Dunque, ho fatto una prova "scientifica" e credo di avere trovato la risposta:
Ho inquadrato "spot" un punto preciso del monitor del PC, con il 28mm SX che consente la lettura a tutta apertura, e l'esposizione corretta è 1/250 f 5.6. Quindi ho montato l'Helios 58mm, inquadrato lo stesso punto con lo stesso tempo di scatto e l'esposimetro mi dà l'esposizione corretta a 5.6 solo quando la leva è premuta, quindi la lettura corretta è quella in stop down e devo semplicemente ignorare la lettura senza, anche se si muove quando cambio i tempi.
nuovo acquisto! Mamiya MSX1000
Moderatore: etrusco
- Valerio Ricciardi
- guru
- Messaggi: 1280
- Iscritto il: 29/10/2024, 7:10
- Reputation:
- Località: Roma e altrove
Re: nuovo acquisto! Mamiya MSX1000
Torna tutto: azionando lo stop-down meccanico (che chiude il diaframma al valore di lavoro) fornisci alla cellula l'intensità di luce "reale" che arriverà alla pellicola durante lo scatto. Coll'Helios se non fai questo, o non usi il selettore auto/man sull'obiettivo, nessuno mette in condizione l'esposimetro di sapere che non lavorerai a TA.
Con un Sekor SX la ghiera del diaframma sull'ottica aziona il "simulatore del diaframma" nel corpo che fornisce ora questo dato al circuito.
In sostanza il simulatore di solito fa muovere un pattino su un grosso trimmer coassiale al bocchettone, integrato nel circuito che di base come concetto è un "ponte di Wheatstone" in uno dei cui lati c'è la fotoresistenza, variabile in funzione del flusso di fotoni incidenti.
Una cosa importante: per questo motivo, quando si hanno obiettivi che lavorano a TA col simulatore così realizzato (grossomodo la norma, all'epoca, a parte i Pentacon Electric in cui la resistenza variabile era nell'ottica e non nel corpo e un sofisticato sistema a doppio pin della rara Pentacon Super) NON bisogna fare molto velocemente e inutilmente "apri-chiudi" con la ghiera, perché se son trimmer sostanzialmente a strato di carbone, comunque realizzati, bene non gli fa.
Con un Sekor SX la ghiera del diaframma sull'ottica aziona il "simulatore del diaframma" nel corpo che fornisce ora questo dato al circuito.
In sostanza il simulatore di solito fa muovere un pattino su un grosso trimmer coassiale al bocchettone, integrato nel circuito che di base come concetto è un "ponte di Wheatstone" in uno dei cui lati c'è la fotoresistenza, variabile in funzione del flusso di fotoni incidenti.
Una cosa importante: per questo motivo, quando si hanno obiettivi che lavorano a TA col simulatore così realizzato (grossomodo la norma, all'epoca, a parte i Pentacon Electric in cui la resistenza variabile era nell'ottica e non nel corpo e un sofisticato sistema a doppio pin della rara Pentacon Super) NON bisogna fare molto velocemente e inutilmente "apri-chiudi" con la ghiera, perché se son trimmer sostanzialmente a strato di carbone, comunque realizzati, bene non gli fa.
"Nel visco, in cui s'avvenne / quell'augellin talora, / lascia le penne ancora, / ma torna in libertà:
poi le perdute penne / in pochi dì rinnova, / cauto divien per prova / né più tradir si fa". Pietro Metastasio (da La Libertà)
poi le perdute penne / in pochi dì rinnova, / cauto divien per prova / né più tradir si fa". Pietro Metastasio (da La Libertà)