Analogico e scanner

Discussioni sugli scanner per l'acquisizione digitale dei rullini fotografici

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ilmioalias
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Re: Analogico e scanner

Messaggio da ilmioalias »

emmeffepi ha scritto:
-Sandro- ha scritto:Un bel corso di tecniche di camera oscura presso Andrea Calabresi, e poi lo scanner non lo userai più.

l'uso di un sistema ibrido dovrebbe a mio parere essere fatto con cognizione...ossia una scelta "artistica" ben precisa e non una via per salvare ciò che non andrebbe salvato...
Non credo venga scelta la strada della digitalizzazione solamente per una scelta artistica ma anche, e penso soprattutto, per comodità; in molte mostre importanti le foto scattate su pellicola sono scansionate, elaborate e stampate; ad esempio le foto di larry fink di andy warhol esposte allo spazio damiani a bologna hanno subito questo procedimento, stessa cosa molte delle foto esposte a foto/industria sempre a bologna; non vorrei sbagliare ma anche alcune foto panoramiche di paolo pellegrin, per l'esposizione in coppia con alex majoli "congo", sono passate attraverso sistema ibrido.


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emmeffepi
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Re: Analogico e scanner

Messaggio da emmeffepi »

Ecco cosa accade quando si quota "ad minchiam" decontestualizzando...

quanto hai quotato era riferito a
herma ha scritto:Anch'io con il file riesco a recuperare scatti sottoesposti PER ME instanpabili in CO
che non c'entra un tubo con tutto il resto...mostre o non mostre...che invece hanno più a che fare con l'arte contemporanea (anche intesa come mercato della-) ;)

per quanto riguarda Pellegrin e Majoli credo che siano semplicemente stampe da files digitali nativi
Massimiliano

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photo8x10
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Re: Analogico e scanner

Messaggio da photo8x10 »

Sinceramente non ci trovo niente di male ad un sistema ibrido. Il mio lavoro primario è solo di stampe a contatto, ma scansiono i miei negativi sia per archivio, sia quando mi sono richieste stampe più grandi(mostre o altro). Per il colore, che è una parte piccolissima del mio lavoro, qui vado solo di ibrido, scansione e stampa inkjet.
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chromemax
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Re: Analogico e scanner

Messaggio da chromemax »

Giacomo Sardi ha scritto:enzuolate mi sembra davvero eccessivo... I 100x70 sono stampe che si vedono comunemente alle mostre di fotografia.
Non volevo essere sprezzante, avevo messo anche le virgolette, è che semplicemente in genere non si vive o lavora in una galleria, le 100x70 saranno comuni nelle mostre (di oggi, già qualche anno fa i formati erano in genere più piccoli), non penso nell'appartamento medio italiano.
Piccolo è più bello non solo per un discorso meramente tecnico ma anche e soprattutto "fotografico"; gli acquerelli della campagna inglese, altrettanto bella di quella toscana, sono apprezzabilissimi anche perché "piccoli", olii di piccole o medie dimensioni sono capolavori assoluti come quadri grandi come pareti, alcuni haiku possono commuovere tanto quanto un romazone russo di 1500 pagine, ecc.
Non è questione di biancheria e il "piccolo" è altrettanto difficile da fare che il grande.
Il punto potrebbe essere invece un altro; ad esempio, mi domando, la tendenza (relativamente recente) all'ipertrofia fotografica delle "lenzuolate", potrebbe essere causata dalla necessità di colmare un vuoto di "valore" dell'opera fotografica? La fotografia digitale, con tutta la sua facilità (o anche "comodità") di ripresa, correzione e stampa, non è che rende anche meno "preziosa" la fotografia stessa, svuotandola di fatto di quella parte di valore dell'abilità manuale/artigianale -anch'essa arte- del dare forma materica all'opera fotografica? La necessità di "ibridare" i processi può nascere dall'esigenza di trasferire il "valore" dell'argento della pellicola alla stampa digitale? Perché io non vedo motivo del processo ibrido quando la qualità in toto della catena ripresa/postproduzione/stampa digitale è oggettivamente superiore a quella della fotografia analogica, almeno fino al 6x6.
Perché sbattersi con il negativo digitale per fare delle stampe al platino quando tutto il processo non aumenta di un bit la qualità della stampa, se non che è la preziosità del platino stesso e della stampa manuale a dare il valore, anche commerciale, dell'opera "fatta a mano" e quindi potenzialmente unica, ad un sistema -il digitale- che nella capacità di riprodurre se stesso, sempre perfetto, identico e all'infinito, il suo punto di forza?

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ilmioalias
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Re: Analogico e scanner

Messaggio da ilmioalias »

emmeffepi ha scritto:Ecco cosa accade quando si quota "ad minchiam" decontestualizzando...

quanto hai quotato era riferito a
herma ha scritto:Anch'io con il file riesco a recuperare scatti sottoesposti PER ME instanpabili in CO
che non c'entra un tubo con tutto il resto...mostre o non mostre...che invece hanno più a che fare con l'arte contemporanea (anche intesa come mercato della-) ;)
Non mi pare il caso di agitarsi, non ho quotato "ad minchiam" mi pare, ho seguito tutto il discorso, volevo riferirmi proprio a quella tua frase (in particolare al termine "artistica"); la tua opinione estrapolata dal discorso, tanto è netta, mi pare mantenga il significato originario, cioè che secondo te la scelta di un sistema ibrido dovrebbe essere per prima, forse unica, cosa una scelta "artistica", una scelta espressiva e che altre motivazioni magari più tecniche non siano contemplate. Non mi pare di aver decontestualizzato nulla, anche perché sei stato tu il primo a citare grossi nomi, ho solo espresso il dubbio che probabilmente ci possano essere altri motivi più spiccioli, di comodità oltre quello puramente artistico.
C'è una bella intervista a majoli fatta da quelli di noc, la trovate sul tubo, in cui spiega l'uso (ibrido) che faceva della pellicola prima del passaggio al digitale.
I miei due centesimi.
emmeffepi ha scritto: per quanto riguarda Pellegrin e Majoli credo che siano semplicemente stampe da files digitali nativi
No, pellegrin ha usato la pellicola per le foto panoramiche, majoli ha usato sicuramente il digtale (ma non sono sicuro se per tutte le foto).
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Re: Analogico e scanner

Messaggio da areabis »

-Sandro- ha scritto:
herma ha scritto:
Quoto! Anch'io con il file riesco a recuperare scatti sottoesposti PER ME instanpabili in CO
Un bel corso di tecniche di camera oscura presso Andrea Calabresi, e poi lo scanner non lo userai più.

Come si diceva una volta: garantito al limone verde.

sandro mi spiace non è così alcune cose si riescono a fare in co altre n0, ma non c'è niente di male anche perchè alla fine se il negativo è ben fatto una stampa da medio formato ha sempre il suo innegabile fascino ... io il corso da Andrea l'ho fatto ma in questi casi di foto sottoesposte (per fortuna molto poche fra le mie ) l'unica maniera è quella di digitalizzare ..

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Re: Analogico e scanner

Messaggio da Tomash »

chromemax, come non quotarti, il punto è proprio quello.
Una stampa di Ansel Adams è un pezzo quasi unico, ne girano molte fatte dai suoi discepoli e si vede la differenza (ho visto più di una mostra).
Da un file digitale si possono ricavare infinite copie perfettamente identiche e in vari formati, tanto le dimensioni dipendono solo dalla lunghezza del carrello del plotter (cioè da quanto costa, o ce l'hai o non c'e l'hai) e non dalla bravura dello stampatore.

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Re: Analogico e scanner

Messaggio da Silverprint »

Un breve intervento sulla misura delle immagini.

Il fatto che la fotografia permetta di fare ingrandimenti a piacere è cosa che non va presa alla leggera.
Credo che una immagine dovrebbe nascere con una sua dimensione già pensata in origine.
Penso alle stampe piccole e seriali dei Beker, o alle grandi stampe delle grandi biblioteche della Höfer, per es.
Al Paris Photo del 1996 vidi delle bellissime stampe minuscole di un russo (di cui da tempo cerco il nome perduto) che non avrebbero avuto alcun senso in altre misure.

Tra i tanti motivi per stabilire in anticipo la misura delle immagini (almeno grossomodo) trovo fondamentale ragionare sulla resa prospettica. Accertata la tendenza e la possibilità di guardare da vicino stampe grandi e viceversa l'impossibilità ad avvicinarsi troppo a quelle piccole non possiamo ragionare come se la distanza di osservazione delle stampe sia sempre proporzionale alla misura delle stesse. Nel mio piccolo ho sempre cercato di fare stampe che potessero permettere una certa resa prospettica, e quindi un certo grado di immersione nell'immagine, stabilendo, già dalla fase di ripresa, lunghezza focale e misura delle stampe.

Mi trovo un po' a disagio per avere fatto una serie di stampe "piccole" (50x50) delle mie Lune, commercialmente funzionano, si possono mettere in dittici e trittici e così facendo acquistano delle qualità cinematiche interessanti, ma non è quello che avevo inizialmente pensato e faccio fatica a non considerarle "riproduzioni" delle stampe "vere" (120x120).
Andrea Calabresi, a.k.a. Silverprint
http://www.corsifotoanalogica.it
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Tomash
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Re: Analogico e scanner

Messaggio da Tomash »

Silverprint, giusto quello che dici, ma non penso che molti fotografi di oggi facciano ragionamenti così raffinati.
Spesso in fotografia il mezzo influenza sia il contenuto che lo stile e di conseguenza il "formato finale".
La disponibilità dei plotter rende molto facile realizzare stampe di grandi dimensioni e di conseguenza queste vanno di moda.
E' una cosa che va di pari passo par la moda dei colori esasperati e finti, delle vignettature introdotti a piene mani e di tutti quei fotoritocchi e manipolazioni che per me si fanno solo perché la tecnologia li rende disponibili e non per reali esigenze espressive o estetiche.

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Re: Analogico e scanner

Messaggio da graic »

Come non essere d'accordo con gli ultimi interventi di chromemax e di silverprint?
Del resto è innegabile che ognuno è libero di fare un pò quel che gli pare, ci mancherebbe altro, perlaltro la storia e l'esperienza ci insegnano che ciò che ha una effettiva valenza creativa e una sostanza artistica si distinge solo alla lunga perchè è capace di essere apprezzato nel tempo. vedremo (anzi vedranno) un pò questi "manifesti pubblicitari" che popolano le mostre attuali, come se la caveranno con i posteri.
Saluti
Gianni


La situazione è grave ma non seria.

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