Questa è una domanda sensata e l'argomento non mi risulta essere stato trattato a dovere, ed è bene chiarirlo perché le leggende metropolitane alimentano i cialtroni che diventano professori grazie a wikipedia, propagando poi il loro "sapere" in modo stomacante. Nelle ultime settimane ho dovuto assistere a diverse discussioni nauseanti e sarebbe bene che ognuno cercasse di smontare tutta questa cattedraticità da forum di basso livello con il proprio sapere. Sinceramente non ne posso più.stefnerv ha scritto:Entro un po a gamba tesa , esprimo un quesito : luce condensata perdita di mezzi toni , luce diffusa piu toni giusto ???? Poi chiedo ma la luce condensata concentra la luce sul negativo in una "direzione " quindi aumenta la luce sul negativo !!!! O sbaglio ???? Luce diffusa la luce arriva da piu lati quindi prende nell emulsione anche di traverso l.argento . Quindi crea piu mezzitoni giusto !!!! Io ho sempre stampato a luce condensata non ho mai visto peli pelini pelucchi . Pero' a luce diffusa non si va fuori fuoco ?
Un ingranditore ideale non dovrebbe modificare la scala di toni del negativo, ma chiunque abbia provato un confronto tra luce diffusa, semidiffusa o condensata, sa che non è così, nella fattispecie la luce condensata aumenta il contrasto ed evidenzia polvere e graffi.
Ciò è dovuto al variare delle proprietà ottiche del negativo.
Nella parte chiara delle ombre la luce passa attraverso il negativo come attraverso il vetro di una finestra, mentre dove invece abbiamo depositi di argento, la luce viene contemporaneamente assorbita e dispersa in tutte le direzioni, come se si trattasse di un vetro smerigliato. Questo aumenta il contrasto tra le luci e le ombre.
In pratica la luce che attraversa le ombre arriva direttamente sulla carta tramite l'obiettivo, mentre quella che attraversa le luci viene parzialmente riflessa indietro e in altre direzioni.
Questo si chiama effetto Callier.
Il motivo per cui graffi e polvere appaiono più evidenti è perché investiti dalla luce diretta prodotta dal condensatore, disperdono la luce più dello stesso supporto e di conseguenza appaiono maggiormente illuminati.
Nulla del genere invece avviene negli ingranditori a luce diffusa, dove essa, già ampiamente "disordinata", provoca minore dispersioni delle zone dense e minore illuminazione della polvere e dei graffi.
Il grado di dispersione dipende sia dall'ingranditore, sia dalle caratteristiche del negativo.
Mentre non è possibile fare una casistica accurata relativamente agli ingranditori (ognuno è costruito diversamente), è possibile invece dire che le immagini con grana grossa disperdono la luce più di quelle a grana fina, ed anche le immagini dei negativi a colori, essendo trasparenti, disperdono molto meno.
E' anche possibile determinare il fattore Callier, cioè il grado di dispersione del proprio ingranditore, ma questo richiede prove fatte con accuratezza e non è alla portata di tutti, specialmente dei cialtroni.