kiodo ha scritto: ↑26/09/2021, 20:54
A chi ne ha voglia, suggerisco, per esempio, la lettura di questa intervista a Marcello Galvani, un "giovane" fotografo molto quotato anche all'estero:
https://parsecbologna.com/marcello-galvani/
Ancora su Marcello Galvani, e su cosa può essere la fotografia, al di là del virtuosismo bn: cercate un suo libricino, edito in sole cinquanta copie da Quinlan editore nel 2010: "Queste sei fotografie". E' illuminante, o almeno: lo è stato per me.
Ciao kiodo, i tuoi spunti sono sempre interessanti!
Da quel che ho visto e letto nell'intervista, mi sembra però che anche qui rientriamo nella casistica del "non la racconta tutta". Non ci sta, a mio avviso, che si dica di usare il banco ottico, per poi dire che le regole in fotografia sono poca cosa e si imparano in fretta.
Anche la fotografia del suo maestro G. Guidi non deve trarre in inganno per il fatto che tende fortemente al minimalismo, "cose dette a voce bassa", cito lo stesso Guidi. Dette a voce bassa, ma con ottimo italiano, perbacco! La grammatica c'è tutta, questi signori conoscono un bel po' di aggettivi, perciò si sanno esprimere bene.
Nel mio campo: ogni tanto mi è capitato di sentire qualche pianista celebrato dire che magari il primo concerto di Brahms gli è venuto spontaneo e non lo ha dovuto studiare per intere settimane. Non è così, sono pacifico a riguardo. Anche il talento artistico più genuino si impegna al massimo fin dall'infanzia e poi sempre, finché ne è capace, altrimenti non esce dall'ordinario. Che poi molti di noi, anche applicandosi come forsennati, rimangano sempre dei principianti, è verissimo. Chi lo diceva? Feininger? È il contrario che non è accettabile sentire, né onesto da dire da parte chi ha avuto la ventura di diventare un artista bravo e riconosciuto.
Ciao!
A.