ecc sono impossibili da omogeneizzare per avere una cornice di riferiemnto oggettiva all'interno della quale sia possibile avere un metro di giudizio univoco. Inoltre la scelta di formato va molto oltre alle mere dimensioni di stampa. Non di meno le coe è meglio saperle che non saperle e già solo una prova molto parziale può essere quel primo paletto dal quale si può partire per dipanare un discorso più complesso.
Per rendere la cosa un po' più divertente il test sarà "cieco", non dirò da quali negativi sono state ricavate le stampe, lo dovrete scoprire voi, premettendo che i formati usati sono stati 4x5, 6x9 e 35mm.
Il primo che indovinerà la corretta associazione tra immagine e formato dei 4 test vincerà un "corso" di sensitometria tenuto dal sottoscritto
Stampe intere
